servizio sociale e libera professione

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ugo.albano
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orientamento al mercato

Messaggio da ugo.albano »

Ho letto gli ultimi post e mi viene da dire che occorre liberarci, quando parliamo li libera professione, del "vizio identitario": il fatto che agiamo il controllo.

La questione va ribaltata: nella libera professione si offre non solo "aiuto", ma "servizio", ed il tutto si basa sulla volontarietà del cliente: tutt'altro da quel che avviene nei servizi, dove si ha a che fare con persone destrutturate.

Faccio un esempio: una cosa è gestire una vigilanza su un minore dove padre e madre lo usano per farsi guerra (...è un classico...), altra cosa è dare consulenze a coppie intenzionate all'affido internazionale. Nel primo caso non c'è richiesta di aiuto, nel secondo si. Nel primo caso non c'è la consapevolezza degli attori sul dafarsi, nel secondo si, nel primo caso si hanno "persone costrette" all'assistente sociale , nel secondo ti pagano pure se dai un servizio.

Io credo che occorra fare uno "sforzo mentale" e vedersi diversamente dal "lavoro pubblico". Occorre orientarsi verso il mercato.

O sbaglio?

Ugo Albano
kainz
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e quindi...

Messaggio da kainz »

e quindi è necessario creare degli strumenti di cui la gente riconosca l'utilità e per i quali sia disposta a pagare? giusto?
se però non si lavora su un'identità professionale è difficile anche lavorare su strumenti operativi...
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ugo.albano
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per kainz

Messaggio da ugo.albano »

non sono daccordo: viene prima la competenza e poi l'identità.

La gente paga se "sappiamo fare", non se "siamo assistenti sociali".

Come se io dovessi scegliere il meccanico: vado da "chi lavora bene", non da chi "pensa di lavorare bene".

Insomma, è il "saper fare" che rafforza un'identità, non è l'identità che abilita a fare.

Come detto: ci sono dei paradigmi mentali, su cui ci hanno formato, che dobbiamo cambiare.

Ugo
kainz
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Messaggio da kainz »

sono d'accordo, ma quello che volevo dire io è diverso: dove interviene l'assistente sociale? nella tutela? nella sfiga? nella progettazione? ovvio che poi le cose bisogna saperle fare, ma se non c'è un messaggio univoco all'esterno su cosa facciamo, credo sia difficile che i "clienti " capiscano cosa facciamo...
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ugo.albano
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per kain

Messaggio da ugo.albano »

interviene dove c'è un bisogno espresso per cui il cliente paga.

Nella "sfiga", nella "tutela" l'utente non paga, ne consegue che questi sono ambiti che non ci stanno nella libera professione.

Sto parlando del servizio sociale liberoprofessionale, NON del servizio sociale pubblico.

Reinsisto: questo passaggio è cruciale.

Ugo
kainz
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Messaggio da kainz »

concordo...
forse non mi sono spiegato, o forse Ugo sei molto più avanti della media degli ass.soc. con cui mi trovo a parlare (lo so che sei avanti, ho visto quello che scrivi) ... però resto dell'idea che per favorire la libera professione si debba operare anche sull'immagine.
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Nazg
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Messaggio da Nazg »

il problema dell'immagine è che se pensiamo di proporci come liberi professionisti con l'immagine attuale di a.s. non riusciremo a sgravarci della vecchia mentalità di servizio e e l'utente rimarrà ancorato alla sua percezione tradizionale di ciò che siamo...

per essere liberi professionisti dobbiamo:
- sia offrire nuovi servizi
- sia cambiare l'immagine professionale affinchè il CLIENTE possa venire da noi

riusciremo a staccarci dall'immagine a.s. = lavoro con utenti "sfigati"?

direi che dipende da noi... una cosa sola mi parrebbe una sconfitta: cambiare nome solo per dare un'immagine diversa...
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Messaggio da kainz »

cambiare nome sarebbe veramente da sfigati...
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Messaggio da meri »

Io non credo che il problema sia l'immagine! Quantomeno non credo sia il problema agli occhi dell'utente! Credo invece che il problema dell'immagine sia tale solo per noi, per come siamo stati formati e costretti a vederci!
Non è detto che l'assistente sociale debba lavorare solo con utenti "sfigati"..indubbiamente anche con quelli...ma mi chiedo e vi chiedo: se non ci fosse il servizio pubblico, o meglio, l'assistente sociale nel servizio pubblico, quale professionista occuperebbe il nostro posto? Riappropriamoci dei nostri spazi e proviamo a pensare in quale modo un assistente sociale privato potrebbe sopperire e integrarsi con il servizio pubblico!
Beh...ragazzi, noi tuteliamo, progettiamo, proponiamo...solo nel pubblico?
Scusate per la confusione...ma sono abbastanza stanca! Ciao.
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immagine o realtà?

