Visite protette: a chi l'onere economico?

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marymya
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Visite protette: a chi l'onere economico?

Messaggio da marymya »

Buongiorno a tutti/e. Vi chiedo un aiuto.
Devo organizzare delle visite protette tra un minore e i congiunti in quanto questo strumento sembra essere l'unico possibile per tutelare il bambino. C'è già un decreto del TM che incarica noi Servizi Sociali (affidatari del bambino) di regolamentare le visite.
Ora io mi trovo ad aver trovato tale spazio neutro, il più economico rispetto agli altri contattati e quello che creerebbe meno diagio per il minore per via della distanza da casa.
Il problema nasce nel momento in cui la mia amministrazione, ben sapendo del parziale risarcimento della Regione, nega l'impegno economico di tale spesa e autorizza gli stessi parenti ad organizzarsi in forma privata per pagarsi tale visite (costo educatore e luogo).
Ma ciò è possibile? Questa cosa a mio parere va contro la forma di tutela che l'ente pubblico ha nei confronti dei minori in affido, in quanto in questo caso, ipotizzando la stesura di un contratto tra nonna ed eventuale educatore, si andrebbe a vanificare l'obiettivo dell'inserimento dell'educatore stesso, in quanto connesso e in rapporto contrattuale con la figura della nonna.
Voi cosa ne pensate? Possi io scrivere in forma scritta ai miei superiori che sono in disaccordo con tale scelta e dunque mi tolgo ogni responsabilità rispetto queste visite, rimandando a loro le continue visite e chiamate di lamentela dei familiari che vogliono vedere il minore come scritto dal decreto?
Fino a dove arrivano i miei poteri? Io il luogo l'ho trovato ma non mi sono state date le risorse economiche per poter attuare il mio intervento. A questo punto la responsabilità non dovrebbe passare a loro?
Vi ringrazio.
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ugo.albano
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Re: Visite protette: a chi l'onere economico?

Messaggio da ugo.albano »

Se il minore è affidato ai servizi sociali l'onere è loro. Il più è come.

Se esiste già un servizio di questo tipo, bene. Altrimenti si fa "in casa": un ufficio con un angolo-giochi va benissimo.

Al di là della "protezione" (e che sono sti genitori, pedofili o violenti? e se si, perchè non sono decaduti??), il focus dell'intervento è l'osservazione del rapporto bambino-genitori, e lì è bene che sia l'assistente sociale, che poi è quello che relaziona al TM. Perchè l'educatore? Se poi la famiglia lo paga, capirai che neutralità!!!!

Ragazzi, un pò di buon senso: arrangiamoci, per questi servizi, con quello che abbiamo. Il problema non è solo "chi paga", ma pure come fare questi "pezzi di intervento" in economia e con senso (l'a.s. che osserva, come dicevo). Proponiamo alle Amministrazioni servizi semplici ed economici, i soldi a disposizione sono davvero pochi!!

Poi, va beh, il problema è del servizio, non solo del singolo professionista..................

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Re: Visite protette: a chi l'onere economico?

Messaggio da marymya »

Caro Ugo, ti ringrazio per la risposta.
Il caso è un pò complesso in quanto si è tentato più volte di fare queste visite presso il mio ufficio ma questo si trova ad una distanza significativa rispetto la casa dove risiede ora il minore con la famiglia affidataria e l'ora di viaggio è un grosso disagio per il bambino. Inoltre, avendo io poche ore per una mole di lavoro enorme, non posso permettermi di togliere un'ora di ricevimento per poterle condurre. Dovrebbero aumentarmi le ore di lavoro per poterle fare in un altro momento ma ciò è per loro improponibile. Faccio solo part time anche se ci sarebbe bisogno di molto più tempo in quanto mi trovo a dover fare tutto, compreso lavoro amministrativo di cui non so quanto di mia competenza.
Questo spazio neutro farebbe pagare solo l'educatore e non lo spazio fisico, venendo incontro ai problemi economici del comune.
Visto che si è già provato a fare questi incontri presso il mio ufficio ma ciò è fallito e visto l'aver trovato una soluzione alternativa a buon prezzo ma ciò non è stato approvato dall'amministrazione, io cosa posso fare ora?
Non vedo alternative e mi sento solo dire che è compito mio e devo pensarci io, lasciandomi completamente sola..in poche parole devo gestirmeli io i parenti (non si tratta dei genitori) perdendo le poche ore che sono in servizio per spiegare loro ogni volta le stesse cose, ovvero che l'intervento non si può attuare perchè mancano le risorse. Inoltre mi sento accusare da parte di essi che io non sto rispettando il decreto (IO, non l'amministrazione che non mi da le risorse), con il rischio che mi arrivi pure una denuncia.
Fin dove arriva la mia responsabilità come assistente sociale?
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Re: Visite protette: a chi l'onere economico?

Messaggio da ugo.albano »

Comprendo tutto, carissima, ma dimmi: è tua competenza il lavoro amministrativo e non quello di fare un'osservazione su cui riferire al TM? E' logico che si faccia una scelta e che bisogna battere i pugni con l'Amministrazione.

Abbiamo Leggi a tutela del profilo e declaratorie dei Contratti, che vogliamo di più?

Ti invito a riflettere. Le crisi a volte sono occasioni per cambiare "in meglio" il nostro lavoro.

Poi, va beh, se il Giudice riceve lamentele (sul fatto che gli incontri non si fanno) ed ipotizza l'omissioni d'atti, viene direttamente da te. E che gli dici? Che non c'è l'educatore o i soldi e che tu hai le carte da fare?

Io credo che vada fatto uno sforzo da parte tua. E pure una pressione sull'Ente.

Non sei iscritta al SUNAS? Assistente sociale fai-da-te??? Ahiahiahi.... :D :D :D

Un abbraccio.

Ugo
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