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kev
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Messaggio da kev »

Ciao,
ho un dubbio, ma il welfare society è la community care sono la stessa cosa?se no quale è la differenza? Grazie
pallaspina
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Re: WELFARE

Messaggio da pallaspina »

La differenza é sostanziale. Il Welfare é il sistema statuale di aiuti sociali "dall'alto" (detto in maniera molto semplificata, eh...) la cui filosofia deriva da Lord Beveridge (http://es.wikipedia.org/wiki/William_Beveridge). La community care é invece il sistema di cure locali e participate "dal basso", ovvero basate sul coinvolgimento e la partecipazione della cittadinanza stessa e delle agenzie locali no solo formali ma anche informali. Se hai questi dubbi ti consiglio un bel libro della Erickson, "I giganti del servizio sociale", e di leggerti questo: http://www.erickson.it/Libri/Pagine/Sch ... emId=37095 perché contiene spunti interessanti. La Community care in Italia non si é approfondita e molta letteratura anglosassone non é stata tradotta, peró Maguire qualcosa accenna in merito.
kev
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Re: WELFARE

Messaggio da kev »

Grazie innanzitutto per avermi risposto.
Comunque si quello che dici tu è il welfare state che è stato ideato da Lord Beveridge, secondo il quale i diritti sociali venivano garantiti dallo Stato a tutti i cittadini nell'egual misura. Ma a seguito della crisi del Welfare State nacquero due modelli ad esso alternativi, e cioè: il welafare mix e il welfare society. Per farla in breve nel primo sono le organizzazioni non profit ( il terzo settore e il quarto settore) o organizzazioni profit o organizazioni pubbliche distinte da quelle che finanzia l'acquisto, a garantire le prestazioni sociali ai cittadini in una logica di concorrenza.
Invece nel welfare society sono i cittadini a farsi carico del benessere della propria comunità creando delle associazioni con il supporto e l'incentivazione del settore pubblico. Quindi per ritornare alla mia domanda welfare society e community care sono la stessa cosa?o hanno delle differenze?
Grazie
pallaspina
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Re: WELFARE

Messaggio da pallaspina »

questo non lo so, prova a controllare sul dizionario di servizio sociale perché da quello che dici potrebbe essere una nuova accezione. Per esempio, il community work é comunque basato su tecniche, il welfare society non lo so. Magari qualcuno piú aggiornato ti puó chiarire.
kev
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Re: WELFARE

Messaggio da kev »

Ok aspetto che qualche altra buona anima mi dia una risposta!! Comunque grazie per le tue risposte!!
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Nazg
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Re: WELFARE

Messaggio da Nazg »

Io per approfondire mi sono letta il Dizionario di Servizio Sociale.
Alla voce Community Care emergono le seguenti cose:
- "community care" è un orientamento delle politiche sociali moderne che nell'organizzazione delle misure assistenziali attribuisce priorità all'esigenza delle persone di vivere nella comunità di appartenenza.
- valorizza quindi la domiciliarietà e la deistituzionalizzazione, valorizzando servizi a sostegno di questo (es. centri diurni, strutture con funzione respiro, ecc.)
- cerca di conciliare prestazioni professionali a domicilio con la spontanea attivazione della comunità stessa nella cura dei propri membri
- Lo stato mantiene il suo impegno nelle linee progettuali e sull'aspetto economico, ma lascia spazio alle organizzazioni (volontariato, famiglie, profit, non profit), prevedendo forme di aiuto miste ed intrecciate.
- I riferimenti normativi partono nel 1990 in Gran Bretagna con una legge di riforma della sanità e dell'assistenza sociale (Health and Community Care Act)

Rispetto invece al welfare society non ho trovato granchè...
Come dice Kev il w.s. prevede che l'intera società affianchi il settore pubblico nella cura dei cittadini. Ovviamente per il buon funzionamento del sistema è necessaria un'interazione organica tra pubblico, profit, non profit, volontariato, ecc...
L'ente pubblico è chiamato a garantisce l'universalismo.
I servizi dovrebbero essere personalizzati ( e non standardizzati come nel welfare state) perché la società civile organizzata conosce e si fa interprete dei bisogni delle persone.
Mentre le imprese possono trovare le risorse e introdurre criteri di efficienza.

