E se serve soltanto una "prestazione"?
Inviato: dom, 06 ott 2013 - 1:58 pm
Ciao a tutti,
sono una studentessa della magistrale in servizio sociale e vorrei condividere con voi alcune riflessioni.
Tutta la teoria che studio, e che conoscerete meglio di me, incentra il lavoro sociale sullo sviluppo di empowerment, sul favorire nell'utente a un cambiamento, mettendolo in grado di trovare risorse dentro di sé e nella sua rete e così via.
Ecco, a volte mi chiedo se sia davvero un approccio corretto. Talvolta - e sempre più in questa fase di crisi economica - le risorse semplicemente non ci sono, o non sono abbastanza. Focalizzarsi su quanto potrebbe fare l'utente per trovarle mi sembra che possa farlo sentire solo più incompreso e ritenuto "colpevole" di una situazione in cui si è ritrovato.
Il che mi pare particolarmente vero soprattutto nei casi in cui l'utente ha un indubbio svantaggio che non dipende in alcun modo dalle sue scelte, e che non potrà cambiare: pensiamo all'età anziana o alla disabilità.
Il mostro nero dei miei libri di testo è "l'assistente sociale come macchinetta erogatrice di prestazioni", una figura demonizzata perché l'assistente sociale dovrebbe agire anzitutto attraverso la relazione, portare un cambiamento... ma... non credete esistano casi in cui c'è semplicemente bisogno di una prestazione?
Cosa ne pensate?
sono una studentessa della magistrale in servizio sociale e vorrei condividere con voi alcune riflessioni.
Tutta la teoria che studio, e che conoscerete meglio di me, incentra il lavoro sociale sullo sviluppo di empowerment, sul favorire nell'utente a un cambiamento, mettendolo in grado di trovare risorse dentro di sé e nella sua rete e così via.
Ecco, a volte mi chiedo se sia davvero un approccio corretto. Talvolta - e sempre più in questa fase di crisi economica - le risorse semplicemente non ci sono, o non sono abbastanza. Focalizzarsi su quanto potrebbe fare l'utente per trovarle mi sembra che possa farlo sentire solo più incompreso e ritenuto "colpevole" di una situazione in cui si è ritrovato.
Il che mi pare particolarmente vero soprattutto nei casi in cui l'utente ha un indubbio svantaggio che non dipende in alcun modo dalle sue scelte, e che non potrà cambiare: pensiamo all'età anziana o alla disabilità.
Il mostro nero dei miei libri di testo è "l'assistente sociale come macchinetta erogatrice di prestazioni", una figura demonizzata perché l'assistente sociale dovrebbe agire anzitutto attraverso la relazione, portare un cambiamento... ma... non credete esistano casi in cui c'è semplicemente bisogno di una prestazione?
Cosa ne pensate?