Sì, credo anche io che molto derivi dalla formazione. Forse proprio per questo motivo difendo molto ciò che ho imparato, sia all'università sia sul campo (il mio supervisore di tirocinio è il modello di assistente sociale che prendo ad esempio, e lavora appunto nell'ambito che ho descritto prima).
Comunque alla fine di tutti i discorsi credo sia importante per tutti noi capire qual'è la strada che vogliamo intraprendere, anche se "in ritardo", che poi nel caso del collega comunque tardi non è. Capisco la sua amarezza, ma è ancora tranquillamente in tempo a cambiare se lo desidera e forse, dato ciò che ne è uscito, è necessario che lo faccia.
Se i suoi pensieri sulla professione, per le esperienze vissute, sono di questa misura, credo sia meglio proprio per la sua serenità e soddisfazione personale rivolgersi altrove, anche per non esasperare un vissuto di rabbia/delusione che già vive.
Per quanto mi riguarda ho solo tentato di riportare le considerazioni sul lavoro dell'assistente sociale su una dimensione un pochino più oggettiva; rispetto le vostre considerazioni perchè ho ben presente i campi di lavoro che voi considerate giustamente più attribuibili ad un burocrate, ma avendone anche ben freschi nella mente degli altri opposti e che io utilizzo ogni giorno per rinverdire la mia motivazione, ho ritenuto doveroso portare il mio contributo e farlo presente.
Se non altro per esigenze di onestà e rispetto perciò che mi è stato insegnato, proprio sul campo, più osservando che imparando all'università.
Facci sapere come andrà a finire, in bocca al lupo!
Idem a te pallaspina, e buona giornata
