Solo triennale?

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Martyyloco
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Solo triennale?

Messaggio da Martyyloco »

Salve a tutti. Sono laureata in sociologia, e decisi di iscrivermi alla triennale di servizio sociale (NON direttamente alla magistrale), per onestà intellettuale.
Ora, mi manca un esame e poi voglio fare l'esame di stato per l'albo B.
Ora, avendo già perso tempo con la laurea in sociologia, quindi non riuscendo a prendere la specialistica in servizio sociale ma solo la triennale, secondo voi ho molte meno possibilità in ambito lavorativo non avendo la specialistica in servizio sociale?

Ringrazio anticipatamente per le risposte.
Federica72
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Re: Solo triennale?

Messaggio da Federica72 »

Ciao Marty, se vuoi fare l'assistente sociale, ti basta la triennale. Ciao!
indeciso
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Re: Solo triennale?

Messaggio da indeciso »

Io lavoro nei servizi sociali, area programmazione e coordinamento.
In tre anni che sono in questo ente:
1. ho visto, tra decine, un unico concorso per assistenti sociali in cui era richiesta la laurea magistrale (ed era una richiesta illegittima di quel comune, che infatti ha subìto una valanga di diffide, a cominciare dalla mia, e ricorsi, poiché alla luce dell'attuale CCNL, in conformità al d.lgs. 165/2001, per l'accesso alla categoria D è sufficiente la laurea e non è necessaria la laurea magistrale. Invece quel comune considera i laureati cosiddetti triennali alla stregua dei diplomati e li inquadra in categoria C).
2. non ho visto neanche un caso in cui per funzioni di direzione, programmazione, gestione e coordinamento venisse prevista la laurea magistrale di classe LM-87 o vecchia laurea specialistica di classe 57/S, né l'iscrizione nella sezione A all'albo degli assistenti sociali. Il motivo è semplice: tali funzioni sono proprie ma non esclusive dell'assistente sociale specialista (sezione A dell'albo); oltretutto, sempre perché alla carriera direttiva (categoria D), di cui fanno parte anche gli assistenti sociali, si accede con laurea e non con laurea magistrale, la laurea è titolo sufficiente e pertanto la laurea magistrale può essere prevista come titolo di accesso alla procedura concorsuale solo a ciclo unico ovvero se il candidato non è in possesso di laurea di base prevista dal bando (ad esempio, in un bando per assistenti sociali in cui sia richiesta la laurea di classe 6 o L-39 e l'iscrizione alla sezione B dell'albo, io che posseggo una laurea di altra classe e una laurea magistrale di classe LM-87 + l'iscrizione alla sezione A posso partecipare in quanto il titolo professionale di livello superiore assorbe per espressa previsione normativa – art. 21 DPR 328/2001 – quello di livello inferiore; per quanto riguarda il titolo di studio, anche se la disciplina in materia di ordinamenti universitari ha superato il raccordo tra i gradi accademici di primo ciclo e quelli di secondo, prevista dal decreto MURST 509/1999 e abrogata implicitamente dal decreto MIUR 270/2004, l'assorbenza è desunta dall'àmbito disciplinare; del resto, se il raccordo esistesse un laureato in Scienze della comunicazione o in Sociologia o in Scienze politiche o in Lettere non potrebbe conseguire una laurea magistrale di classe LM-87, come invece sovente accade).
3. mi pare di aver visto un unico concorso dirigenziale in cui era prevista la possibilità di partecipare con laurea magistrale di classe LM-87, ma senza iscrizione all'albo e comunque in alternativa ad altre.

