Io confermo gli ultimi due motivi elencati da Nazg: le esperienze di volontariato mi hanno fatto comprendere l'importanza dell'aiuto agli altri, e da sempre baso il mio pensare e il mio agire sul fatto che siamo tutti fallibili e che per questo tutti meritiamo di essere considerati come persone che hanno diritto alla possibilità di cambiamento, nella quale credo fermamente, tanto da volerci dedicare la mia tesi.
Credo che questo lavoro si basi molto sulla dimensione del
sentire, più che su altre. Il sentire questo mestiere (o professione, che dir si voglia, ma amo definirlo mestiere perchè riconduce il tutto ad un lavoro che necessita di essere curato nei minimi particolari costantemente, con la dedizione di un artigiano) è qualcosa di innato credo, e che ti porta alla volontà di approfondire la complessa tematica dell'aiuto agli altri attraverso lo studio delle metodologie e dei i fondamenti del Servizio Sociale.
Credo quindi che tutto parta da un qualcosa di interiore, che poi però si sviluppa, evolve e si differenzia quindi dal meno strutturato (anche se non meno importante) volontariato; molto spesso parte da questa base, per poi diventare altro, proprio perchè cresce il livello di consapevolezza.
