Qualche Ass. Sociale soddisfatto esiste?
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- Baby Utente
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Qualche Ass. Sociale soddisfatto esiste?
Volevo chiedere questo: c'è qualcuno veramente soddisfatto della sua scelta, che adesso lavora e sta bene economicamente? Tutti gli ass. sociali che rilasciano dichiarazioni sembrano tutti malcontenti del proprio lavoro o disoccupati.
Chiedo questo perchè vorrei intraprendere, a 26 anni, il corso triennale in servizio sociale.
Grazie.
Chiedo questo perchè vorrei intraprendere, a 26 anni, il corso triennale in servizio sociale.
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- Nazg
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Re: Qualche Ass. Sociale soddisfatto esiste?
Eccomi!
Io amo il mio lavoro!
Mi sono sperimentata in vari settori (rifugiati, vittime di tratta, alcologia, servizio sociale di base, disabilità) e in ognuno di essi ho scoperto modi per svolgere la professione.
Abbiamo un ruolo sociale importante se sappiamo costruire relazioni e giocare bene le nostre competenze.
Aspetto economico? Non mi lamento. E' uno stipendio fisso e questo è una cosa molto buona vista la situazione attuale...
Però penso che il benessere economico percepito da ogni ass.soc. sia relativo, nel senso che dipende da vari fattori (chi lavora in famiglia, quante persone devi mantenere, quali spese hai,ecc.)
Per te cosa vuol dire "sta bene economicamente?"
Io amo il mio lavoro!
Mi sono sperimentata in vari settori (rifugiati, vittime di tratta, alcologia, servizio sociale di base, disabilità) e in ognuno di essi ho scoperto modi per svolgere la professione.
Abbiamo un ruolo sociale importante se sappiamo costruire relazioni e giocare bene le nostre competenze.
Aspetto economico? Non mi lamento. E' uno stipendio fisso e questo è una cosa molto buona vista la situazione attuale...
Però penso che il benessere economico percepito da ogni ass.soc. sia relativo, nel senso che dipende da vari fattori (chi lavora in famiglia, quante persone devi mantenere, quali spese hai,ecc.)
Per te cosa vuol dire "sta bene economicamente?"
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Re: Qualche Ass. Sociale soddisfatto esiste?
Eccomi! Dopo 15 anni da dipendente pubblico felicemente libera professionista con sommo gaudio. Economicamente un po' più incasinata di prima ma non mi lamento
- ugo.albano
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Re: Qualche Ass. Sociale soddisfatto esiste?
La domanda è malposta, caro Alejandro.
La soddisfazione dipende da tante variabili, materiali o meno.
Sul piano materiale siamo pagati poco rispetto alle responsabilità.
Sul piano motivazionale dipende dai motivi per cui si fa questa scelta.
Sul piano psichico dipende da quanto reggiamo individualmente la frustrazione (il nostro lavoro è frustrante, spesso non si vedono risultati immediati).
Dipende poi da come e cosa si fa. Una cosa è essere dipendente, altra cosa un libero professionista.
OK????
La soddisfazione dipende da tante variabili, materiali o meno.
Sul piano materiale siamo pagati poco rispetto alle responsabilità.
Sul piano motivazionale dipende dai motivi per cui si fa questa scelta.
Sul piano psichico dipende da quanto reggiamo individualmente la frustrazione (il nostro lavoro è frustrante, spesso non si vedono risultati immediati).
Dipende poi da come e cosa si fa. Una cosa è essere dipendente, altra cosa un libero professionista.
OK????
Re: Qualche Ass. Sociale soddisfatto esiste?
Eccomi!! è il lavoro più bello del mondo...ma serve gente motivata che non abbia paura della creatività!
Re: Qualche Ass. Sociale soddisfatto esiste?
Una discussione interessante per chi vuole intraprendere questa professione. Ma penso che ogni persona abbia la capacità di trasformare la propria vita ed essere soddisfatta o meno di quello che fa. Come ha scritto Ugo ci sono tante variabili che incidono sull'essere felici di quello che si fa. Sicuramente le variabili materiali incidono tanto, soprattutto in un periodo in cui le cose non vanno bene a livello economico.
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- Militante
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Re: Qualche Ass. Sociale soddisfatto esiste?
