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salve a tutti,mi chiamo Paola e mi sono appena iscritta..sono iscritta al 3anno di giurisprudenza ma non sono piu felicedella scelta,non mi rende piu felice..il piu grande sogno è quello di intervenire laddove ci sono situazioni di disagio familiare che mettono a rischio l equilibrio psichico ed evolutivo del minore,di lavorare nel campo degli affidamenti e delle adozioni(io stessa sono stata adottata e c è il mio interesse a supportare e guidare le famiglie che vogliono iniziare la strada dell adozione)e di lavorare a contatto con case famiglie.
mi sono resa conto che continuando con Giurisprudenza non posso soddisfarre questo mio sogno nel cassetto,se avevo scelto legge era perchè avevo sin da piccola,la voglia di aiutare l altro..ma poi mi sono resa conto che un laureato in legge non può intervenire in prima persona per valutare la situazione familiare del minore a rischio,oppure non ha la possibiità di fare un percorso con la famiglia affidataria...per cui mi sono fermata e mi sono detta che persona voglio diventare?quello che mi desta preoccupazione è che se da un lato i miei sogni nel cassetto sono lavorare a contatto con il minore che versa in una situazione di sofferenza e a rischio evolutivo,dall altro la mia piu grande passione è la mente umana:la psiche delle persone..mi ha sempre appassionatoo..non lo so perchè,ma sin da piccola ho avuto iltalento di ascoltare e la passione di aiutare quelle persone,che attraversavano un periodo triste della loro vita..ecco quindi mi chiedevo ma l assistente si puo definire un operatore psico-sociale?nel senso che l assistente sociale,da quello che ho capito io,è una persona che è a contatto con persone che stanno passando un brutto periodo e che si rivolgono all assistente sociale per essere aiutate e l assistente sociale deve avere anche lapassione di ascoltare..inoltre leggendo nel forum ho visto che nella valutazione delle capacità genitoriali c è la possibilità per l assistente sociale di non essere affiancato dallo psicologo..insomma sbaglio se penso che l assisyente sociale è anche un pò psicologo?che c è un pò di psicologia nel suo lavoro?
tutte queste domande le faccio per capire se facendo servizi sociali posso coniugare queste 2passioni:la psiche e l ascolto e intrvenire a favore di minori che versano in una situazione di disagio familiare che mette a rischio la loro evoluzione psichica.

Ciao Paola,
vedo che hai abbastanza dimestichezza con il "nostro" linguaggio.. forse per via degli studi scolastici..o per via di libri che avrai letto..(forse per via dell'interesse legato al tuo percorso di vita..)
Se hai avuto dei dubbi circa il tuo percorso fai bene a fermarti un attimo per riflettere..
Senza dirti la mia in merito (perchè avrei da dirti una marea di cose..che probabilmente non ti serviranno a niente..) credo che possa servirti più che altro un consiglio su cose che puoi leggere. La lettura del "lavoro di rete" di Folghereiter credo che possa far comprendere il modo in cui dovrebbe "atteggiarsi" la mente dell'assistente sociale professionista. Ti fa capire la differenza rispetto ad altre professioni.
E poi ti consiglio di leggerti un testo di Ivana Castoldi "Meglio sole. Perchè è importante bastare a se stessi". L'autrice è una psicoterapeuta. E' l'ultimo libro che ho letto.. Non chiedermi perchè te lo consiglio.. tu leggilo e basta.. sono sicura che man mano che ad un certo punto della lettura forse capirai il perchè te l'ho consigliato.. Se non capirai..fa niente.. sicuramente ti lascerà qualcosa..

Infine voglio darti un fattore di realtà importante: è molto difficile che tu domani possa realmente intraprendere un percorso nel settore specifico verso il quale SENTI (oggi..) un certo tipo di slancio emotivo. Quindi metti in conto anche questo..

