servizio sociale e libera professione

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§Butterfly§
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Messaggio da §Butterfly§ »

Sicuramente è un ambito già toccato, però dovrebbe essere rivalutato... consulenze per la valutazione della qualità di un servizio... :roll:
@@@-- Non hai coraggio, se non hai paura!!! --@@@
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ugo.albano
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rubiamo le idee dagli altri

Messaggio da ugo.albano »

Mi piace la provocazione di Paolo che diceva:

.....Sapete quanto chiede un avvocato per scrivere una proposta di nomina di amministratore di sostegno al Giudice Tutelare? Non c'è una tariffa fissa, ma si parla di qualche centinaio d'euro. Al distretto si fa gratis

QUINDI le idee vengono guardando alle cose di valore, per cui la gente paga (anche se il problema, come faceva rilevare Paolo, è che la collocazione pubblica, tramite il "non essere pagati", ci disabitua a darci valore).

Altro esempio: un'agenzia per la gestione delle amministrazioni di sostegno. PER LEGGE non può farlo il servizio pubblico, allora chi lo fa?

Altre idee? Guardatevi intorno, ragazzi!!!!!!!!!!!!

Ugo
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Nazg
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Messaggio da Nazg »

aggiungo:

- potrebbe essere fattibile offrire informazioni e un sostegno socio-burocratico per avviare la procedura verso l'invalidità civile

- potrebbe essere fattibile offrire informazioni e un sostegno socio-burocratico per gli immigrati che devono rinnovare il permesso di soggiorno o chiedere l'asilo politico
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ugo.albano
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segretariato e patronato

Messaggio da ugo.albano »

..........interessante il tuo spunto, Nazg.

Si tratta infatti di possibili servizi a mercato nell'intermediazione delle prestazioni di sicurezza sociale.

Penso inoltre al concetto di "rete dei punti di accesso", il famoso segretariato sociale.

Il "bisogno" dei clienti è quello di essere ascoltati e orientati sulle prestazioni. poi, con una delega scritta, si può procedere in nome e per conto dell'utente (come fanno gli avvocati). Pensate un pò quanto questo è essenziale per gli stranieri.....

Insomma, quello che i patronati già fanno. Mi chiedo sempre perchè mai lì di aa.ss. non ne vedo.

Che ne pensate??

Ugo Albano
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Nazg
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Messaggio da Nazg »

potremmo offrirci come a.s. nelle fabbriche :D
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kainz
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ricerca e sviluppo

Messaggio da kainz »

mi piace molto questa discussione, una vera tempesta di cervelli, aggiungo il mio contributo: da circa sei mesi (dopo dieci anni di lavoro,dopo varie esperienze sul counseling rogersiano e sistemico e dopo essermi arrovellato su quale fosse la mia idea di assistente sociale) sto sperimentando una mia idea sulla valutazione della domanda e sull'approccio alla progettazione con l'utente. attualmente sono dipendente (e quindi "sperimento" nel mio ufficio) ma se la "sperimentazione" continua positivamente credo che proverò la strada del "vero" privato, ossia aprirmi uno studio proponendo ai clienti un percorso di analisi della domanda e dei problemi personali e progettazione delle soluzioni... non una psicoterapia, ma una progettazione del "futuro".
credo che il futuro della nostra professione sia certamente nel cercare nuovi spazi e non nel cercare di rubare spazio altri, soprattutto nel crearci i nostri saperi... magari sono un po' visionario, ma se mai ci si prova, mai si vede come va... ciao
la vivi
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Messaggio da la vivi »

azz, me l'ero persa questa discussione, ha ragione Nazg a dirmi cattiVIvi!
io su questa cosa del mercato ci ho fatto un solido pensiero, che poi, per quanto mi riguarda direttamente è sfumata per la necessità di avere almeno un'entrata continuativa anche se non esorbitante...
credo che alcuni di voi sappiano che ho esperienza lavorativa nell'ambito dell'esecuzione penale, proprio in quest'ambito ho avuto l'occaione di toccare con mano la superficialità della gestione di alcuni studi legali (non sto facendo di tutta l'erba un fascio, sto parlando di cose che ho sperimentato) della difficoltà con cui si trova una richiesta di ammissione alle misure alternative ben fatta (una banalità per tutte, non c'é mai un numero di telefono, difficilmente una chiara indicazione dell'attività lavorativa ) insomma, stringendo un po' sui preamboli, quest'ambito istruttorio sulle misure alternative é totalmente scoperto (o é un buco di mercato, come dite voi) anche a fronte di esborsi considerevoli da parte del cittadino utente o dei suoi familiari...
a Milano mi è capitato una sola volta di vedere un'istanza proposta alla sorveglianza da una collega, per un riesame della pericolosità sociale, che é stata accolta tranquillamente e che era anche molto ben fatta...
in effetti, analogamente al discorso sulle curatele di Paolo, anche gli AS della giustizia quando possono sostengono gli utenti nella presentazione delle istanze, ma nel pre-indulto era una cosa assai ardua, non so ora....
questa cosa vale anche per la giustizia minorile, per lo meno in provincia....
la vivi
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ugo.albano
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servizio sociale e libera professione: solo sogni?