Per quanto concerne il punto 2 di cui al paragrafo precedente, io stesso sono finito qui con due lauree ben diverse, arrivando peraltro da un'altra amministrazione pubblica in cui mi occupavo di tutt'altro. Nel mio gruppo di lavoro siamo in 12 e, considerando solo il personale di categoria D (ci sono laureati anche tra i C e i B, anche se per i C è richiesto il diploma e per i B la scuola dell'obbligo), la laurea più rappresentata è Scienze politiche, seguìta da Giurisprudenza, Economia e commercio e Filosofia; una sola collega è assistente sociale, titolare del vecchio diploma di scuola diretta a fini speciali (DPR 162/1982), ma non esercita funzioni di assistente sociale visto che la nostra area si occupa solo di programmazione. Siamo tutti inquadrati come funzionarî amministrativi, perché la funzione di programmazione dei servizi sociali in questo ente rientra nella declaratoria delle competenze del funzionario amministrativo, infatti io stesso quando ho fatto il concorso non avrei mai immaginato di occuparmi di queste cose. Solo lei è entrata come assistente sociale, poi con una mobilità l'hanno trasferita da noi e le hanno cambiato il profilo da istruttore direttivo assistente sociale a istruttore direttivo amministrativo/contabile (poi divenuto funzionario amministrativo con l'unificazione delle qualifiche funzionali VII e VIII nell'unica categoria D).
D'altro canto, ho una collega pure entrata come assistente sociale, titolare di diploma abilitante non universitario (DPR 104/1987 e DPR 280/1989, come quello della Fedeli). Siccome con un colpo di mano inserito nella legge di conversione del decreto-legge 402/2001 (1/2002), e segnatamente il comma 8 dell'articolo 1, questi titoli dànno accesso ai corsi di laurea specialistica, e oggi di conseguenza per estensione ai corsi di laurea magistrale (la legge peraltro neanche stabilisce che a tal fine è necessario il diploma), si è presa una laurea specialistica di classe 57/S all'Università di Trieste in quattro e quattr'otto con il progetto Laureare l'esperienza prima che la Moratti, Mussi e la Gelmini mettessero una stretta (la Gelmini gli ha dato proprio un taglio definitivo). Grazie a ciò è riuscita a progredire dalla categoria C alla D, probabilmente sfruttando l'equiparazione del suo titolo con il vecchio DL in Scienze politiche (D.I. 09/07/2009), quando ancora si potevano fare i concorsi interni riservati (che comunque non possono più derogare al possesso del titolo di studio). Con il vecchio diploma non universitario non avrebbe potuto farlo in quanto sono stati equiparati a lauree solo quelli universitari e quelli delle scuole universitarie dirette a fini speciali. Comunque adesso si occupa di… diritto dei consumatori (quello che vorrei fare io, che ho studi specifici in argomento).

Per quanto riguarda il punto 3, si tenga presente che il ruolo della dirigenza è unico. Da noi qui si sono alternati sia dirigenti con le stesse lauree nostre (anche lauree più umanistiche come Pedagogia e Lettere) sia dirigenti medici, in quanto arrivati in comando da aziende sanitarie.

Per le ragioni di cui sopra, direi che la laurea è più che sufficiente e la magistrale non ti sarebbe servita a granché. Tuttavia ti vorrei chiedere, al di là del discorso come dire morale, come mai hai scelto di iscriverti, dopo la laurea in Sociologia, a un corso di laurea di classe L-39 anziché a un corso di laurea magistrale di classe LM-87. Cioè, se ti hanno convalidato gran parte degli esami, al punto da lasciarti solo gli esami di un anno e il tirocinio, posso capirlo. Ma mi pare di capire che hai perso parecchio tempo e dunque avresti fatto prima a conseguire direttamente la magistrale. Dunque chi te lo ha fatto fare? Capisco il discorso morale (non lo definisco etico perché la morale è un fatto personale, mentre l'etica è un fatto pubblico e dal punto di vista pubblico saresti stata comunque a posto) ma non lo condivido, non perché mi piacciano le scorciatoie ma perché ritengo che con una laurea in Sociologia avevi sicuramente maturato conoscenze e competenze adeguate a fare l'assistente sociale. Il tirocinio non è così indispensabile, se consideriamo che può essere estremamente formativo come non servire a niente a seconda delle variabili.
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