Dubbi sul mio futuro lavoro...consigli, opinioni, altro?

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Lalia
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Dubbi sul mio futuro lavoro...consigli, opinioni, altro?

Messaggio da Lalia »

Salve a tutti.
Avrei un'esperienza personale da raccontare e un parere da chiedere...

Sono quasi alla conclusione del mio primo percorso di tirocinio ed è stata davvero una brutta esperienza.
Il mio primo giorno il supervisore mi lasciò nell'ufficio, sola e senza spiegarmi quello che avrei dovuto fare (io ho chiesto naturalmente e mi è stato risposto "non so vedi un pò tu"). Nei giorni a seguire continuava a scomparire per delle ore o a rispondere in modo sommario alle mie domande e non vi racconto altro (potrei starci delle ore). L'unica cosa che ha fatto è stato darmi un elenco di 14 decreti legislativi da cercare su internet, sintetizzare ed inserire nella relazione finale. In pratica andrò all'esame di tirocinio avendo risposto al telefono, coperto le assenze ingiustificate di questa persona, portato caffè, fatto verbali che lui non aveva voglia di fare e compilato un pò di moduli. Ho paura di essere bocciata con nessun caso pratico in mano, ma ancora più di questo ho cominciato a pormi dei dubbi.

Non so se l'assistente sociale sia davvero il lavoro adatto a me, non so se mi piace sul serio, non so se sarei portata, non so e non so semplicemente perchè non ho potuto confrontarmi con la realtà della professione (il tirocinio non dovrebbe servire a questo?).
A me sembra che per fare l'assistente sociale serva una sorta di "vocazione" (non in senso religioso naturalmente) ed io non so se la possiedo oppure no.

Quindi pongo questa domanda: quali caratteristiche deve avere un buon assistente sociale?

Secondo voi se sono così piena di dubbi dovrei cambiare corso di studi? :(

Grazie in anticipo,
Eulalia
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ugo.albano
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Re: Dubbi sul mio futuro lavoro...consigli, opinioni, altro?

Messaggio da ugo.albano »

Cara Eulalia,

più che vocazione, ci vuole competenza. Facciamo un elenco: capacità di ascolto, capacità a scrivere, capacità a "farsi prossimo", capacità a reggere le emozioni, capacità ad osservare, capacità a stare bene con se stessi. Ma sono competenze su cui è necessario essere consapevoli PRIMA della scelta e non durante.

Ma la zuppa è sempre la stessa: "si accede a servizio sociale senza alcuna selezione su queste cose". Ed infatti i nodi vengono al pettine al tirocinio. Io che ho avuto diversi tirocinanti ho sudato non poco nell'accompagnare gli studenti anche in quest'area. Molti infatti pensavano: "vengo, faccio x ore (che me frega come) e me ne vado". Io ho avuto quindi seri problemi a far comprendere agli studenti che il tirocinio non è "fare" (o peggio "osservare", o peggio ancora "tappare i buchi"), bensì verificare il proprio set di competenze (personali, quelle o ci sono, o non ci sono) a quello professionale. Insomma, se non sono tagliato per l'aiuto perchè ho problemi, è meglio che faccio un altro lavoro.

Il problema -e tu lo dimostri - è quello che noi tutor siamo diversi. Io mi ricordo che ho litigato non poco con i colleghi-tutor nel modo di fare tirocinio. C'è chi ti "scava dentro" e ti fa sperimentare nei colloqui (è il mio caso), c'è chi ti fa fare le fotocopie.

Quindi - arrivo al tuo quesito - siccome ci sono assistenti sociali ed assistenti sociali, e pure studenti e studenti (certi io li butterei dalla finestra e mi chiedo come mai li promuovano, che faranno solo danni in vita loro...), la questione è della giusta combinazione.

