valina82 ha scritto:indeciso ha scritto:valina82 ha scritto:Ciao e innanzitutto grazie per la risposta

ho una laurea triennale in scienze della comunicazione classe L20 e una laurea magistrale in management e comunicazione d'impresa, classe di laurea LM59
diciamo quindi che volevo ricominciare daccapo per poter fare questa professione

Se vuoi ricominciare da capo per tua scelta fa' pure; io non posso sindacarla, anzi ti farei i miei complimenti per la tenacia e il coraggio.
Tuttavia, sappi che in moltissimi atenei con i titoli che hai puoi certamente accedere a corsi di laurea magistrale di classe LM-87 senza debiti formativi o con pochissimi obblighi formativi aggiuntivi. Con quello puoi accedere all'esame di Stato per l'abilitazione alla professione di assistente sociale specialista (sezione A dell'albo).
ciao!Innanzitutto grazie per il consiglio prezioso! In questi mesi ho avuto modo di riflettere molto sulla scelta e anche di ascoltare consigli di famiglia e del mio compagno. Tutti mi hanno sconsigliato di iniziare un percorso universitario di nuovo ed effettivamente per un pò mi sono convinta anche io. Mi sono però resa conto che l'idea continua a tornarmi in mente...a frullarmi per la testa, insomma credo sia la mia strada! con questo tipo di laurea potrei lavorare come assistente sociale sul campo?a me non interessa molto la parte organizzativa/gestionale per intenderci
Grazie ancora!
Come abbiamo ripetuto sino allo sfinimento sul
forum, la legge professionale (DPR 328/2000) stabilisce che rientrano nelle competenze degli iscritti alla sezione A dell'albo anche quelle che competono agli iscritti alla sezione B, quindi sì.
Inoltre la laurea magistrale non è riconosciuta sul mercato del lavoro in quanto non è prevista dai contratti. Di fatto nella pubblica amministrazione, e non solo, l'unico assistente sociale che esiste è quello B, quindi se pure sarai assistente sociale specialista ti troverai a fare l'assistente sociale "di truppa", che comunque, essendo almeno laureato (nel tuo caso magistralizzato), dev'essere inquadrato in categoria D (o equivalente all'ex carriera direttiva negli enti che utilizzano diversa categorizzazione). L'inquadramento in categoria D implica che si possa essere nominati capi ufficio, responsabili di unità organizzative complesse, coordinatori, titolari di posizione organizzativa, ma non è obbligatorio e non avviene senza il consenso del lavoratore. L'accesso alla dirigenza al momento non è riservato ad assistenti sociali specialisti, in quanto le competenze attribuite dalla legge agli assistenti sociali specialisti non sono riservate, infatti in molte amministrazioni i dirigenti dei servizi sociali, ove esistenti (perché spesso i servizi sociali sono accorpati con altre cose), sono laureati in Scienze politiche, Giurisprudenza, Sociologia, talvolta (soprattutto quelli più anziani) perfino in Materie letterarie o Pedagogia (lauree che venivano rilasciate dalle facoltà di Magistero). L'unica materia, o meglio attività, riservata agli assistenti sociali è proprio il servizio sociale concreto sul territorio. Finché si rimane in attività di pianificazione, coordinamento, organizzazione
et similia non ci sono vincoli di sorta, infatti nel mio settore tra noi funzionari una sola è assistente sociale (e non è laureata, infatti prima era C, solo che è riuscita a divenire D per progressione verticale, quando queste erano ancora consentite, e ora ha anche la posizione organizzativa), mentre gli altri sono laureati in Scienze politiche, Giurisprudenza, Economia aziendale, Filosofia e perfino Scienze biologiche. Il dirigente è laureato in Scienze politiche.