ciao ragazze,
come voi anche io mi trovo nello vostra identica situazione, laureata a febbraio ed iscritta all'albo ma alla fine mi ritrovo con un pugno di mosche in mano..ce la faremo, voglio ancora crederci e sperare che qualcosa cambierà!!!
grazie per tutti i link postati sulla pagina
Che tristezza, io sono nella vostra stessa situazione , laureata triennale, da poco iscritta all albo B ma nulla. Mando CV ogni giorno a tutte le cooperative ma tranne un colloquio nulla. Per non aspettare con le mani in mano faccio la specialististica ma non era esattamente nei miei piani. Volevo lavorare subito e rendermi indipendente,,si..un utopia, che ingenua ah??
L'idea di andare all'estero solletica pure a me, infatti sono alcuni mesi che cerco di informarmi per sapere dove sarebbe piu fattibile andare per avere il riconoscimento dei titoli, ma non è semplice, e poi l idea di andarsene per sempre è entusiasmante ma anche fa paura. Non so, a 24 anni vorrei esser attiva, produrre esser felice di fare il mio lavoro..invece mi ritrovo a studiare avanti per non disperarmi.
Si smuoverà la situazione?! O la fuga all'estero diventerà ormai la consuetudine per noi giovani?
Ciao, anche io sono molto demoralizzata, iscritta all'albo B quest'estate, mando CV a tutte le cooperative d'Italia, rispondo a tutti i colloqui....ma niente, la concorrenza è tanto e chidono esperienza...esperienza...esperienza. Non ho iniziato la specialistica, nel frattempo faccio un lavoretto per prendere qualcosa, non mi posso permettere di fare stage gratuiti per fare quasta "famosa esperienza", mi rendo conto che il tempo passa, l'esperienza non la sto facendo e quindi è "un gatto che si morde la gola"....conclusione. non lavorerò mai come assistente sociale. Non ho m,ai provato un concorso perchè al lavoro non mi danno ferie, anche se da quello che sento sono difficilissimi, graduatorie infinite per un posto...mi chiedo vale la pena di investire tempo e denaro per i concorsi pubblici italiani? c'è qualcuno che non essendo arrivato fra i primi in graduatoria è stato chiamato nel tempo in un comune?
Io credo proprio che andare all'estero sia un necessità ormai, non solo per provare a svolgere l'attività di assistente sociale, ma probabilmente per ogni genere di lavoro.
Infatti è da un pò che medito sulla decisione da prendere, appunto il tempo passa, molti giovani sono già andati all'estero...non vorrei che poi sia troppo tardi. Anche perchè non è che ci si trasferisce e domani hai un colloquio di lavoro come assistente sociale, ci vuole penso 1 anno per imparare bene la lingua, la legislazione è diversa, il sistema è diverso, forse si dovranno fare esami integrativi, quindi all'inizio si dovranno fare lavoretti per provare ad entrare nei "meccanismi" del paese. Lo so è più facile a dirsi che a farsi, io sono sola, non ho parenti all'estero, amici, fidanzato che intendono trasferirsi, se qualcuno ha intenzioni serie sull'argomento "emigrare all'estero" sono disposta a scambiare il cell. per parlare di persona, l'unione fa la forza e il coraggio!!.
A me piacere bbe andare in UK, ma sono disposta anche ad andare in altri paesi, chiedo cortesemente informazioni pratiche da parte di chi ha già fatto questo tipo di esperienza, in merito a riconoscimenti, alloggi, indirizzi, etc. anche per trovare nel frattempo lavori in comunità educative, asili, reinserimento sociale, vololntariuato, in modo di fare esperienza nel frattempo nel sociale, capire come funziona, conoscere persone che possono essere di aiuto...e poi sostenere colloqui come assistente sociale.
Ringrazio tutti.
Ciao.
Immaginate che vi piaccia un ragazzo biondo e che voi siate tutte more. Che fate? Vi confrontate tra di voi per esercitare lo stesso tipo di seduzione sull'unico uomo? Certo, ci vorrebbero più ragazzi biondi, ma se ce n'è solo uno, che si fa? Forse non basta dichiarargli l'amore, bisogna anche "distaccarsi2 dalle altre con delle originalità. Infatti il "biondo" per scegliere tra le diverse more, dev'essere attratto da un particolare, che magari gli fa pensare "la voglio".
Fuor di metafora: la ricerca di lavoro richiede, oggi come non mai, STRATEGIA. Non basta voler lavorare, bisogna sapersi presentare bene. Sono finiti i tempi in cui bastava essere assistenti sociali per vincere un concorso. Chi vi partecipa sa quanto le possibilità siano minime. Quindi occorre recuperare qualche regola.
Curriculum: non è la "lista della spesa", focalizzate bene le competenze possedute e le attitudini su cui vi dichiarate disposti a giocarvi.
Mai vuoti sul curriculum: fate qualcosa. Va bene la barista e la babysitter, avvicinatevi però al settore con lavori confacenti, pure a fare la cuoca alla mensa dei poveri o la badante va bene. Come detto in tanti altri post: il terzo settore (che assume ancora-......) non cerca assistenti sociali, ma operatori, educatori,....
