servizio sociale e libera professione

kainz
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Messaggio da kainz »

saranno 4 anni che cerco qualche collega che voglia buttarsi... tempo sprecato.
ho addirittura pensato di proporre a psicologi o pedagogisti lo studio associato... ma non credo funzionerebbe molto.
finchè uno non si butta gli altri non lo seguono... è quasi sempre così
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Nazg
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Messaggio da Nazg »

potresti coinvolgere qualche collega giovane che non è dipendente pubblico e sta cercando nuovi spazi professionali.

che ne pensi?
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kainz
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Messaggio da kainz »

non ci avevo pensato in effetti... adesso scrivo alle mie ex-tirocinanti per vedere se hanno qualche amico/a interessato/a
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Nazg
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Messaggio da Nazg »

kainz ha scritto:non ci avevo pensato in effetti... adesso scrivo alle mie ex-tirocinanti per vedere se hanno qualche amico/a interessato/a
ottima idea!
in questo modo potrete formare un qualcosa di nuovo in base alle vostre esperienze ed esigenze.
un giovane neo-laureato ha dalla sua il fatto che non è ancora stato inquadrato nel sistema di lavoro tradizionale, poi l'esperienza e la professionalità si possono acquisire nel tempo e nel confronto.
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Messaggio da CiscoTEDE »

Concordo... e poi i giovani hanno idee giovani! :D non sempre la poca esperienza è sinonimo di incompetenza!
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ugo.albano
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Messaggio da ugo.albano »

non credo che sia un problema di giovani o vecchi, ma di competenze.
Attenzione: non è che un collega competente nel pubblico sia competente nella libera professione!!Anzi!!!!!

Semmai (reinsisto) va compresa la competenza che si vuole offrire al mercato.

ESEMPIO? So fare il mediatore familiare, allora chiedo ad un avvocato civilista se gli faccio i colloqui di mediazione per portare dopo a lui le preintese su cui successivamente i due concordano la separazione consensuale. Non è che mi apro lo studio privato e poi fallisco per un mercato che (prima) non mi sono creato.

Altra cosa: se si parte da zero, è bene fare le cose INDIVIDUALMENTE. Dico questo perchè è da una buona esperienza individuale che poi, magari, si può fare gruppo. Non è che esiste solo la società!

Ho notato, per puro esempio, che sotto il forum c'è una pubblicità (Istituto Cortivo.....): allora, ci buttiamo sulla formazione??

Inoltre: dipende anche da dove si abita. Tu sei di Cosenza, vedo, e devi sapere tu a che entourage agganciarti. Mi ricordo lo scorso anno di un collega cosentino libero professionista che ho intervistato, che, nonostante l'avvio dell'impresa, ha poi chiuso per "motivi politici" (e non dico di più).

Insomma, piccoli passi ma reali, e non passi grandi e solo pensati.

Non male anche l'idea di "incontrarsi localmente", almeno per chiedersi "dove orientarsi". Magari non sarebbe male contattare le centrali cooperative del luogo e proporsi come consulente in qualcosa.

Allora: idee? reazioni?

Ugo
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Messaggio da CiscoTEDE »

mi pare strano considerato che liberi professionisti nell'intera calabria ne era presente solo uno... nessuna reazione, io sono bene intenzionato, la politica in passato ha già provato a calpestarmi e non solo la politica! :wink: ma continuo per la mia strada, contro tutti! I settori vanno cercati per bene, concordo con te... Infatti prima di fare un passo è mia intenzione fare un pò di premarketing per sondare il terreno e vedere su cosa puntare! :) se solo non si avesse paura della politica e dei suoi annessi!
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libera professione:perchè no?

Messaggio da megattera »

Ciao, premesso che questa è la mia prima discussione a cui partecipo abbiate venia se non rispetterò tutti i canoni formali del caso....
Ora ritornando sull'argomento della libera professione io vorrei esporvi come la penso io e così contribuire alla eventuale riflessione.
Pensando al modello americano che ha sempre concepito il lavoro dell'assistente sociale anche al di fuori di enti pubblici e assolutamente privato, ho sempre invidiato quella società capace di individuare nella figura dell'A.S. un professionista in grado di dare risposte valide seppur a pagamento.E cosa c'è da meravigliarsi se un A.S. lavora e venga per ciò retribuito? Ci scandalizziamo, oppure ci sfreghiamo le mani pensando a come far soldi a palate... ma perchè tanto clamore?non è che ci sembra di rubare e per di più a chi ha più bisogno? Ovviamente queste sono le domande che la mia etica di professionista e, scusate se oso, anche il mio cuore mi impongono. Io siccome mi reputo onesta credo che nn ci sia niente di male se la nostra pigra categoria, là nelle sedi appropriate, si sedesse a tavolino e cominciasse a creare un progetto di lavoro indipendente. Esattamente come gli avvocati o altre categorie hanno modo di proporsi nella società anche noi dobbiamo poterlo fare.
Manca tutto, ma manca prima di tutto la cultura...ognuno di noi dovrebbe chiedere a gran voce a chi ci rappresenta di muoversi in questa direzione perchè è questo quello che vogliamo e soprattutto la nostra società ne ha estremo, immediato bisogno.
Ma quale servizio pubblico? che nn funziona niente? dov' è lo stato? non vedete che tutto si sta privatizzando?
Pensiamo piuttosto a sottoporre la cosa incessantemente a chi può rappresentarci, assicuriamoci che non diventi il solito "magna magna" , applichiamo tariffe eque e vedrete che il lavoro, il buon lavoro, l'onesto e faticoso lavoro dell'assistente sociale verrà apprezzato anche nella nostra società.
Grazie per l'attenzione
La vostra Megattera :)
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Messaggio da kainz »