Ma tutto questo non risponde alla domanda di kev :|
-----------------------------
http://www.assistentisociali.org
Canale Youtube di AssistentiSociali.org:
http://y.AssistentiSociali.org
kev
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Re: WELFARE

Messaggio da kev »

Ciao Nazg, forse la differenza è che nel welfare society, da come ho capito io c'è sempre il supporto dell'ente pubblico, e invece nel community care solo qual'ora la comunità non riesca da sola a dare una risposta ai bisogni che li si presentano.Non so se sia giusto. Che ne pensi tu, invece?Può essere questa la differenza?
davide
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Re: WELFARE

Messaggio da davide »

Ciao, provo a darti la mia versione dei fatti, nata all’università ma sviluppata altrove, poi insomma fai un po te con ricerche e varie, magari la cosa ti incuriosisce. :roll:

Dunque in Italia i prof utillizano tanti termini stranieri, mix, society, care, community, in realtà in italia significa una cosa all’estero significa un’altra. Non solo, chi lavora da anni nel campo sa bene poi quanto l'università con le sue teorie viaggi come una sorta di universo parallelo, rispetto alla realtà dei fatti e rispetto a quanti parlano di welfare ma non hanno idea di cosa realmente significhi.
Io credo che sia materia moolto complessa e queste definizioni da manuale aiutano solo come punto di partenza. Inoltre si dovrebbe fare una differenza tra differenti modelli di welfare perchè diffrerenti sono I processi economici a seconda del contesto e del paese.

allora, partendo da quello che hanno sottolineato nelle ricche risposte precedenti io in aggiunta identificherei 3 aspetti comuni ai vari passaggi di welfare:
sistema socio-giuridico, binomio stato-mercato, benessere individuo.

Da queste 3 componenti si parte per la comprensione di tutta la politica sociale.

poi, secondo questa tripartizione legherei Beveridge con altri due nomi che aiutano a capire il processo di welfare (state e i successivi), che non è un sistema fisso, o una categoria, ma un processo in evoluzione!

uno è T.H Marshall e l’altro J. Keynes.

Marshall ha coniato il termine di diritti di cittadinanza quindi ha legato il benessere dell’individuo all’interno del sistema socio-giuridico di protezione sociale.
Con Marshall l’uguaglianza è connessa alla cittadinanza e si deve rapportare alle disuguaglianze insite nel sistema capitalista.
Quindi non solo diritti politici, civili ma anche sociali: lo stato si deve fare carico delle disuguaglianze che il mercato non riesce invevitabilmente a tutelare.

L’altro è Keynes che ha, con le sue teorie, legato il benessere dell’individuo e il diritto di cittadinanza al binomio stato-mercato e al sistema economico.
Keynes contraddice l’idea dell’economia neoclassica secondo cui l’economia si re-equilibra da sola basta che lo Stato non agisca e tutto si auto sistema con la mano invisibile del Mercato. Per Keynes infatti non esiste una mano invisibile ma l’investimento e la spesa dello Stato è il pilastro fondamentale da cui far ruotare tutto il sistema di welfare in primis ma anche tutta l’economia del Paese. (questo per ultrasemplificare).

(pensa ora che il governo monti col pareggio di bilancio in costituzione, votato dal partito del democratico pseudowelfarista bersani, ci dice che lo stato funzionerà come un’azienda cioè NON deve spendere e deve pareggiare, risparmiare.
Infatti il welfare è distrutto, ma non so se questo ve lo dicono all’università)
.

Comunque, il principio fondamentale adottato dal sistema beveridge è quindi, partendo da queste due macro-teorie, l’ universalismo, cioè protezione minima garantita, sistema protezione lavoratori, educazione, scuole pubbliche, sanità, pensioni ecc ecc.


Poi però, ad un certo punto le cose si complicano, intervengono diverse modalità di concepire questo principio di universalismo.
C’è un primo cambiamento quindi della tripartizione proposta sopra.
Il compromesso tra mercato e stato va in crisi perchè intervengono politiche pubbliche che “parlano” di spesa dello stato in questo settore.
Cosa significa? Si è cominciato a mettere nel bilancio dello stato il principio dell’universalismo a parlare di debito pubblico e confonderlo col deficit. Il principio fin ad ora garantito dal funzionamento delle teorie Keynesiane, dai principi di Marshall e dal welafre di beveridge insomma non può più essere garantito.
Lo stato nella sua evoluzione sembra che non possa più gestirlo con una moneta sovrana e con banche di stato, e si è passato ad una crisi del sistema monetario, bancario, al discorso (fasullo) dell’inflazione e all’esplosione già alla fine dalla fine anni 70 e anni 80 del cosidetto neoliberismo, oggi ultraliberismo della finanza.

Quindi, l’universalismo dei diritti dei cittadini garantito dallo stato (welfare) a moneta sovrana è diventato globalizzazione dei mercati e della finanza e crisi del debito pubblico.

