l'as con i minori

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sekywa
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l'as con i minori

Messaggio da sekywa »

vorrei dei consigli su come comportarmi durante il tirocinio in una struttura residenziale per minori e mamme (permanenza 6 mesi). non so esattamente quale sia il mio ruolo all'interno della struttura, nelle ore che sono li i bambini dormono, poi fanno merenda se devono fanno i compiti altrimenti giocano, poi fanno la doccia e poi cenano. cosa fa l'as in una struttra e situazione così? in tutto ciò come devo muovermi??praticamente sto facendo la baby sitter non l'as!!
quando ho provato a parlare dell'aspetto metodologico con gli operatori della struttura sulle loro teste è apparso un grosso punto interrogativo e rispondono tutti che lavorano in equipe..e che c'entra??è un peccato perchè ho instaurato da subito un buon rapporto con gli op e con i bambini però se non riesco a capire come inserirmi professionalmente parlando, non capisco neanche come devo agire!!
ah dimenticavo, supervisore latitante.
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ugo.albano
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Re: l'as con i minori

Messaggio da ugo.albano »

Siamo sempre alle solite..................

IN UN MONDO NORMALE (ma ormai l'Italia non lo è più da un pò di anni, comunque da quando l'Università forma -al ribasso- gli assistenti sociali) esisterebbe per ogni allievo un curriculum di studi, in base al quale ed in relazione alle attitudini/interessi/passioni/abilità dello studente il tirocinio diventa sperimentazione o segmento coerente col curriculum. A garanzia di ciò un' università seria, dei referenti certi, supervisori preparati e strutture concepite come zone di crescita delle professionalità. Ma ciò non è: occorrerebbe citare per danni queste università, perchè vi stanno rovinando, nel senso che non vi preparano per nulla al lavoro. Su ciò bisognerebbe scendere in piazza, cari studenti,................

SI TRATTA DI ARRANGIARSI, purtroppo, e ciò dipende da te, cara Sekywa, specialmente se ti approcci nel modo giusto. Da quel che scrivi (faccio la baby-sitter, gli altri mi guardano con un punto interrogativo,...) ti stai muovendo male o, secondo lo stereotipo corrente da "assistente sociale autocentrata e con la puzza sotto il naso". Vedi invece le cose positive, anche il lavoro di cura dei bambini può essere un'esperienza di apprendimento nel tirocinio. Raccomando grande umiltà, ma anche chiarezza da parte tua, specialmente perchè -fino a prova contraria- tu sei loro ospite e sta a te mettere in chiaro che ci stai a fare. Dire "questo non mi spetta" ma non proporre alternative è deleterio. Dire invece "in queste tot ora faccio questo e quello e voglio imparare a, b e pure un pò di c " mi pare opportuno.

LO SFORZO TUO è quello di codificare il piano di tirocinio, cioè tradurre in obiettivi la tua permanenza in struttura. Ti consiglierei di dividere in due in tirocinio, uno sulla gestione dell'utente, l'altro sulla gestione della struttura. Sulla gestione dell'utente ci può stare un tuo lavoro diretto come referente di un minore: rapporti con la scuola, con i genitori, con i servizi, col minore stesso, redazione e gestione del progetto educativo del ragazzo (condivisa in equipe). Sulla gestione della struttura ci può stare un affiancamento del coordinatore per capire la procedura di autorizzazione e quella di accreditamento, la selezione e gestione del personale, i rapporti di convenzione con l'Ente che paga, ecc. IL FINE del tirocinio è quello di osseravare-fare-imparare delle competenze, competenze che poi ti verranno attestate dalla struttura con un certificato e che, sicuramente, ti serviranno nel mondo del lavoro.

Spero di averti dato delle indicazioni utili.

Ugo Albano
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sekywa
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Re: l'as con i minori

Messaggio da sekywa »

il mio unico scopo è non ripetere la pessima esperienza del primo periodo di tirocinio ma di stare li con cognizione di causa!!per questo chiedevo il metodo che loro utilizzano.
se essere un as con la puzza sotto il naso vuol dire capire la struttura in cui uno si trova, capire che metodo utilizzare per non entrare in contrasto con le metodiche messe in atto dagli op già presenti e agire di conseguenza e chiedere aiuto ad un supervisore sono ben contenta di esserlo!
non si tratta di fare cose che non mi competono ma di come farle!!è ovvio che una struttura residenziale sia diversa da un ufficio, pertanto li si fanno docce, si cambiano pannolini, si fa la cena e il tutto rappresenta un insieme di momenti di condivisione e vicinanza con i bambini..ma ti ripeto, se non ho un metodo mi sembra di agire alla cieca e mi chiedo cosa sto dando a quei bamibi??compagnia??certo, ma in che modo gliela do???
la mia presenza li richiede l'uso di saperi e competenze professionali propri della professione (alcuni acquisiti, moltissimi da acquisire) che attualmente non posso mettere in campo perchè vengono confusi diversi piani e non so a chi rivolgermi se ho un dubbio..gli unici dubbi che posso esprimere sono in merito alle regole della casa che per loro sono l'equivalente del metodo usato. il non aver mai avuto un'as inoltre non mi facilita le cose.
provo a riformulare la domanda allora perchè forse non era chiara, che metodo usa un'as in una struttura del genere avendo di fronte una scansione della giornata di questo tipo?
saveria
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Re: l'as con i minori