Guardatevi attorno dove vivete: che aria tira? dove si lavora nel sociale? Io vedo tanto riciclaggio (di laureati con titoli non attinenti, dagli astronomi agli architetti), ma pochi assistenti sociali.
E' una questione pure di contatti e di appartenenze. Se io sono musulmano, forse posso chiedere in moschea se possiamo organizzare un centro di aiuto. Se sono un comunista sfegatato, forse chiedere ai compagni e ai servizi collegati (ccop., patronati, sindacati, ecc.) mi può aiutare a "ficcarmi" in questi servizi.
State in contatto con i colleghi in servizio: se i concorsi sono bloccati, le amministrazioni comunque si avvalgono di altro personale (ccoperative, interinali,...), lì la strada è molto più semplice.
Se la scelta di lavorare all'estero vi sembra inevitabile, vi consiglio di approfittare delle numerosissime opportunità finanziate che ci sono per andare all'estero: erasmus tirocinio, servizio volontario europeo, servizio civile all'estero, progetto leonardo, borse di studio/lavoro FSE, borse di studio del ministero dell'estero, borse di varie fondazioni private, your first eures job abroad, ecc.
Una volta sul posto potrete capire la realtà in cui siete "sbarcati" e informarvi sulle modalità di riconoscimento del titolo professionale e delle opportunità di lavoro.
Trasferirsi all'estero richiede molto spirito di iniziativa, costanza e adattamento, ma è fattibile!
Buona fortuna
Vi ringrazio per i numerosi spunti di riflessione e consigli!
Io non voglio sembrare un'illusa che spero di trovare "la Mecca" all'estero e nemmeno una rinunciataria che in Italia non vuole lottare per svolgere il lavoro dei propri sogni, ma gli stumenti sono davvero pochi...E se al nord nelle mie zone ancora si respira, nel resto d'Italia la situazione diventa sempre più opprimente e le prospettive per il futuro non grige ma NERE.
Ascoltando i tg in questi giorni sembra che fino al 2014 non ci sarà un minimo di ripresa, anzi nel 2013 il numero dei disoccupati aumenterà ancora...come si può progettare un futuro in tali circostanze?!?
Il mondo del lavoro è monopolizzato dalle agenzie interinali che selezionano i candidati secondo criteri a mio parere ambigui e ti presentano solo alle aziende che fa comodo a loro, evitando possibili doppie candidature contemporanee anche se il curriculum corrisponde alle esigenze azindali per non brucarsi un contratto (in questo caso non mi riferisco al lavoro come assistente sociale ma per quanto riguarda tutti gli altri lavori). Mentre per lavorare in ambito sociale bisogna rivolgersi alle cooperative che ormai getsiscono tutto loro. tralasciando il discorso dei contratti e dei pagamenti degli stipendi, entrare anche in tali realtà ormai è sempre più difficile. se sei amico di un amico di un amico hai sempre 100 possibilità in più di entrare rispetto ad uno che non conosce nessuno ma si è formato con pari impegno se non maggiore.
Un'ultima riflessione scaturisce anche dal riscontrare che all'estero in paesi come Canada e Australia la professione di assistente sociale è inserita tra quelle indicate nei flussi migratori...ma allora perchè in Italia non c'è un minimo di lavoro in tal senso?!?
Vedo molto scoraggiamento.. dalla mia breve esperienza, ecco quello che mi sento di consigliarvi:
-qualcuno ha già parlato del tirocinio post lauream, io suggerisco anche il servizio civile che permette, oltre di guadagnare qualcosina nel frattempo, di fare una buona esperienza in campo sociale (natuaralmente bisogna un po' guardarsi intorno per capire quali siano i posti più adeguati al proprio profilo e più seri..);naturalmente anche esperienze simili all'estero, come il programma leonardo o lo sve, sono altamente consigliabili! Inoltre in questo modo "entrate" in un'organizzazione che potrebbe poi offrirvi un lavoro (a me e a molte amiche è successo così!).
- Non demoralizzarsi! Calcolate che la media per trovare un lavoro è di un anno-un anno e mezzo dopo la laurea; con questo non voglio dire che un posto ti cade in testa, ma da quello che scrivete, la maggior parte di voi è laureata e abilitata da pochi mesi, quindi suggerirei di armarsi di un po' di pazienza. Vi assicuro che nel nostro ambito si trovano molte più opportunità di lavoro che in tanti altri (anche se con contratti precari e una paga non proprio confortante).
- Non disdegnate anche le opportunità di lavoro come operatrice nei servizi educativi, non sono propriamente inerenti al nostro curriculum professionale, ma sono altamente formative e aiutano ad approcciarsi al lavoro sociale in generale (nonchè a farsi conoscere da vari servizi!).
-Nel frattempo e durante il lavoro, formarsi, formarsi, formarsi! Corsi organizzati dal volontariato sociale, convegni, seminari: ci sono varie opportunità di acquisire nuove conoscenze specifiche (a costo zero!) che andranno ad arricchire il curriculum.
Un'ultima riflessione: se avete l'opportunità di andare all'estero, fatelo!! Nuove lingue, nuove culture, nuove persone non possono che far bene al proprio bagaglio personale e alle proprie capacità relazionali!