Circa la definizione.. Noi siamo "etichettati" come 'operatori sociali', ma anche altri professionisti che non sono ass. soc. fanno parte di questa categoria. Categoria che io personalmente non condivido..perchè alimenta la poca chiarezza.. e perchè utilizzata in alcune leggi crea non pochi problemi in fase di applicazione.. (di chi sono le competenze??"Nella legge x si richiede l'ass. soc. o il sociologo??" ad esempio..) E poi perchè mi dà l'idea di colui che "opera" ovvero "mette le mani" (molti addirittura ci confondono con i "tecnici di servizio sociale" - indirizzo di studi specifico di alcuni diplomati in istituti professionali per i servizi sociali - e gli stessi studenti fanno confusione..), termine quindi che va a dare manforte ad una cultura secondo la quale l'a.s. non è un professionista LAUREATO. Quando invece non solo è laureato ma è un intellettuale (iscrizione ad un albo).

Nel dpr 328/01 (che disciplina le professioni) se non ricordo male si fa riferimento al termine "psico" solo nel caso di ricerche.. e utilizzo dati.. ma questo non è importante..
Nella prassi posso dirti che sicuramente l'a.s. avendo a che fare con problematiche sociali ha anche a che fare con persone che hanno problemi psicologici o psichiatrici. Un problema sociale può contribuire a far scatenere un disturbo psichico e viceversa..
Come lo psicologo anche noi abbiamo l'ascolto come "strumento" per la comprensione (e trasmissione messaggi) e (non proprio come loro..) veniamo formati per comprendere anche problemi di questo tipo. Ci sono molti casi in cui un problema psicologico viene diagnosticato e preso in carico da uno psicologo a seguito di una "dritta" dell'a.s. che ha "intravisto" un problema.. Siamo in grado di intravedere e ipotizzare, ma non possiamo fare una valutazione di ordine psicologico (o psichiatrico). Non abbiamo questo tipo di competenza. Guardiamo la persona nella globalità quindi teniamo in considerazione i deversi aspetti: legali, psicologici, sociali, medici, relazionali...

Spero di esserti stata utile.. Considera che io da ragazzina volevo fare la psicologa.. poi ho cambiato idea al quinto anno..perchè un mio prof. (di neuropsichiatria infantile) che era giudice onorario al Tribunale dei Minori mi consiglio di partecipare ad un Convegno.. Si parlava di adozione e affido .. Era la prima volta che sentii parlare degli assistenti sociali quel giorno DECISI..cosa avrei voluto fare "da grande" Ora sono grande e sto ancora "decidendo"..per certi versi..

Ero iscritta ad un istituto professionale per i servizi sociali e ho studiato per 5 anni psicologia..e spesso passavo pomeriggi interi in biblioteca a studiare cose che esulavano dal mio programma di studi scolastici..e scrivevo tesine e appunti a gogò.. (dopo tantissimi anni ho compreso che scrivere era la mia "terapia"..in cui potevo sviluppare anche la mia creatività che non ha trovato altre forme di sfogo..)
Ora che sono un'a.s. posso ritenermi più che soddisfatta della scelta presa.. anche se mi capitato di avere dubbi.. (della serie "chissà se avessi fatto questo percorso..come sarebbe stato..?" fose in termine di entrate economiche e in termini di "riuscita" ed efficacia del processo di aiuto.. Noi abbiamo a che fare con un milione di dinamiche..e spesso gli interventi falliscono per cause che sono indipendenti rispetto alla nostra azione..)
A differenza tua io spesso mi sono detta "era meglio fare l'avvocato"..ma solo per via di alcuni casi che ho seguito.. (alcuni più che di una 'consulenza sociale' avevano bisogno di un "avvocato di strada") e per via di alcune miei fattori caratteriali..
Eppure..i miei appassionanti studi in psicologia.. non sono ancora terminati.. Leggo con la stessa passione di quando avevo 15 anni.. Ma non mi chiedo più il perchè..lo faccio e basta..