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cari colleghi, sono un'assistente sociale che lavora da circa ottto anni, in Sardegna. Ho fatto esperienza nei Comuni, piccoli e di medie dimensioni. Ora lavoro in un Comune, con contratto a tempo determinato e per tre mesi.Uno dei problemi che ho dovuto sempre affrontare è quello dell'enorme carico di lavoro cui gli ass. soc. sono sottoposti nei Comuni e il mancato ricoscimento del nostro ruolo. Anche nel Comune dove lavoro ora la mole di lavoro è enorme, in quanto mi devo occupare anche del lavoro aministrativo. I dirigenti chiedono che le scadenze vengano rispettate, che le fatture vengano liquidate, che i progetti vengano presentati. Ho cercato di far presente il problema, ma il dirigente non capisce quella che è la mole di lavoro..E dà altre scadenze da rispettare..Intanto io torno a casa la sera con il mal di testa, e con i sensi i colpa verso gli utenti, a cui non so cosa rispondere per i ritardi nella presentazione dei progetti...Risco seriamente di andare in Burn out...Chiedo un consiglio a chi ha più esperienza di me...Grazie

Il problema che segnali è molto diffuso, credimi. Il carico di lavoro è eccessivo, ci sono però condizioni (di bilanciuo) e volontà (politiche) che spingono a non tener conto di nulla.

E' un problema che si risolve con il ricorso ad un sindacato. E' l'unico modo.

Ugo Albano

ma se hai un contratto a termine??? io ho sempre avuto molta paura a far presente il problema perchè ho sempre avuto il terrore di una risposta del tipo "se non ti va bene li c'è la porta!" e purtroppo di Assistenti Sociali desiderose di lavorare ce ne sono molte.... quindi a testa bassa lavoro lavoro e lavoro ma l'importante per me è che sia nero su bianco e non lavorare mai fuori dall'orario...(telefonate a parte ovviamente) poi mi ritrovo con un cartellino con più di 300 ore di straordinario non pagato e 36 giorni di ferie...