posso chiederti ugo quali siano le mansioni per cui l'assistente sociale, in quanto tale, non in quanto esperto del sociale, può proporsi sul mercato? perchè mi sembra che continuiamo a parlare senza scrivere cosa si può fare. io mi proporrò come esperto di processi decisionali personali, ossia come un consulente a cui rivolgersi per progettare e definire le proprie scelte future.
tu?
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Messaggio da ugo.albano »

beh, mi baso su quello che vedo attorno a me come possibile e su ciò che alcuni colleghi fanno:

consulente tecnico d'ufficio, mediatore familiare, giudice onorario, informatizzazione dei servizi, formazione professionale, docenza universitaria, consulenza a singoli e famiglie in studio, supervisione organizzativa ed individuale, comunicazione sociale, selezione del personale, selezioni di coppie (per adozione internazionale, per agenzie matrimoniali....), servizi alle imprese sociali, accreditamento e percorsi qualità.......

Io, per esempio, sono un libero professionista nel giornalismo e, quando scrivo, lo faccio come (e proprio perchè) assistente sociale. La competenza me la sono inventata e mi sono basato sia sui "buchi di mercato", sia su quello che "mi piace fare".

Ugo
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Messaggio da kainz »

non mi sono spiegato. l'anno scorso, me lo hanno ricordato le tasse quest'anno, mi sono divertito a collaborare con una casa di riposo sulla gestione del volontariato, ma facevo semplicemente l'assistente sociale della casa di riposo collaborando con l'educatore... la mia domanda è: quand'è che un privato dovrebbe recarsi dall'assistente sociale privatamente... la mediazione non vale perchè in teoria ci vuole un corso aggiuntivo.
non sto polemizzando, sia ben chiaro, sto solo cercando delle risposte, perchè mi sono dato le mie, ma essere autoreferenziale non mi piace...
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Re: per kainz

Messaggio da Nazg »

informatizzazione dei servizi--> a.s. specialista in informatica? magari!
docenza universitaria--> non è per pochi fortunati...
supervisione organizzativa ed individuale--> questa è una cosa interessante ma probabilmente è per i colleghi professionalmente esperti
comunicazione sociale-->scrittore o giornalista? ugo, questa me la spieghi meglio?
selezione del personale-->apriamo un'agenzia interinale?
accreditamento e percorsi qualità-->da soli mi pare un progetto difficile da impiantare...
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Messaggio da ugo.albano »

....ed infatti, un'idea importante della questione è questa: ci si affaccia nel mercato con una competenza specifica, per conseguire la quale occorre fare un percorso (di studio, di pratica,.....). E' per questo che insisto sui percorsi personali, che possono anche derivare dalla dipendenza.

La differenza tra dipendenza e libera professione è proprio questa: nella dipendenza la tendenza è "fare un pò di tutto", nella libera professione "erogo prodotti e servizi" specifici. E' un pò come i medici: quelli di base restano convenzionati col pubblico e "fanno un pò di tutto", sono invece gli specialisti ad offrirsi al mercato. Non è una "chiave di lettura"?

Insomma, dall'idea al prodotto c'è la competenza specifica. Nella vostra "borsa degli attrezzi" che avete?



Scusate, allarghiamo un pò la discussione a tutti e cerchiamo di tracciare dei possibili percorsi. Non pensiamo al "come" (da solo, con gli altri, col cocopro,...) ma al "cosa" (al prodotto/servizio), se "ha mercato".


Per un pò me ne sto buono buono a leggervi senza scrivere.

Ugo
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Messaggio da kainz »

Ugo non mi hai risposto: qual'è lo specifico secondo te degli assistenti sociali, l'ambito generale in cui hanno la competenza particolare. La mia idea te l'ho detta, mi dici la tua?
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Messaggio da CiscoTEDE »

Secondo me non riusciremo a guardare avanti se ancora in molti hanno paura e guardano troppo indietro.
La nostra è una professione troppo giovane per guardare indietro lo ribadisco, e lo ripeterò fino alla fine, in troppi guardano alla storia... è come se un bambino al secondo giorno di scuola si sentisse ricco di esperienza e avesse paura di andare al terzo.
Pensiamo a costruirla noi l'esperienza e la storia... anche e soprattutto con gli errori... poi saranno gli altri a guardare a noi...
PS... cercate di non rispondere che con lo studio si comprende come non commettere errori... Dobbiamo essere PRATICI
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