Quando si riscontra la mancanza di capacità genitoriale?
Inviato: mar, 13 lug 2010 - 9:17 pm
Buonasera,
accedo casualmente a questo sito e spero di poter ricevere da parte vostra, quale persone esperte, delle delucidazioni o, perlomeno, dei suggerimenti sulla situazione che vado a spiegare.
Una mia carissima amica, attualmente sta vivendo con il compagno che ha problemi di alcolismo.
Questa persona è diventato dipendente anche da ansiolitici e psicofarmaci, che gli sono stati prescritti dal suo psicologo.
Ormai sono 8 mesi che non lavora poichè è stato licenziato in tronco, per essere andato in escandescenza sul posto di lavoro dopo aver abusato dell'alcol.
In tutto questo c'è di mezzo una bambina di 18 mesi.
La mia amica, fino a 9 mesi fà, viveva all'interno dell'abitazione dei propri genitori con la bambina...poi ha deciso di andare a vivere nell'abitazione di lui (nell'appartamento accanto al loro vive la madre del compagno). Nulli sono stati i nostri continui tentativi del dissuaderla.
La situazione che ad oggi si prospetta è la seguente: è lei che mantiene tutti e 3 facendo un lavoro full-time che la tiene fuori casa 13 ore per 5 giorni alla settimana.
La bambina sta al nido tutto il giorno fino alle 18 e poi viene ritirata dal compagno che, in teoria, dovrebbe farla cenare ma questo non avviene mai.
Molto spesso è la mia amica a far mangiare la bambina al suo rientro di sera alle 21,30 con la conseguenza del rifiuto del cibo da parte della bimba perchè assonnata o il cenare soltanto con un biberon di latte!
Nel corso del pomeriggio, il compagno è sotto l'effetto dei psicofarmaci e quindi non è in grado di seguire come dovrebbe la bimba.
La madre di lui non si interessa nè al problema nè alla bambina...peraltro è un'accanita fumatrice che non si fà il ben che minimo scrupolo di fumare vicino alla bambina, dato che trascorre tutti i pomeriggi insieme al figlio.
La mia amica è diventata nervosa ed irrequieta e, tale stato, lo trasmette anche alla bambina.
Una bambina di 18 mesi che sembra una piccola di 9 mesi!
La scorsa settimana la bimba è stata ricoverata in ospedale per un virus polmonare. La mamma la mattina l'aveva lasciata con la febbre al compagno perchè era dovuta andare a lavorare. Soltanto nel pomeriggio i sintomi della bimba si sono aggravati e soltanto la sera alle 22, è stata la stessa madre, al ritorno, a portarla in ospedale perchè respirava a fatica...
Il nostro problema è quello di non riuscire a far ragionare la mia amica, non riusciamo a fargli comprendere che questa non è vita per lei ma sopratutto per la bambina.
Lo difende, lo giustifica, credendosi di poterlo cambiare o guarire...
La domanda che vado a chiedervi è la seguente: cosa accadrebbe se facessi un esposto ai servizi sociali? Possono questi elementi far partire una denuncia? La bambina potrebbe essere affidata ai famigliari (zii o nonni materni) e se sì, bisogna avere delle credenziali? O sarebbe affidata alle case famiglia?
Potete dirmi tutti i pro e i contro?
Ringrazio in anticipo tutti coloro che possono darmi consigli.
Cecilia
accedo casualmente a questo sito e spero di poter ricevere da parte vostra, quale persone esperte, delle delucidazioni o, perlomeno, dei suggerimenti sulla situazione che vado a spiegare.
Una mia carissima amica, attualmente sta vivendo con il compagno che ha problemi di alcolismo.
Questa persona è diventato dipendente anche da ansiolitici e psicofarmaci, che gli sono stati prescritti dal suo psicologo.
Ormai sono 8 mesi che non lavora poichè è stato licenziato in tronco, per essere andato in escandescenza sul posto di lavoro dopo aver abusato dell'alcol.
In tutto questo c'è di mezzo una bambina di 18 mesi.
La mia amica, fino a 9 mesi fà, viveva all'interno dell'abitazione dei propri genitori con la bambina...poi ha deciso di andare a vivere nell'abitazione di lui (nell'appartamento accanto al loro vive la madre del compagno). Nulli sono stati i nostri continui tentativi del dissuaderla.
La situazione che ad oggi si prospetta è la seguente: è lei che mantiene tutti e 3 facendo un lavoro full-time che la tiene fuori casa 13 ore per 5 giorni alla settimana.
La bambina sta al nido tutto il giorno fino alle 18 e poi viene ritirata dal compagno che, in teoria, dovrebbe farla cenare ma questo non avviene mai.
Molto spesso è la mia amica a far mangiare la bambina al suo rientro di sera alle 21,30 con la conseguenza del rifiuto del cibo da parte della bimba perchè assonnata o il cenare soltanto con un biberon di latte!
Nel corso del pomeriggio, il compagno è sotto l'effetto dei psicofarmaci e quindi non è in grado di seguire come dovrebbe la bimba.
La madre di lui non si interessa nè al problema nè alla bambina...peraltro è un'accanita fumatrice che non si fà il ben che minimo scrupolo di fumare vicino alla bambina, dato che trascorre tutti i pomeriggi insieme al figlio.
La mia amica è diventata nervosa ed irrequieta e, tale stato, lo trasmette anche alla bambina.
Una bambina di 18 mesi che sembra una piccola di 9 mesi!
La scorsa settimana la bimba è stata ricoverata in ospedale per un virus polmonare. La mamma la mattina l'aveva lasciata con la febbre al compagno perchè era dovuta andare a lavorare. Soltanto nel pomeriggio i sintomi della bimba si sono aggravati e soltanto la sera alle 22, è stata la stessa madre, al ritorno, a portarla in ospedale perchè respirava a fatica...
Il nostro problema è quello di non riuscire a far ragionare la mia amica, non riusciamo a fargli comprendere che questa non è vita per lei ma sopratutto per la bambina.
Lo difende, lo giustifica, credendosi di poterlo cambiare o guarire...
La domanda che vado a chiedervi è la seguente: cosa accadrebbe se facessi un esposto ai servizi sociali? Possono questi elementi far partire una denuncia? La bambina potrebbe essere affidata ai famigliari (zii o nonni materni) e se sì, bisogna avere delle credenziali? O sarebbe affidata alle case famiglia?
Potete dirmi tutti i pro e i contro?
Ringrazio in anticipo tutti coloro che possono darmi consigli.
Cecilia