E se serve soltanto una "prestazione"?

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blu
Dormiente
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E se serve soltanto una "prestazione"?

Messaggio da blu »

Ciao a tutti,
sono una studentessa della magistrale in servizio sociale e vorrei condividere con voi alcune riflessioni.

Tutta la teoria che studio, e che conoscerete meglio di me, incentra il lavoro sociale sullo sviluppo di empowerment, sul favorire nell'utente a un cambiamento, mettendolo in grado di trovare risorse dentro di sé e nella sua rete e così via.

Ecco, a volte mi chiedo se sia davvero un approccio corretto. Talvolta - e sempre più in questa fase di crisi economica - le risorse semplicemente non ci sono, o non sono abbastanza. Focalizzarsi su quanto potrebbe fare l'utente per trovarle mi sembra che possa farlo sentire solo più incompreso e ritenuto "colpevole" di una situazione in cui si è ritrovato.
Il che mi pare particolarmente vero soprattutto nei casi in cui l'utente ha un indubbio svantaggio che non dipende in alcun modo dalle sue scelte, e che non potrà cambiare: pensiamo all'età anziana o alla disabilità.

Il mostro nero dei miei libri di testo è "l'assistente sociale come macchinetta erogatrice di prestazioni", una figura demonizzata perché l'assistente sociale dovrebbe agire anzitutto attraverso la relazione, portare un cambiamento... ma... non credete esistano casi in cui c'è semplicemente bisogno di una prestazione?

Cosa ne pensate?
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ugo.albano
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Re: E se serve soltanto una "prestazione"?

Messaggio da ugo.albano »

Il problema è che i docenti che preparano gli assistenti sociali NON sono assistenti sociali. Per "essere assistenti sociali" non vuol dire essere iscritti all' Ordine, ma (scusate il tono, ma così ci capiamo) "farsi il culo ogni giorno nei servizi".

Ciò premesso, chi dice e scrive che "lassistente sociale non è una macchinetta" fa la scoperta dell'acqua calda. Ma chi lo dice e lo scrive è pure figlio di questa teorizzazione sistemica in cui la soluzione di tutto sta nell'empowerment. Se usiamo questo termine inglese vorrà pur dire qualcosa? Cioè che stiamo solo appioppando un sistema inglese al nostro?

Nei sistemi in cui si teorizza (e si pratica) l'empowerment le politiche sociali NON sono l'empowerment. C'è cioè un sistema di sicurezza economica che (brutalmente semplifico) dà un tetto ed un tozzo di pane a tutti, poi c'è il servizio sociale, che è un servizio relazionale e NON prestazionale.

Il problema italiano è il cortocircuito creato nel 2000 con questi due macrotemi. Le conseguenze sono proprio quello che dici tu.

Non so se vi ricordate la piramide di Maslow: se la gente non ha soddisfatti i bisogni di base, io non posso far loro pippe con l'empowerment.

Non serve solo l'empowerment. Serve uno zoccolo chiaro di diritti.

Con la crisi economica che c'è basta la prestazione: soldi, casa,.... e poi la gente si attiva da sè......

Saluti.
Ugo Albano

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