Se cioè a te stava a cuore un tirocinio sperimentale e t'è capitato un tutor burocrate e svogliato, la combinazione è stata fatta male. E chi la fa sta combinazione, se non l'università? Ma possibile che gli abbinamenti oggi -2011 e ben lontani dal medioevo- si fa a capocchia? Possibile che voi studenti - che pagate tasse salate - non vi incazzate e pretendete tirocini decenti? Insomma, se io ho certe capacità e certe peculiarità che voglio verificare, possibile che il tirocinio non le contempli?

Insomma, parlate con i docenti preposti ai tirocini ed incazzatevi se le cose non vanno bene. Anche quando un tirocinio inizia e le cose vanno male, perchè continuate? Avete il sacrosanto diritto di interromperlo subito e farne un altro. Se invece fate i passivi, beh...i cocci sono i vostri.

Ma -viva Dio- se il tirocinio si basa su di un piano che è condiviso (cioè firmato dallo studente) in cui si parla di azioni ed obiettivi, come mai poi succede quel che dici? Che diavolo hai firmato? Che cosa hai concordato? E se la commissione preposta al tirocinio ti boccia, fa bene. E la colpa di chi è, dell'altro? Siamo un pò adulti, per cortesia. Lo stare all'università lo pretende. Se un domani sarai dottoressa e non ti sentirai addosso competenze e certezze, di chi sarà il problema?

Quindi l'invito mio è quello di RIPETERE il tirocinio e di farlo secondo un piano che verifichi i tuoi interessi e le tue attitudini. Non è tempo perso: si tratta di effettuare bene un insegnamento fondamentale nel corso di studi.

Saluti cari.
Ugo Albano

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Lalia
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Re: Dubbi sul mio futuro lavoro...consigli, opinioni, altro?

Messaggio da Lalia »

Io ho firmato un piano di tirocinio dove era spiegato chiaramente che si sarebbe cercato di sviluppare le mie competenze personali, che avrei partecipato ai colloqui, che avrei partecipato alle discussioni sui casi con gli altri colleghi e tante belle cose...poi non è stato così.

Forse ho sbagliato a non interrompere il tirocinio ed andare altrove, ma sinceramente non sapevo come fare. Avrei dovuto dare delle buone motivazioni all'università e con le cose che ho visto e che avrei potuto raccontare avrei fatto finire il mio tutor in guai seri. E sinceramente non me la sentivo.
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Mac
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Re: Dubbi sul mio futuro lavoro...consigli, opinioni, altro?

Messaggio da Mac »

Cara Lalia, la tua situazione mi ricorda quelle di molti (moltissimi) miei compagni del corso di studi che hanno avuto un'esperienza molto poco formativa. Prescindendo da quello che dice Ugo Albano in merito alla mancata preparazione di certi studenti, circa la quale mi trovo completamente d'accordo, al 100% davvero, è pur vero che ci sono supervisori e supervisori.
Tanto per raccontarti qualche esperienza, una ragazza è stata assegnata ad una struttura all'interno della quale l'assistente sociale non aveva funzioni rilevanti, tanto che menneo il suo supervisore è stata in grado di definirle, ad inizio tirocinio, il suo ruolo.

La tirocinante quindi durante questo periodo ha risposto al telefono e compilato atti amministrativi, la cui conoscenza per carità è utile, ma non ha nè toccato con mano nè approfondito teoricamente all'interno del tirocinio alcun aspetto professionale, anche lontanamente. Ha manifestato la sua preoccupazione un paio di volte, ma si vede non in modo così energico da destare altrettanti preoccupazione nel suo supervisore e nel docente di tirocinio.

Se non che nell'ultimo incontro che abbiamo fatto con la docente per controllare l'andamento del tirocinio, a questa ragazza è stato detto che la sua esperienza di tirocinio di secondo anno (che ha come obiettivo la sperimentazione del tirocinante in forma autonoma all'interno del servizio) non aveva raggiunto neanche un obiettivo e che quindi andava rifatta da capo in un altro posto.
Giustisismo, ma per una serie di motivi, vuoi per la cecità del docente, la noncuranza del supervisore e le mancate lamentele della ragazza, sicuramente questo cambio di sede andava fatto molto molto prima, per permetterle di fare un tirocinio come si deve.
Certe strutture a mio parere non dovrebbero essere scelte come sedi di tirocino, e si dovrebbe riflettere maggiormente su questo.


