Collaborazione tra servizio sociale del comune e dell' USSM?

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didina
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Collaborazione tra servizio sociale del comune e dell' USSM?

Messaggio da didina »

Premetto che lavoro in un piccolo comune della Sardegna; vorrei chiedervi qual'è la vostra esperienza di collaborazione con l' USSM...Al servizio sociale del Comune nel quale lavoro arrivano dalla Procura sempre più richieste di indagine sociale, nelle quali si prega di raccordare l' intervento con l' USSM....Peccato che con l' USSM non ci sia alcuna collaborazione, in quanto la collega A.S. che avevo contattato tempo fa mi rispose che per carenza di personale l' USSM non interviene nel caso di minori coinvolti in piccoli reati ( piccoli furti, atti vandalici etc..). Da questo deriva che io devo fare la mia relazione da sola, senza avere idea del perchè mi viene chiesta la relazione, in quanto la procura indica solo il reato commesso, ma non dà indicazione alcuna del contesto nel quale è stato commesso, trovandomi spesso a fare da "polizziotto" che fà un interrogatorio per capire un pò di più...e non avendo la competenza specialistica, anche per informare i genitori del minore sulle procedure e sulle possibili conseguenze cui il minore potrebbe andare incontro, considerato il caso specifico..
pallaspina
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Re: Collaborazione tra servizio sociale del comune e dell' U

Messaggio da pallaspina »

Per quanto mi riguarda, un'esperienza meravigliosa in quanto l'unica collega che lavorava all'USSM era bravissima e molto motivata. Era quasi piú lei che cercava noi colleghe del Comune, sempre affogate da indagini TM e lavoro sul territorio, era molto propositiva e cercava di fare gruppo con noi proprio perché soffriva per la sua solitudine professionale. Una collega rara, devo dire.
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ugo.albano
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Re: Collaborazione tra servizio sociale del comune e dell' U

Messaggio da ugo.albano »

Cara didina,

cerca di vedere le cose per come sono. La Procura presso il TM ti richiede un'indagine sociale. Se l'USSM è impossibilitato, procedi da sola, che problema c'è? Si tratta di aiutare l'AG procedente a meglio trattare il caso.
E' un recidivo? E' in un percorso formativo? In che famiglia vive? Che rilevanza sociale si dà al fatto? Che risorse ci sono se si ipotizza una messa alla prova? Ci sono prescrizioni utili al magistrato per decretare certi divieti? Ci sono elementi che ti fanno suggerire l'irrilevanza del fatto?

Insomma, con o senza USSM gli elementi sono quelli. Magari se il fatto è avvenuto in un piccolo paese, una chiacchierata col maresciallo dei CC non guasta.

Io ho sempre proceduto da solo. Non ho mai avuto problemi.
Ugo Albano

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Re: Collaborazione tra servizio sociale del comune e dell' U

Messaggio da laurabianchi »

secondo me l'albo deve chiedere al ministero di assumere aass al servizio minori.
pallaspina
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Re: Collaborazione tra servizio sociale del comune e dell' U

Messaggio da pallaspina »

Io ho forti dubbi che sia solo un problema di sotto-organico. Non voglio dire che i servizi siano OK con il numero giusto di operatori, peró per esperienza ho visto che la sensazione di "non farcela" é molto spesso un vissuto personale ed ha piú a che vedere con la cultura del singolo servizio e in parte con l'operatore stesso. Come dice Ugo, non é che poi l'USSM abbia tutte queste gran competenze, per lo meno non deve portare avanti progetti a lungo termine. Dove si giocano gli operatori é come coniugano il loro mandato. A volte la collaborazione non vuol dire "fare chissá quali cose" ma "esserci", é piú un atteggiamento che dipende relativamente poco dal binomio ore di lavoro-casi. Molto spesso l'attitudine é mostrarsi super-indaffarati e quindi impossibilitati a raccordarsi con un altro Servizio, peró a tutti sará capitato di vedere colleghi che, pur in mezzo a molto lavoro, riescono comunque a fare rete con altri Servizi. E aggiungerei che una volta fatta rete, le cose fluiscono abbastanza da sole; se invece si passano gli anni in trincea a difendersi dagli "attacchi" degli altri servizi (vedi richieste di colalborazione), la sensazione di trovarsi davanti alle 12 fatiche di Ercole non finirá mai!
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Re: Collaborazione tra servizio sociale del comune e dell' U

Messaggio da ugo.albano »

Concordo. Per mia esperienza, infatti, ho dovuto constatare più volte un "fare inceppato" dei colleghi dellUSSM. Per esempio io proponevo le prescrizioni, queste invece la messa alla prova "a prescindere" dall'opportunità del caso.

A me fa molta paura lavorare sempre e solo con una specifica utenza: il rischio è "standardizzare" gli interventi e gli approcci.

Da questo punto di vista noi dei servizi territoriali abbiamo la visuale più aperta, nonchè conoscenza del territorio.

