Ciao, provo a darti la mia versione dei fatti, nata all’università ma sviluppata altrove, poi insomma fai un po te con ricerche e varie, magari la cosa ti incuriosisce.
Dunque in Italia i prof utillizano tanti termini stranieri, mix, society, care, community, in realtà in italia significa una cosa all’estero significa un’altra. Non solo, chi lavora da anni nel campo sa bene poi quanto l'università con le sue teorie viaggi come una sorta di universo parallelo, rispetto alla realtà dei fatti e rispetto a quanti parlano di welfare ma non hanno idea di cosa realmente significhi.
Io credo che sia materia moolto complessa e queste definizioni da manuale aiutano solo come punto di partenza. Inoltre si dovrebbe fare una differenza tra differenti modelli di welfare perchè diffrerenti sono I processi economici a seconda del contesto e del paese.
allora, partendo da quello che hanno sottolineato nelle ricche risposte precedenti io in aggiunta identificherei 3 aspetti comuni ai vari passaggi di welfare:
sistema socio-giuridico, binomio stato-mercato, benessere individuo.
Da queste 3 componenti si parte per la comprensione di tutta la politica sociale.
poi, secondo questa tripartizione legherei Beveridge con altri due nomi che aiutano a capire il processo di welfare (state e i successivi), che non è un sistema fisso, o una categoria, ma un processo in evoluzione!
uno è T.H Marshall e l’altro J. Keynes.
Marshall ha coniato il termine di diritti di cittadinanza quindi ha legato il benessere dell’individuo all’interno del
sistema socio-giuridico di protezione sociale.
Con Marshall l’uguaglianza è connessa alla cittadinanza e si deve rapportare alle disuguaglianze insite nel sistema capitalista.
Quindi non solo diritti politici, civili ma anche sociali: lo stato si deve fare carico delle disuguaglianze che il mercato non riesce invevitabilmente a tutelare.
L’altro è Keynes che ha, con le sue teorie, legato il benessere dell’individuo e il diritto di cittadinanza al binomio stato-mercato e al sistema economico.
Keynes contraddice l’idea dell’economia neoclassica secondo cui l’economia si re-equilibra da sola basta che lo Stato non agisca e tutto si auto sistema con la mano invisibile del Mercato. Per Keynes infatti non esiste una mano invisibile ma l’investimento e la spesa dello Stato è il pilastro fondamentale da cui far ruotare tutto il sistema di welfare in primis ma anche tutta l’economia del Paese. (questo per ultrasemplificare).
(
pensa ora che il governo monti col pareggio di bilancio in costituzione, votato dal partito del democratico pseudowelfarista bersani, ci dice che lo stato funzionerà come un’azienda cioè NON deve spendere e deve pareggiare, risparmiare.
Infatti il welfare è distrutto, ma non so se questo ve lo dicono all’università).
Comunque, il principio fondamentale adottato dal sistema beveridge è quindi, partendo da queste due macro-teorie, l’ universalismo, cioè protezione minima garantita, sistema protezione lavoratori, educazione, scuole pubbliche, sanità, pensioni ecc ecc.
Poi però, ad un certo punto le cose si complicano, intervengono diverse modalità di concepire questo principio di universalismo.
C’è un primo cambiamento quindi della tripartizione proposta sopra.
Il compromesso tra mercato e stato va in crisi perchè intervengono politiche pubbliche che “parlano” di spesa dello stato in questo settore.
Cosa significa? Si è cominciato a mettere nel bilancio dello stato il principio dell’universalismo a parlare di debito pubblico e confonderlo col deficit. Il principio fin ad ora garantito dal funzionamento delle teorie Keynesiane, dai principi di Marshall e dal welafre di beveridge insomma non può più essere garantito.
Lo stato nella sua evoluzione sembra che non possa più gestirlo con una moneta sovrana e con banche di stato, e si è passato ad una crisi del sistema monetario, bancario, al discorso (fasullo) dell’inflazione e all’esplosione già alla fine dalla fine anni 70 e anni 80 del cosidetto neoliberismo, oggi ultraliberismo della finanza.
Quindi, l’universalismo dei diritti dei cittadini garantito dallo stato (welfare) a moneta sovrana è diventato globalizzazione dei mercati e della finanza e crisi del debito pubblico.