Messaggio da saveria »

Io mi sono laureata da poco, ho fatto il tirocinio in un Ser.T e x me è stata una bellissima esperienza oltre che formativa, anche umana... che ha completatato in modo esauriente il mio percorso di studi. Premesso ciò, ora lavoro come operatirce in una comunità per minori (adolescenti con problemi di uso di sostanze e problemi con la giustizia - sono quasi tutti in custodia cuatelare o in messa alla prova per reati di spaccio). Ci si domandava cosa facesse un A.S. in comunità... io posso dire che utilizza il suo strumento fondamentale: la relazione professionale, una relazione dialogica e che si suppone essere abilitante. Io credo che sia prorpio la relazione ad essere un veicolo per insegnare a questi ragazzi a rilfettere, per dare un senso alle loro esperienze. Il tutto in una commistione di sostegno e controllo. Ogni volta che parlo con i ragazzi è come se facessi un colloquio, proponendo loro un'altra visione del mondo, seminando qualcosa di nuovo che spero possa germogliare in loro. Uso un ascolto attivo e curioso per cercare di comprenderli a fondo, approcciandomi a loro in modo empatico e metto a disposizione le mie conoscenze così da produrre un minimo di consapevolezza e responsabilità. Non è, in fondo questo quello che ho imparato all'università?? Concludo dicendo che non è tanto il setting o il contesto a creare l'A.S., ma il suo modo di approcciarsi con l'utenza e di "accoglierla".
sekywa
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Re: l'as con i minori

Messaggio da sekywa »

su quest'ultima parte concordo con te!conta che li praticamente non ho strumenti e non ho accesso a tutti i dati, le cartelle sono piuttosto incomplete e gli op parlano tra di loro chiudendo la porta. per ora ho adottato la strategia della reciproca conoscenza con i bambini e le ragazze che sono in struttura, rispettando i loro tempi e devo dire che ha funzionato: con i bambini sono entrata subito in empatia specialmente con alcuni, con le ragazze ho iniziato proprio oggi a piccoli passi ma non voglio fare forzature.
l'unico problema è che per ora intrattengo rapporti del tutto informali con i bambini perchè non ho il potere di fare praticamente niente per loro, quando sollevo qualche problema mi si danno motivazioni ridicole o che sconfinano nel campo psicologico e sono interpretazioni del tutto gratuite del comportamento dei ragazzi..effettivamente questo però può essere una risorsa, i bambini mi vedono un incrocio tra un op e una compagna di giochi e quindi si aprono in modo diverso con me.
incrociamo le dita e mettiamoci tanto impegno!
buon lavoro
saveria
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Re: l'as con i minori

Messaggio da saveria »

Tieni duro Sekywa!! Da cosa mi dici nella comunità dove ti trovi manca una parte rilevante, che, invece dove lavoro io è molto forte: la disponibilità degli operatori e l'organizzazione interna. Vedo che comunque sei molto motivata, per cui non avrai problemi a completare in modo proficuo il tuo tirocinio!
In bocca al lupo!
sekywa
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Re: l'as con i minori

Messaggio da sekywa »

effettivamente ho notato una cosa che nei precedenti tirocini non avevo: una spinta ad andare avanti che cresce all'aumentare delle difficoltà, quando invece in passato alle prime cose che non andavano per il verso giusto mi buttavo giù e ricoprivo + o - lo stesso ruolo di una risma di carta in un ufficio!
ho sposato in pieno la nozione di as come agente di cambiamento e io, in quanto nuova, in quel contesto lo sono già come presenza, poi sul piano delle funzioni pian piano acquisirò sempre più competenze per ricoprirne di maggiori fino a quelle più importanti.
alcune pratiche e concezioni decisamente non mi vanno giù e mi sono resa conto che quello che mi ha spinto a restare è riassumibile in 2 motivazioni:
- non capivo cos'era quella tensione magnetica che mi imponeva di andare via e di cercare un altro posto, poi riflettendo ho capito: non riuscivo a guardare solo all'aspetto universitario, li ci sono bambini nelle peggiori situazioni immaginabili e se posso portare un aiuto che sia il più professionale possibile mettendoci tutto l'impegno del mondo sono ben contenta di farlo
- questo non è un tirocinio perfetto x mille motivi però rispecchia la realtà lavorativa che mi troverò ad affrontare un domani, quindi meglio abituarsi subito
nel frattempo sto iniziando a prendere i miei spazi definendo motivazioni e modalità..non vedo l'ora che torni la responsabile almeno dovrò riferire solo a lei!!

nel frattempo qualcuno ha qualche consiglio da darmi, in particolare sui programmi educativi (cosa sono, da chi vengono elaborati, cosa riguardano etc etc) visto che mi hanno tenuta fuori dalla riunione d'equipe?
grazie 1000!!
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