Messaggio da ugo.albano »

....ah, sempre la storia dell'immagine!! L'immagine siamo noi, come di fronte allo specchio l'immagine riflette la realtà. Siccome l'assistente sociale italiana è quella che è, l'immagine coincide col suo stereotipo (impiegata pubblica, ruba i bambini, non capisce niente, è onnipotente ed incompetente, ..............ecc).

Se io invece mi offro al mercato con una competenza specifica, è lì che cambia l'immagine.

E' come l'ortolano del mercato (scusate la metafora....ma rende!): che gliene frega a lui dell'immagine? Piuttosto egli sa sa che in QUEL paese QUEL giorno nessuno vende QUELLA frutta ed è lì che fa gli affari. Il quibus è la frutta (senza della quale l'ortolano fa la fame).

Insomma, io insisterei sul prodotto e meno sugli aspetti "meta". Possibile che la gente non pagherebbe un assistente sociale? Ma se pagano pure i maghi e i cartomanti in questo Paese!!

Che prodotti che vi vengono in mente?? Specie voi giovani: che vi inventate, se il pubblico non assume più?

Ugo
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Re: immagine o realtà?

Messaggio da meri »

ugo.albano ha scritto:....ah, sempre la storia dell'immagine!! L'immagine siamo noi, come di fronte allo specchio l'immagine riflette la realtà. Siccome l'assistente sociale italiana è quella che è, l'immagine coincide col suo stereotipo (impiegata pubblica, ruba i bambini, non capisce niente, è onnipotente ed incompetente, ..............ecc).

Se io invece mi offro al mercato con una competenza specifica, è lì che cambia l'immagine.

E' come l'ortolano del mercato (scusate la metafora....ma rende!): che gliene frega a lui dell'immagine? Piuttosto egli sa sa che in QUEL paese QUEL giorno nessuno vende QUELLA frutta ed è lì che fa gli affari. Il quibus è la frutta (senza della quale l'ortolano fa la fame).

Insomma, io insisterei sul prodotto e meno sugli aspetti "meta". Possibile che la gente non pagherebbe un assistente sociale? Ma se pagano pure i maghi e i cartomanti in questo Paese!!

Che prodotti che vi vengono in mente?? Specie voi giovani: che vi inventate, se il pubblico non assume più?

Ugo
Pienamente d'accordo!
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Messaggio da CiscoTEDE »

Io vedo come vanno delle cose... e da gennaio apro partita iva e tutte le procedure per la libera professione... rischio... qualcuno deve dare uno TSUNAMI AGLI STEREOTIPI! :D Se non mi darete una mano vi spezzo le gambine :D
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Nazg
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Messaggio da Nazg »

CiscoTEDE ha scritto:Io vedo come vanno delle cose... e da gennaio apro partita iva e tutte le procedure per la libera professione... rischio... qualcuno deve dare uno TSUNAMI AGLI STEREOTIPI! :D Se non mi darete una mano vi spezzo le gambine :D
forse puoi avere il regime agevolato per i primi 3 anni, informati ;)

Ps: io la partita iva l'ho aperta e pure chiusa :cry:
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Messaggio da kainz »

anche io a gennaio mi butto, ma dalla finestra...
anche io come cisco, pensavo di mollare (o perlomeno prendere part-time) ilposto fisso e aprirmi l'ufficio. siccome non ne posso più degli enti punterò solo su clienti privati, farò mediazione familiare (di cui finirò il corso a dicembre) counseling e pensavo anche ad una forma di servizio domiciliare privato...
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Messaggio da Nazg »

kainz ha scritto:e aprirmi l'ufficio
da solo o in forma associata? :)
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