In questi tempi difficili, cari colleghi, quali sono i vostri dilemmi etici come assistenti sociali?
Io ultimamente mi pongo questo problema: i colleghi che non pagano la quota di iscrizione all'albo (non perchè non se lo possono permettere, ma perchè non vogliono farlo) come possono sentirsi parte della comunità professionale? come possono insegnare ai tirocinanti cosa vuol dire rispettare il codice deontologico?
dite la vostra perchè ci sono molti aspetti da condividere e sviscerare...
Il lavoro dell'assistente sociale è complesso e lo è anche per la presenza dei dilemmi etici.
Gli assistenti sociali che non rispettano il codice, coloro che effettuano comportamenti negativi... secondo me è difficile eliminarli.
ciao servsoc
ssoc ha scritto:Gli assistenti sociali che non rispettano il codice, coloro che effettuano comportamenti negativi... secondo me è difficile eliminarli.
complesso anche perchè ci dimentichiamo che ogni ass.soc. avrebbe il dovere di segnalare all'ordine eventuali comportamenti scorretti di altri colleghi, ma è più facile farsi i fatti propri...
Beh, è questo uno dei compiti dell'Ordine, oltre ad "incassare": il controllo sull'esercizio professionale.
Stiamo ancora nel 2010a dirci che senza l'iscrizione all'ordine si lavora? Questi casi sono da segnalare alla procura della repubblica. Se l'ordine non lo fa, commette "omissioni di atti d'ufficio". E poi -ripeto- se non fanno questo, che fanno?
Per il resto: il "dilemma etico" è sempre benvenuto. Esso però richiede gente che il dilemma se lo ponga. Io più osservo i colleghi e più constato la non conoscenza del codice. Si lavora come se non esistesse.
ma se uno non paga la quota d'iscrizione all'albo, è come se non fosse iscritto, e quindi senza iscrizione non può lavorare come ASSISTENTE SOCIALE....mi chiedo:ma chi li fa lavorare senza i requisiti?!!! MAH
Il problema non si pone per i nuovi iscritti, se non paghi non accedi all'albo e stop.
Si pone invece per coloro che non pagano gli anni successivi, perchè la procedura per il recupero crediti dei morosi non è così rapida... quindi un ass.soc. (che non sana i suoi debiti) può risultare iscritto all'albo fino alla chiusura della procedura.
E' vero. Ma è anche vero che, con la sospensione dall'Albo l'interessato non può lavorare.
Ma non è solo una "questione privata", bensì pubblica, ancorpiù perchè penale.
Con la sospensione l'Ordine deve pure notificare all'Ente e all'interessato il provvedimento. Se nulla succede DOVREBBE PARTIRE D'UFFICIO la denuncia alla Procura della Repubblica.
Per mia esperienza (breve): basta muoversi in tal senso, che la gente si rimette in riga.
La tassa dell'Ordine non è una "tessara da club", è una tassa PER ESERCITARE, senza della cui abilitazione si commette reato.
ugo.albano ha scritto:Per il resto: il "dilemma etico" è sempre benvenuto. Esso però richiede gente che il dilemma se lo ponga. Io più osservo i colleghi e più constato la non conoscenza del codice. Si lavora come se non esistesse.
Lo riscontri prevalentemente tra i colleghi giovani o anche tra i colleghi maturi?
Ma non è solo "sapere o meno il codice deontologico. Si tratta della bassa capacità di un'azione etica. Non è solo esperienza, ma "cultura etica", che trova nutrimento nella scelta a questa professione, e quindi nella motivazione.
Io sto finendo gli studi, ma... quanto si paga annualmente per poter esercitare?
Pensavo che si pagasse una sola volta per l'iscrizione e basta! Certo che tra le tasse universitarie sempre più alte, la tassa per l'esame di stato e anche la quota di iscrizione... diventare AS è un bel salasso
Ma chi i soldi non li ha perché è disoccupato, è giusto che paghi lo stesso? Non ci sono deroghe?
Grazie e ciao
Chiara
Chiara79, la tassa di iscrizione all'ordine è annuale e varia da regione a regione. E' il singolo consiglio regionale che decide l'importo, quindi devi verificare nella tua regione.
Ecco un bel dilemma etico, la quota annuale costa pressapoco come un paio di jeans, nessuno di noi occupato o disoccupato acquista o no un paio di jeans all'anno?
MonicaB ha scritto:Ecco un bel dilemma etico, la quota annuale costa pressapoco come un paio di jeans, nessuno di noi occupato o disoccupato acquista o no un paio di jeans all'anno?
ah... ma tu compri jeans "cavalli"? o "dolce e gabbana"? io 2 giorni ne ho comprato un paio da upim a 14,99... calzano che é un piacere. la marca? boh...
Altri dilemmi:
- alcuni colleghi dicono "credo nella formazione continua dell'ass.soc. ma voglio fare formazione solo nel mio orario di servizio..."
- alcuni colleghi i disoccupati dicono "ma se non lavoro come mi pago la formazione? posso essere esonerato dai crediti?"
Quello che mi chiedo io è: quanto ci crediamo nella professione? E' solo un modo per portare a casa lo stipendio? Perchè devo essere esonerato se esiste la formazione gratuita? Perchè devo essere esonerato se come disoccupato ho più tempo per fare formazione e quest'ultima mi può essere utile per trovare lavoro?
Nazg ha scritto:Altri dilemmi:
- alcuni colleghi dicono "credo nella formazione continua dell'ass.soc. ma voglio fare formazione solo nel mio orario di servizio..."
questo sarebbe l'ideale ma credo sia difficile da ottenere, se non talvolta.
- alcuni colleghi i disoccupati dicono "ma se non lavoro come mi pago la formazione? posso essere esonerato dai crediti?"
personalmente aborro l'idea di pagare per la formazione. vero che viene offerta anche da liberi professionisti, ma le spese (compensi) dovrebbero essere coperte dall'Ordine (ah ah ah... in un modo e nell'altro, sempre da noi!)
Quello che mi chiedo io è: quanto ci crediamo nella professione? E' solo un modo per portare a casa lo stipendio? Perchè devo essere esonerato se esiste la formazione gratuita? Perchè devo essere esonerato se come disoccupato ho più tempo per fare formazione e quest'ultima mi può essere utile per trovare lavoro?
formazione più utile per trovare lavoro? sì... nella "Città del sole" di Campanella...