Altra questione è il supervisore nello specifico, ovvero: sede giusta (in certi casi perfetta) e supervisore "sbagliato".
Ti porto un altro esempio.
Un ragazza ha iniziato il tirocinio nel mio stesso ATS (Ambito Territoriale Sociale) con un assistente sociale che aveva già due tirocinanti. Ne ha voluta a tutti i costi prendere un'altra, ed evito di indovinare quali motivazioni l'abbiamo spinta a questa decisione, anche se un'idea ce l'avrei visto che i tirocinanti, giustamente, valgono crediti.
Insomma, questa ragazza ha cominciato a seguire questa assistente sociale dell'area minori. Premetto che l'ATS in cui sono da due anni è un ottimo ambiente sia dal punto di vista professionale sia da quello personale, ed è un terreno fertilissimo per i tirocinanti. Nel corso dei due anni ho lavorato ad affidi, adozioni, problematiche educative e mi sono sperimentata in colloqui e visite domiciliari, per non parlare delle equipe e di mille altre cose. Questo per dirti che ci sono mille cose da vedere e fare.

Questa assistente sociale, fin dall'inizio, ha chiarito esplicitamente alle ragazze che lei da sempre non partecipa alle riunioni d'equipe e non conduce mai colloqui di segretariato sociale (è suo dovere come per tutte). Ha inoltre detto loro che, di conseguenza, neanche loro avrebbe visto un equipe e dei colloqui di segretariato, e che non avrebbero mai assistito ad un suo colloquio se non in casi eccezionali e non ne avrebbero mai fatto uno loro da sole.

In aggiunta a tutto questo, le due ragazze del primo anno sono state incaricate di girare tutto il territorio dell'ATS (comprende 4 circoscrizioni molto grandi) per fare una mappatura completa di tutte le risorse esistenti (chiese, scuole, asili, comuni, enti, ecc). Caso strano ne ha urgente bisogno per un caso.
Queste due ragazze hanno finito le 100 ore in questo modo; hanno messo piede in servizio 2 volte, per il resto non hanno visto nulla. L'altra tirocinante di terzo anno seguita da questa assistente sociale, che l'anno pirma, quando era da sola, qualcosa seppur piccola l'aveva fatta, quest'anno nel suo tirocinio ha solo condotto due colloqui, e non è più andata in servizio perchè il suo supervisore le ha detto di trascrivere battuta per battuta questi due colloqui registrati (parole, pause, toni, risate, spostamenti di seggiole e quant'altro) siccome le serve come allegato per una relazione da spedire in procura.



Scusami la lunghezza, ma la situazione la conosco bene visto che l'ultima ragazza di cui ho parlato è una delle mie più care amiche, e tutto si svolge nel mio ATS. Il Servizio è pieno di risorse ed è davvero un peccato che chi deve imparare non possa beneficiarne.
Le altre due ragazze sono disperate, e spero vivamente che riferiscano alla docente di tirocinio il tutto.


L'unica cosa che ora puoi fare è non perderti d'animo, parlare con il tuo docente e chiedere di poter lavorare in un contesto valorizzante che offra opportunità formative. E' un tuo diritto, e non esiste che tu non possa vivere l'esperienza fondamentale del tirocinio in maniera corretta e piena solo per la "mancata disponibilità del supervisore" o per il luogo non adatto. Dì tutto con serenità.

La scelta del supervisore non si puà preventivare chiaramente, ma sono sicura che avrai più fortuna questa volta. Parti positiva.
Se ci sono persone che non si curano dei tirocinanti, ti posso assicurare che ce ne sono delle altre con le quali mantieni un legame di amicizia per tutta una vita, e che saranno per te un riferimento saldo e duraturo.
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