Io non ero soddisfatta, anche se i fondamenti del lavoro li adoravo. Non ero soddisfatta perché il 70 per cento della gente veniva per chiedere un contributo economico e il restante 30 per cento veniva perché il Tribunale aveva chiesto un'indagine. Non ero soddisfatta perché gli assessori ficcavano il naso continuamente e inculcavano promesse di denaro e servizi che non esistevano. Non ero soddisfatta perché qualora facevo un progetto, 3 funzionari, un amministrativo e un dirigente cominciavano a litigare fra loro sul tema se c'erano soldi o no e alla fine sembrava di essere all'asta "Chi offre di meno? uno due tre, aggiudicato". Non ero soddisfatta perché gli psicologi e NPI collaboravano solo quando si trattava di chiedere ore di sostegno educativo e perché sia loro che gli insegnanti e direttori scolastici mi facevano sentire sempre come se fossi a difendermi davanti a un tribunale. Sottolineo che i miei rapporti erano molto buoni con tutte queste persone peró io vevevo che non era il lavoro per me. Pur criticata da quasi tutti, ho intrapreso la strada della laurea in psicologia e, complice il fatto che mi sono trasferita all'estero per motivi familiari, ho cambiato professione, cominciando a esercitare la psicologia. Adesso sto pure cercando di tornare alla professione di assistente sociale, cercando lavoro nel sociale, ma qui il ruolo vedo che é molto diverso, in quanto quasi non si erogano interventi economici e si dichiara tranquillamente che quello che fa l'assistente sociale non é colloquio ma TERAPIA. Sarebbe un bel lavoro (ma vi posso assicurare che anche quello di psicologo non é da meno... certo dipende da come lo si fa) ma in Italia non ce lo fanno fare realmente. Poi certo, io prendevo quello che prendevo e qui vedo offerte dove per fare la metá del lavoro che facevo io pagano a partire da 300 euro al mese in piú.... e a volte molto di piú... azzarderei una riflessione: che all'estero il lavoro é piú specializzato, non esiste l'a.s. che FA TUTTO come in Italia. Generalmente ce n'é uno che fa il SAD, un altro che gestisce i casi in casa di riposo, uno che si occupa di famiglie maltrattanti, un altro di adozione, uno che gestisce gli incontri protetti... Ragazzi ma come si fa a fare tutto??? quello che facciamo in Italia É FOLLE... é giá tanto che non smattiamo... e poi qui l'assistente sociale é presente principalmente nel privato sociale ed ha coordinatori e capi che sono professionisti come lui, non ragionieri o avvocati o informatici...
i miei piccoli 5 cents...
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- ugo.albano
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Re: Qualche Ass. Sociale soddisfatto esiste?
Pallaspina pallaspina.......
io credo che il lavoro sia un pò come l'amore. DIPENDE. Dipende da se stessi, ma pure dal partner. Nell'amore si crede che la combinazione sia "casuale", invece non lo è davvero. Sta poi ai singoli gestirsi la SODDISFAZIONE PERCEPITA. C'è cioè chi è soddisfatto, e va bene, ma pure chi non lo è, ma non cambia. C'è chi si adatta ad un partner insoddisfacente, e chi lo manda a quel paese.
Chi è sto partner? E' l'organizzazione di lavoro, la quale è - per natura stessa dell'ente pubblico - rigida: prendere o lasciare, insomma. Poche pippe, ragazzi: un'organizzazione burocratica come il Comune non puà che funzionare in un certo modo, ovvero: dare risposte, confermare un certo consenso politico, contenere i costi, accontentare l'assessore e le associazioni del territorio. In questo gioco la "soddisfazione del cliente interno" NON ESISTE.
La questione è un pò diversa nell'impresa sociale, dove obiettivi e fini sono diversi dalle burocrazie. Però queste imprese richiedono un altro tipo di atteggiamento di chi lavora.
La "soddisfazione" è cioè relativa, dipende dal contesto, ma pure da chi la esprime. Questa è sempre il frutto di un adattamento.
Da parte del lavoratore la soddisfazione dipende sempre dalla differenza tra il prima ed il dopo, cioè dalla rappresentazione del lavoro di aiuto durante lo studio e ciò che realmente si fa. C'è cioè l'assistente sociale "soprammobile", cioè quello che si adatta a tutto, pure a fare l'amministrativo, ma è così perchè E' SEMPRE STATO COSI'. C'è poi pure l'assistente sociale che ha interessi, passioni, peculiarità, costui studia, si confronta, si aggiorna......è logico che la dipendenza gli sta stretta.