Per capire questo passaggio e arrivare al welfare mix occorre però prima rifarsi a parer mio ad Esping-andersen. Nel modello beveridgiano, la sicurezza sociale consentiva di avere un’ indipendenza di vita senza necessità di possedere entrate private( tutt’ora principio presente in molti paesi) ed Esping-andersen analizza questo processo sociale misurandolo con il grado di mercificazione col mercato cioè: più alte le garanzie che il welfare state offre e più basso è il grado di dipendenza dalle condizioni di puro mercato.

il welfare mix entra in risposta alla crisi nel rapporto tra “lo stato” e il benessere del cittadino, sostituito da un rapporto tra più soggetti tra cui il mercato.
La Tatcher e i primi neoliberisti hanno interpretato/ e risposto per primi alla crisi e applicato il welfare mix. nota bene: non si può comprendere la nascita del welfare mix senza parlare della crisi dello stato-nazione, del sistema monetario (accordi di bretton.woods) slegandolo dalle teorie economiche.

Ora, dal welfare mix alla welfare society.
cosa capita a partire dai tardi anni 80 (in Italia anni 90/2000) lentamente fino ad arrivare ad oggi??

una nuova crisi.(chissà come mai :? ). precarietà che si allargano, nuovi rischi sociali che modificano modalità del benessere/malessere, nuove crisi del mercato del lavoro, nuovi processi di impoverimento, invecchiamento,vulnerabilità diffusa anche in ceti medi, nuove forme di solitudine, depressione come malattia del secolo e così via.


Insomma c'è un nuovo malessere che emerge, e adesso i nuovi rischi emergenti non possono più essere affrontati con un sistema risarcitorio riparativo che fa leva sullo stato nazione, nè con un semplice welfare mix, che non sono più adatti a promuovere nuovi processi di empowerment che diano capacità di "scelta" agli individui, non solo per se stessi ma per la società nel suo insieme.
quindi società della crescita, del mercato globale, società del debito e del collasso dei grandi potentati finanziari, alla crisi europea e dell'euro si risponde con più europa!(cosi dicono).

Cominciano a nascere altre forme di concepire il benessere sociale, altre versioni di nuovi compromessi come la terza via di Giddens e tanti altri.
ma è qui che si comincia a parlare di welfare society.

La welfare society è appunto una chiamata all’intera società per contrastare le più recenti forme di malessere sociale. Cioè una società pluriattiva, che persegue nuove modalità tra sicurezza collettiva e autonomia ed empowerment degli individui nelle loro scelte di vita, con l’introduzione di vari concetti come capitale sociale e reti, società liquida di Bauman, creazione della qualità e varietà dei servizi, nuove forme di sperimentazione e partenariati fra settore pubblico e terzo settore, espansione dei mercati sociali, gruppi di auto aiuto, associazioni , ambiente e tutela del paesaggio.
stiamo andando verso altri indici di benessere che non siano solo il PIL ma per esempio il general WELLBEING espresso dall’ OCSE....
Ora, all’interno di questo MACRO cambiamento, all’interno del nuovo macroapproccio chiamato welfare society, ci è un micro-approccio, una sotto-fase sociale, che nasce in UK ma viene, in forme diverse, adottata anche in svezia e germania e che è la "comunità che si prende cura".

Cioè la community care “traduce” in istanze locali, tutti quei cambiamenti macro-strutturali che si legano ai nuovi malesseri sociali dati dalle grandi trasformazioni nella tripartizione su proposta e propone nuove modalità di micro welfare locale che si basano su concetti psico-sociali come capitale sociale, reti, liquidità, contributo volontaristico, visite domiciliari, partecipazione politica, nuove responsabilità degli enti locali,gestione associata di servizi, libera professione, welfare non più solo socio-sanitario ma anche ambientale, culturale, urbano, archittetonico, artistico, educativo.

Io la chiamerei in termini umanistici una nuova forma di pedagogia di comunità in chiave contemporanea di crisi sociale, di valori, di stato e di mercato.

Ok, questa è la mia personale versione dei fatti poi ripeto fa un pò te con qualche ricerca :)
pallaspina
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Re: WELFARE

Messaggio da pallaspina »

:shock: super complimenti Davide, secondo me se lo amplii un poco ci ricavi un articolo o un capitolo di un manuale... caspita... sarebbe da farti andare a tenere una lezione universitaria!!! :D ancora complimenti!
davide
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Re: WELFARE

Messaggio da davide »

:o eeh pallaspina sei "troppo" generosa. grazie, perchè i complimenti da professionisti competenti come te, danno una vera iniezione di fiducia.
kev
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Re: WELFARE

Messaggio da kev »

Grazie mille Davide!! sei stato molto esaustivo!!grazie mille!!
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