Per capire questo passaggio e arrivare al welfare mix occorre però prima rifarsi a parer mio ad Esping-andersen. Nel modello beveridgiano, la sicurezza sociale consentiva di avere un’ indipendenza di vita senza necessità di possedere entrate private( tutt’ora principio presente in molti paesi) ed Esping-andersen analizza questo processo sociale misurandolo con il grado di mercificazione col mercato cioè: più alte le garanzie che il welfare state offre e più basso è il grado di dipendenza dalle condizioni di puro mercato.
il welfare mix entra in risposta alla crisi nel rapporto tra “lo stato” e il benessere del cittadino, sostituito da un rapporto tra più soggetti tra cui il mercato.
La Tatcher e i primi neoliberisti hanno interpretato/ e risposto per primi alla crisi e applicato il welfare mix. nota bene: non si può comprendere la nascita del welfare mix senza parlare della crisi dello stato-nazione, del sistema monetario (accordi di bretton.woods) slegandolo dalle teorie economiche.
Ora, dal welfare mix alla welfare society.
cosa capita a partire dai tardi anni 80 (in Italia anni 90/2000) lentamente fino ad arrivare ad oggi??
una nuova crisi.(chissà come mai

). precarietà che si allargano, nuovi rischi sociali che modificano modalità del benessere/malessere, nuove crisi del mercato del lavoro, nuovi processi di impoverimento, invecchiamento,vulnerabilità diffusa anche in ceti medi, nuove forme di solitudine, depressione come malattia del secolo e così via.
Insomma c'è un nuovo malessere che emerge, e adesso i nuovi rischi emergenti non possono più essere affrontati con un sistema risarcitorio riparativo che fa leva sullo stato nazione, nè con un semplice welfare mix, che non sono più adatti a promuovere nuovi processi di empowerment che diano capacità di "scelta" agli individui, non solo per se stessi ma per la società nel suo insieme.
quindi società della crescita, del mercato globale, società del debito e del collasso dei grandi potentati finanziari, alla crisi europea e dell'euro si risponde con più europa!(cosi dicono).
Cominciano a nascere altre forme di concepire il benessere sociale, altre versioni di nuovi compromessi come la terza via di Giddens e tanti altri.
ma è qui che si comincia a parlare di welfare society.
La welfare society è appunto una chiamata all’intera società per contrastare le più recenti forme di malessere sociale. Cioè una società pluriattiva, che persegue nuove modalità tra sicurezza collettiva e autonomia ed empowerment degli individui nelle loro scelte di vita, con l’introduzione di vari concetti come capitale sociale e reti, società liquida di Bauman, creazione della qualità e varietà dei servizi, nuove forme di sperimentazione e partenariati fra settore pubblico e terzo settore, espansione dei mercati sociali, gruppi di auto aiuto, associazioni , ambiente e tutela del paesaggio.
stiamo andando verso altri indici di benessere che non siano solo il PIL ma per esempio il general WELLBEING espresso dall’ OCSE....
Ora, all’interno di questo MACRO cambiamento, all’interno del nuovo macroapproccio chiamato welfare society, ci è un micro-approccio, una sotto-fase sociale, che nasce in UK ma viene, in forme diverse, adottata anche in svezia e germania e che è la "
comunità che si prende cura".
Cioè la community care “traduce” in istanze locali, tutti quei cambiamenti macro-strutturali che si legano ai nuovi malesseri sociali dati dalle grandi trasformazioni nella tripartizione su proposta e propone nuove modalità di micro welfare locale che si basano su concetti psico-sociali come capitale sociale, reti, liquidità, contributo volontaristico, visite domiciliari, partecipazione politica, nuove responsabilità degli enti locali,gestione associata di servizi, libera professione, welfare non più solo socio-sanitario ma anche ambientale, culturale, urbano, archittetonico, artistico, educativo.
Io la chiamerei in termini umanistici una nuova forma di pedagogia di comunità in chiave contemporanea di crisi sociale, di valori, di stato e di mercato.
Ok, questa è la mia personale versione dei fatti poi ripeto fa un pò te con qualche ricerca