DIPENDE. Il "soprammobile" è soddisfatto a fare il soprammobile. Il collega "dinamico" (cioè che ha una mission personale da realizzare) deve invece trovare la sua strada: se non dove lavora, fuori.
Nei miei corsi sulla libera professione insisto molto sulla necessità - per i colleghi "dinamici" costretti per pagnotta alla dipendenza - a che ci si specializzi per conto proprio aprendosi collaborazione esterne. Uso sempre, in questi corsi, la metafora della moglie e dell'amante: è lecito tradire la moglie se questa non trasmette più passione. Si tratta di tenere assieme moglie ed amante per SENTIRSI VIVI, cioè per esercitare attività professionale CON UNA PERCEZIONE CHIARA DI SODDISFAZIONE, la quale da a dipendere da noi e non dalla "concessione" di un capoccia burocratico pubblico-
Insomma, DIPENDE. Gli assistenti sociali non sono tutti uguali. GRAZIE A DIO !!!
io credo che il lavoro sia un pò come l'amore. DIPENDE. Dipende da se stessi, ma pure dal partner. Nell'amore si crede che la combinazione sia "casuale", invece non lo è davvero. Sta poi ai singoli gestirsi la SODDISFAZIONE PERCEPITA. C'è cioè chi è soddisfatto, e va bene, ma pure chi non lo è, ma non cambia. C'è chi si adatta ad un partner insoddisfacente, e chi lo manda a quel paese.
Chi è sto partner? E' l'organizzazione di lavoro, la quale è - per natura stessa dell'ente pubblico - rigida: prendere o lasciare, insomma. Poche pippe, ragazzi: un'organizzazione burocratica come il Comune non puà che funzionare in un certo modo, ovvero: dare risposte, confermare un certo consenso politico, contenere i costi, accontentare l'assessore e le associazioni del territorio. In questo gioco la "soddisfazione del cliente interno" NON ESISTE.
La questione è un pò diversa nell'impresa sociale, dove obiettivi e fini sono diversi dalle burocrazie. Però queste imprese richiedono un altro tipo di atteggiamento di chi lavora.
La "soddisfazione" è cioè relativa, dipende dal contesto, ma pure da chi la esprime. Questa è sempre il frutto di un adattamento.
Da parte del lavoratore la soddisfazione dipende sempre dalla differenza tra il prima ed il dopo, cioè dalla rappresentazione del lavoro di aiuto durante lo studio e ciò che realmente si fa. C'è cioè l'assistente sociale "soprammobile", cioè quello che si adatta a tutto, pure a fare l'amministrativo, ma è così perchè E' SEMPRE STATO COSI'. C'è poi pure l'assistente sociale che ha interessi, passioni, peculiarità, costui studia, si confronta, si aggiorna......è logico che la dipendenza gli sta stretta.
DIPENDE. Il "soprammobile" è soddisfatto a fare il soprammobile. Il collega "dinamico" (cioè che ha una mission personale da realizzare) deve invece trovare la sua strada: se non dove lavora, fuori.
Nei miei corsi sulla libera professione insisto molto sulla necessità - per i colleghi "dinamici" costretti per pagnotta alla dipendenza - a che ci si specializzi per conto proprio aprendosi collaborazione esterne. Uso sempre, in questi corsi, la metafora della moglie e dell'amante: è lecito tradire la moglie se questa non trasmette più passione. Si tratta di tenere assieme moglie ed amante per SENTIRSI VIVI, cioè per esercitare attività professionale CON UNA PERCEZIONE CHIARA DI SODDISFAZIONE, la quale da a dipendere da noi e non dalla "concessione" di un capoccia burocratico pubblico-
Insomma, DIPENDE. Gli assistenti sociali non sono tutti uguali. GRAZIE A DIO !!!
Re: Qualche Ass. Sociale soddisfatto esiste?
Io mi sono iscritta alla facoltà di Servizio Sociale perché, insoddisfatta del mio lavoro, volevo avere nuovi stimoli. Avevo 32 anni e non mi interessava fare l'assistente sociale. Adesso ho 40 anni e faccio l'assistente sociale. Viaggio tra un contratto e l'altro e sono consapevole di non essere più così giovane, ma mi piace il mio lavoro e sono soddisfatta, pur nella consapevolezza di tanti problemi a diversi livelli (personale, professionale, sociale, politico...).