Approfitto di questo spazio per uno sfogo personale relativo al mondo del lavoro.
Ho da poco trovato lavoro presso una comunità per minori (è il mio primo lavoro da assistente sociale).
E' possibile che non sia chiaro nemmeno al datore di lavoro qual è il ruolo dell'assistente sociale all'interno della comunità per minori?
Ho appena terminato di leggere il mansionario degli operatori della Comunità ma oltre al ruolo dell'educatore e dell'ausiliare non si fa riferimento.
E' da giorni che cerco bibliografia sull'argomento ma a quanto pare non esiste ancora un testo specifico che descriva il ruolo dell'a.s. nella comunità.
Dall'altro lato ho un'esperienza formativa alle spalle di quasi 5 anni (laurea triennale e sto quasi ultimando la specialistica) ma devo, ahimè, sottolineare che l'università non ti prepara per niente ad affrontare il mondo del lavoro. Nulla di quello che poi viene richiesto concretamente nel contesto lavorativo viene insegnato all'università, per cui non rimane che procedere per errori ed esperienza diretta.
Mi chiedo se invece di inaugurare sempre nuove riforme all'istruzione non sia il caso di capire realmente a cosa dovrebbe servire l'università. Vi ho sempre cercato concretezza, ma finora non posso dire di ritenermi soddisfatta. E' pur vero che lo slogan dell'a.s. è "prassi-teoria-prassi", ma attualmente mi riconosco di più in quello "teoria-prassi-teoria", solo che vi devo confessare che mi sento parecchio confusa al momento.
Come faccio a far valere e chiedere il rispetto della mia professionalità se nemmeno io, nè coloro a cui mi sono rivolta, mi hanno saputo dare chiare indicazioni in merito.
L'a.s. nel suo agire deve muoversi entro un quadro normativo specifico, nel rispetto del codice deontologico, nel rispetto dell'altro...etc, etc... ma concretamente qual è il mandato di un a.s. che lavora in una comunità per minori?
Scusate per lo sfogo....spero in un vostro "aiuto"
Identità professionale
- ugo.albano
- Malato per AssistentiSociali.org
- Messaggi: 1740
- Iscritto il: ven, 04 mag 2007 - 10:22 am
- Località: Forlì
- Contatta:
Re: Identità professionale
Carissima,
se io chiedo ad un medico dopo l'università qual'è il suo ruolo, lui se lo inventa subito, a seconda del contesto, partendo dalle proprie competenze. E credimi, ai medici all'università non insegnano il ruolo. E' solo un esempio.
Ora si può anche contestare la fragilità dei contenuti universitari (e li concordo pure), ma essendo il problema tuo, devi risolvertelo tu. Perchè mai annaspi nel buio o vuoi la ricetta pronta, o ti aspetti un mansionario? Un dottore (prossimo specialista pure) dovrebbe avere uno stile diverso, non trovi? I mansionari sono per le qualifiche esecutive, noi che siamo una professione intellettuale ed abbiamo Leggi che ci codificano il profilo, DOVREMMO fare lo sforzo di tradurre il profilo in funzioni, a seconda del contesto in cui ci veniamo a trovare.
Non è un problema di identità, ma di competenze. a me non interessa "sentirmi" assistente sociale, a me interessa "saper fare" l'assistente sociale.
E meno male che nessuno ti impone un ruolo: e allora perchè non te lo inventi tu?
Ugo Albano
se io chiedo ad un medico dopo l'università qual'è il suo ruolo, lui se lo inventa subito, a seconda del contesto, partendo dalle proprie competenze. E credimi, ai medici all'università non insegnano il ruolo. E' solo un esempio.
Ora si può anche contestare la fragilità dei contenuti universitari (e li concordo pure), ma essendo il problema tuo, devi risolvertelo tu. Perchè mai annaspi nel buio o vuoi la ricetta pronta, o ti aspetti un mansionario? Un dottore (prossimo specialista pure) dovrebbe avere uno stile diverso, non trovi? I mansionari sono per le qualifiche esecutive, noi che siamo una professione intellettuale ed abbiamo Leggi che ci codificano il profilo, DOVREMMO fare lo sforzo di tradurre il profilo in funzioni, a seconda del contesto in cui ci veniamo a trovare.
Non è un problema di identità, ma di competenze. a me non interessa "sentirmi" assistente sociale, a me interessa "saper fare" l'assistente sociale.
E meno male che nessuno ti impone un ruolo: e allora perchè non te lo inventi tu?
Ugo Albano