Messaggio da ugo.albano »

Ho riletto velocemente tutti i post. Mi sembra di capire che si siano due "famiglie" di idee:
la prima: trasformare le competenze che si hanno nel pubblico in "prodotti" da vendere nel privato;
la seconda: la "consulenza classica", quindi la ricezione di utenza in uno studio ed il lavoro relazionale con le persone (o le organizzazioni).
Entrambe però richiedono "scelte", occorre cioè passare dalla libera professione "pensata" a quella "esercitata". Mi sembra che alcuni richiamassero sovente l'insicurezza di questo passaggio.
Allora: parliamo di un sogno? Oppure, per realizare questo sogno, come si fa?
Mi sembra il dilemma tipico di chi vive nella dipendenza (e ne soffre) e d'altra parte fa fatica a tradurre il proprio sogno (di libertà) in realtà.
Che ne pensate?

Ugo
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CiscoTEDE
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Messaggio da CiscoTEDE »

Io proporrei a questo punto una indagine per sonsare ciò che ci potremmo trovare davanti, privati, organizzazioni collaborazioni occasionali con enti...
Io sarei propenso nell'affrontare la libera professione... Non mi spaventano neanche i quasi 2000 euro fissi che mi ritroverò ad affrontare di sole tasse nel corso del primo anno (Considerata Bersani e agevolazione per nuove costituzioni) per non parlare delle spese accessorie... Ma un pò di certezze occorrono... Che ne pensate
kainz
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Messaggio da kainz »

io non riesco a pensare ad una libera professione all'interno di enti (l'ho già fatta) non cambia pressochè nulla. Io penso a ruoli professionali che possano essere spesi privatamente. Per fare questo credo sia necessaria la "creazione" di nuove tecniche, di nuovi strumenti che possano essere percepiti dal cliente come utili. credo che ci si dovrebbe impegnare molto di più nella "ricerca e sviluppo"...
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Nazg
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Messaggio da Nazg »

Dobbiamo riconoscere che l'utenza attuale degli a.s. è composta da persone problematiche, probabilmente con poche risorse (economiche, familiari, sociali, ecc.), con un'immagine del servizio sociale distorta (vedi petizione) e settoriale.
Bisognerebbe ripensare il servizio sociale in termini imprenditoriali.
E' possibile? :?
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Messaggio da kainz »

servizio sociale imprenditoriale? secondo me sì! ma è necessario fare un confronto aperto e sincero nella categoria per "eliminare" gli aspetti "missionaristici" e definire gli ambiti di intervento. uscire dallo schema "ti aiuto come posso" per entrare nella definizione "io faccio questo, questo non mi compete".
io credo che per crescere dobbiamo cercare qual'è la nostra specifica area di intervento: non siamo mezzi avvocati, mezzi psicologi, mezzi educatori, ma siamo assistenti sociali.gli psicologi si occupano di "curare" le ferite del passato, gli educatori insegnano a vivere il presente, gli avvocati tutelano i diritti, l'ambito in cui mi riconosco io è la progettazione del futuro e in questo senso sto cercando di affinare le mie competenze.
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CiscoTEDE
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Messaggio da CiscoTEDE »

Si certo IMPRENDITORI. Anche alcuni utenti che si rivolgono a psicologi o meglio ancora quelli che si rivolgono agli avvocati hanno problemi anche economici, per questo esistono anche contributi e accreditamenti per i "rimborsi", basterebbe saperli sfruttare! :wink:
meri
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Messaggio da meri »

Interessantissima questa discussione...non immaginate da quanto tempo cerco e propongo di aprirne di simili e di parlarne, anche agli ordini regionali che dedicano, purtroppo, pochissimo spazio alla professione del futuro!
Bene! Detto questo, volevo "sparare" la mia:...quando il progetto del servizio non è condiviso dall'utente, che suo malgrado si trova in una condizione di accettazione "necessaria" dell'intervento attuato dal professionista, a chi si rivolge? Quando l'utente vorrebbe chiedere la consulenza di un esperto...magari perchè non è soddisfatto del servizio pubblico...a chi si rivolge?
Potrebbero essere dei campi di interesse per la libera professione?
Forse dovremmo, noi per primi, riconoscerci il valore e far si che quel valore possa essere giustamente ed equamente quantificato e riconosciuto sia dal mercato, sia da altri professionisti!

Anche la gestione delle pratiche per le nomine di amministratori di sostegno sono una cosina interessante!

Ah...un'ultima cosa...chi lavora con minori sa bene che i problemi che l'utenza si trova ad affrontare non sono sempre di tipo economico o comunque non ne sono la conseguenza. Soprattuto nei casi di separazioni turbolente...spesso gli ex coniugi spendono fior di quattrini per i legali...!
kainz
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Messaggio da kainz »

sono assolutamente d'accordo con mari... secondo me ha centrato il problema: se non diamo noi valore alla nostra professione, chi è che dovrebbe darcelo?
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