Mrc Brz ha scritto: Mi lamento perchè non mi piace accontentarmi quando ci sono neolaureati senza un briciolo di esperienza nel sociale che entrano a tempo indeterminato nel pubblico grazie alle raccomandazioni e ai lecchinaggi (che comunque sono impegnativi e richiedono tanto tempo, difficile per chi come me ha sempre avuto bisogno di lavorare) e guai a chi li tocca...
ciao Mrc Brz.
ho letto con interesse tutti i tuoi post e ne sono rimasta inizialmente offesa, poi amareggiata, poi di nuovo offesa e infine stordita, anche perchè forse hai una maniera di scrivere che, a prima lettura, può risultare irritante.
mi sembrava di avere a che fare con una persona che spara a mille su qualcosa, perchè ha avuto delle esperienze negative, senza comprendere che non si può mica generalizzare e che mica tutto gira intorno alla sua esperienza (l'ignoranza, nel senso di non sapere, è una brutta bestia

)
tuttavia non posso di certo affrontare tutte le questioni che hai posto, ma una, quella del tuo quote, mi sta particolarmente a cuore e, se mi vorrai rispondere, ti chiedo cortesemente di farlo circoscrivendo l'intervento a questa questione.
io ho 28 anni, da pochi mesi sono entrata a tempo indeterminato in Comune come assistente sociale e, incredibile ma vero eh, senza lecchinaggio e raccomandazione (o almeno io non me ne sono accorta

), ma piazzandomi in graduatoria da dove, dopo due anni, sono stata pescata.
ho iniziato a lavorara da quando avevo 18 anni, bar, negozi, call center, sempre precaria sono andata a vivere da sola a 20, mi sono laureata e ho fatto l'esame di stato; contratti assurdi, ore lavorate al limite dell'umano
ho spedito curriculum a raffica finchè in un Comune, dove assumevano tramite agenzia interinale, in seguito a un colloquio, mi hanno chiamata per un part time. di giorno facevo l'assistente sociale e la sera continuavo a lavorare part-time in bar. poi mi hanno aumentato le ore; i contratti duravano 6 mesi, anche meno, molte ore di straordinario, non pagate, ma con tanta soddisfazione da parte mia perchè mettevo in pratica quello che avevo studiato.
poi alcuni mesi fa il contratto a tempo inderminato. il lavoro è tanto, non si scalda di certo la sedia.
ora, io lavoro con altre colleghe e colleghi, nessuno di essi è entrato con raccomandazione e nessuno di loro non fa una mazza. anzi.
se posso portarti la mia esperienza c'erano più raccomandazioni nel bar dove lavoravo che non dove sono adesso.
quindi, io ci credo che tu abbia avuto un'esperienza dissimile dalla mia, molto negativa, la raccomandazione è uno dei mali dell'Italia

ma, se puoi, cerca di riconoscere che è possibile anche altro e non fa tutto schifo come dici tu. Altrimenti svilisci l'impegno di chi, come me, come Pallaspina o tanti altri, ha fatto tanti sacrifici senza scendere a compromessi.
il dialogo passa attraverso anche l'accettazione dell'altro e delle sue esperienze.
peace and love