Infatti, cara didina: se il reo è nel paesino in cui lavori, se ti è facile capire chi è, a che famiglia appartiene, che percorso di vita ha, che rete già il monore ha, ti è molto più facile imbastire un percorso di repupero. Che vuoi che ne sappia la collega dell'USSM che viene dalla citta?
Ugo Albano

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Re: Collaborazione tra servizio sociale del comune e dell' U

Messaggio da didina »

Sono d' accordo con te Ugo quando dici che noi ass. soc. del territorio abbiamo la conoscenza del territorio, delle risorse, e delle famiglie dei minori ( non sempre però, perchè in un parse di 3000 abitanti spesso accade che io non conosca nè il minore nè la famiglia). Io però intendevo dire che la collaborazione con l' USSM sarebbe importante perchè loro sono, appunto, un servizio specialistico e potrebbero forniciI il supporto necessario...Daltronde anche nella richiesta di indagine il magistrato scrive: i servizi territoriali provvederanno a raccordare l' intervento con l' USSM.... Per esempio, in caso di recidiva, e per certi tipi di reato, cosa rischia il minore? E la messa alla prova per esempio, in relazione a quel minore e ai reati commessi, in cosa potrebbe consistere? Quali le caratteristiche del progetto?C' è da considerare poi che nei piccoli comuni non abbiamo un "servizio minori" e ahimè siamo così oberati di lavoro, e soprattutto di pratiche amministrative, che anche il tempo da dedicare è troppo poco, e spesso ti ritrovi a svolgere indagini sociali senza avere il tempo necessario per approfondire il caso..
C'é poi il discorso della mancata rete tra istituzioni...In un caso che ho di affidamento di un minore al servizio sociale, in questo caso però parlo di misura amministrativa, il giudice ha affidato il minore al servizio sociale senza convocarci prima per discutere del progetto, delle eventuali prescrizioni, lasciandoci completamente soli.....
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Re: Collaborazione tra servizio sociale del comune e dell' U

Messaggio da ugo.albano »

Cara didina,

credimi, ti capisco. Le condizioni di lavoro oggi sono quelle che sono. Il rischio però è che "abituandoci a lavorare male, non riusciamo a vedere quando possiamo lavorare bene".

Io, per esempio, come te, sono affogato da lavoro amministrativo. Ciononostante HO DECISO di seguire alcuni casi secondo percorsi di counseling. Cioè ALCUNI casi, non tutti. Ciò per un motivo semplice: non devo dimenticare il lavoro relazionale, che è NOSTRO, ma che i Comuni non ci riconoscono. Il problema è però che nel tempo i colleghi stesi non se lo riconoscono più.

La SPERIMENTABILITA' dei percorsi di assistenza non è solo elemento di qualità, ma pure un ANTIDOTO contro il BURNOUT.

In questo caso: alza le chiappe dalla sedia e và a casa di questo minore. Conoscilo. Parla con la famiglia. Magari ha rubato una mela, ed un "sacrosanto ceffone paterno" gli sta più che bene. Oppure ruba macchine, e lo fa in gruppo, e lo fa magari perchè il padre era un ladro, o perchè a casa davvero non c'è da mangiare. Cioè: la condotta è delinquenziale o a rischio di diventarla? Magari scopri che è appassionato di meccanica (e per questo ruba le macchine), ed allora "fargli riparare le macchine" da un carroziere può essere una bella messa alla prova. Magari un carrozziere-padre sostituto che lo recuperi sulle regole. Che ne so io? Sono tutte cose che vedi uscendo dall'ufficio. Avere un progetto di recupero, concordarlo con minore e famiglia, e comunicarlo all' AG è già metà del tuo lavoro.

Se si sta a pensare a "USSM si e USSM no" senza iniziare mai, un pò di colpa ce la prendiamo noi. Il problema non è "fare la relazione", bensì "che fine fa sto ragazzo se non lo prendo per i capelli"??

In un piccolo paesino è più facile, la rete è più attiva, penso al maresciallo, al parroco, al gruppo sportivo.

Insomma, ste carte le lasciamo o no? Bisogna dare priorità alle cose.

O no?

Ciò con il rispetto verso il lavoro di tutti. Tra di noi ce le diciamo ste cose, in maniera pacata?
Ugo Albano

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Re: Collaborazione tra servizio sociale del comune e dell' U

Messaggio da pallaspina »

Didina, tutte le richieste che ci arrivavano dal Tribunale Minorenni per indagini psicosociali avevano la frase: da svolgere in collaborazione con la Psicologia". Peró la psicologia non collaborava quasi mai, perché appunto dicevano che erano oberati, e quando collaborava, francamente, lo faceva con risultati che allora... meglio niente :mrgreen: Per la qual cosa, io risolvevo abbastanza come dice Ugo: mi creai la mia rete territoriale, facevo coppia fissa col maresciallo dei Carabinieri, con la preside della scuola media, con lo psicologo del Centro Impiego e con vari parroci, con le signore della Croce Rossa (un pó pesanti ma a volte risolutive: divenimmo amiche quando le aspettai sotto il sole per due ore e loro sottolinearono che ero stata l'unica assistente sociale ad andare a verificare in persona dove svolgevano la loro attivitá), Caritas, etc. etc. etc. Alla fine gli psicologi erano anche un pó invidiosi...
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Re: Collaborazione tra servizio sociale del comune e dell' U

Messaggio da didina »

[quote
ugo.albano ha scritto:
In questo caso: alza le chiappe dalla sedia e và a casa di questo minore. Conoscilo. .....
Insomma, ste carte le lasciamo o no? Bisogna dare priorità alle cose.

