testamento biologico
Inviato: lun, 25 ago 2008 - 7:07 pm
Mesi fa ho pubblicato il mio primo articolo su di un tema eticamente sensibile: il testamento biologico. In Italia si attende da tempo una legge, 15 anni, mentre nel resto di Europa si è gia legiferato.
Indicato con l’espressione inglese living will, è tradotto con molteplici forme: testamento biologico, testamento di vita, direttive anticipate, volontà previe di trattamento, carta dell'autodeterminazione. Il tutto per indicare come una persona possa autodeterminarsi, prima che particolari situazioni mettano a rischio la propria vita.
Pertanto, dati gli ultimi avvenimenti, il caso Welby, il caso Nuvoli, il caso Eluana Englaro, Vincenza Santoro Galani, Paolo Ravasin, mi sono chesto come queste vicende potessero interessare il servizio sociale.
Il codice deontologico dell’assistente sociale pone tra i principi della professione l’autodeterminazione delle persone. Così recita all’articolo 11:
“L’assistente sociale deve impegnare la sua competenza professionale per promuovere la piena autodeterminazione degli utenti e dei clienti, la loro potenzialità ed autonomia, in quanto soggetti attivi del progetto di aiuto.”
Mi piacerebbe sapere che cosa ne pensate voi di questo spinossimo tema, e come vi muovete sul terreno dell'operatività con chi si trova alle frontiere della vita per patologie inguaribili. Io ho lanciato delle idee.
http://blog.assistentisociali.org/servi ... ociale.htm
http://digilander.libero.it/niki.martinelli
Sarebbe interessante lanciare su questo forum un dibattito
Indicato con l’espressione inglese living will, è tradotto con molteplici forme: testamento biologico, testamento di vita, direttive anticipate, volontà previe di trattamento, carta dell'autodeterminazione. Il tutto per indicare come una persona possa autodeterminarsi, prima che particolari situazioni mettano a rischio la propria vita.
Pertanto, dati gli ultimi avvenimenti, il caso Welby, il caso Nuvoli, il caso Eluana Englaro, Vincenza Santoro Galani, Paolo Ravasin, mi sono chesto come queste vicende potessero interessare il servizio sociale.
Il codice deontologico dell’assistente sociale pone tra i principi della professione l’autodeterminazione delle persone. Così recita all’articolo 11:
“L’assistente sociale deve impegnare la sua competenza professionale per promuovere la piena autodeterminazione degli utenti e dei clienti, la loro potenzialità ed autonomia, in quanto soggetti attivi del progetto di aiuto.”
Mi piacerebbe sapere che cosa ne pensate voi di questo spinossimo tema, e come vi muovete sul terreno dell'operatività con chi si trova alle frontiere della vita per patologie inguaribili. Io ho lanciato delle idee.
http://blog.assistentisociali.org/servi ... ociale.htm
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Sarebbe interessante lanciare su questo forum un dibattito