O no?

Alcune volte lo faccio, andare a fare le visite domiciliari....E lascio le carte come dici tu...
Ma non lo posso fare sempre....perchè per farlo, per interesse rapporti appunto con il maresciallo dei CC, con la preside della scuola, con le realtà di volontariato del territorio ci vuole tempo...E quando il tuo responsabile ti chiede se hai fatto un atto amministrativo, se hai liquidato un fattura, gli puoi rispondere "ho fatto visite domiciliari perchè questo è il nostro lavoro, o dovrebbe esserlo...", ma comunque il tuo lavoro amministrativo lo DEVI FARE, comunque.....
E io sinceramente di fare ore e ore di straordinario, per vedere poi che non c'è nessun riconoscimento non lo faccio più....Anche perchè ho due ore di viaggio tutti i giorni per raggiungere il posto di lavoro...Combattere contro i mulini a vento ti sfinisce...Anche perchè poi ci sono colleghe che ti dicono " Preferisco fare l'amministrativo".....E allora ti cadono le braccia...
Io mi pongo il problema...ma vedo che tante colleghe oramai si sono abituate, accomodate direi sul fare prettamente lavoro amministrativo....Chi se ne frega se non faccio visite domiciliari, se non faccio colloqui, se non faccio progetti...
ma forse sono uscita fuori tema, sono troppo delusa, arrabbiata, e ......sfinita.....
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Re: Collaborazione tra servizio sociale del comune e dell' U

Messaggio da ugo.albano »

No, non sei fuori tema, anzi.
Sei partita dal "l'USSM" non collabora perchè ha troppo lavoro" e sei finita a "al Comune abbiamo troppo lavoro".

Ora, se la scelta tua è "faccio le carte o faccio l'assistente sociale?" la prima risposta te la devi dare tu. Se "fare le carte" è più comodo, finiamola quà, e scarichiamo l'inadempienza sull'USSM.

Se invece ritieni tu di fare l'assistente sociale, poni il problema al dirigente. Se questo fà il fesso )è probabile), scavalcalo, c0è pure un livello politico, giusto? Poi c'è un "livello esterno" che ti può aiutare. Per esempio, crea un rapporto col maresciallo dei CC. Magari con una minaccia di "omissioni di atti di ufficio" il tuo dirigente si dà una mossa.

Crea alleanze con i politici. Se il Comune non ti permette di fare il tuo lavoro, c'è sostanza per litigare in consiglio comunale. Crea alleanze col territorio: ci sono giornalisti, ci sono associazioni che, per conto tuo, possono "spingere". Poni la questione pure ai sindacati: è un problema di organizzazione, mi pare.

Tutto ciò, ripeto, se lo vuoi tu.

Che gli enti pubblici siano burocrazie, a cui basta "l'adempimento burocratico", lo sappiamo. Infatti io mi chiedo che ci stiamo a fare nel pubblico. Però possiamo pure influenzare il gioco con delle proposte migliorative. Si tratta, in fin dei conti, di "evitare che un cittadino minorenne del paese in cui lavori diventi delinquente". A te sembra poco? Sembrerà poco alle persone con cui parlerai?

La soluzione (lo diciamo spesso agli utenti dei nostri servizi) è dentro di noi, non fuori.

La falsa soluzione è sempre "dipendere dagli altri". L'assistito dipende dal Comune, noi dipendiamo dal volere altrui o da disponibilità (che non ci sono) di altri servizi. In questo caso la depressione è il minimo.

Uh, sono uscito fuori tema anche io???

Saluti a tutti.
Ugo Albano

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Re: Collaborazione tra servizio sociale del comune e dell' U

Messaggio da pallaspina »

Io quando ritenevo di fare cose troppo burocratiche, alla fine peró svolgevo mansioni attinenti al ruolo: relazioni sociali, per esempio... Certamente, liquidare fatture non é proprio del nostro ruolo! Certo, ipoteticamente un libero professionista si occuperá anche di liquidare le fatture e magari anche di spazzarsi l'ufficio... ma nell'ambito della dipendenza, io credo che ci sarebbero gli estremi per ribellarsi visto e considerato che il nostro ruolo nell'ente pubblico é "tecnico" e questo a me me lo sbattevano in faccia continuamente, peró sempre quando si trattava di prendersi le patate bollenti: "Siete dei tecnici, quindi vi dovete assumere il rischio X". Dunque ci sará anche qualche vantaggio nell'essere "tecnici"?
Sottoscrivo tutto quello che dice Ugo e credo che sia su queste cose che l'Ordine dovrebbe essere sollecitato a intervenire....
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