Equipollenza/Equiparazione tra lauree specialistiche

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dinca
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Equipollenza/Equiparazione tra lauree specialistiche

Messaggio da dinca »

Buonasera a tutti, dopo diversi anni di lavoro ho scelto di rimettermi in gioco e riprendere gli studi. Sto valutando tre diversi tipi di percorso: Sociologia, Scienze Politiche Programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali.
Ho diversi dubbi, in particolare rispetto alle equipollenze:
- Con la magistrale in Politiche e Programmazione dei SS, è possibile partecipare ai bandi di concorso dove viene es. richiesta laurea in scienze politiche?
Ho verificato le tabelle del MIUR ma ho fatto ancora più confusione, e dato l'investimento di risorse economiche e temporali non vorrei trovarmi con un titolo non spendibile.
Grazie a chi saprà darmi un'indicazione.
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ugo.albano
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Re: Equipollenza/Equiparazione tra lauree specialistiche

Messaggio da ugo.albano »

la risposta è no.
Anzi: per i concorsi pubblici per aa.ss. specialisti è possibile per i magistrali in scienze politiche partecipare, al contrario no.
Scrissi un articolo tempo fa. Se mi scrivi una mail te lo invio...
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Re: Equipollenza/Equiparazione tra lauree specialistiche

Messaggio da elisabettabetta »

NO. Incredibile!!!
dinca
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Re: Equipollenza/Equiparazione tra lauree specialistiche

Messaggio da dinca »

ugo.albano ha scritto:la risposta è no.
Anzi: per i concorsi pubblici per aa.ss. specialisti è possibile per i magistrali in scienze politiche partecipare, al contrario no.
Scrissi un articolo tempo fa. Se mi scrivi una mail te lo invio...
ah: ugo.albano@libero.it
Grazie. Ho letto i suoi articoli, molto interessanti e ricchi di spunti rispetto anche l'area delle competenze.
Penso la scelta ricadrà tra sociologia e scienze politiche a questo punto :)
indeciso
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Re: Equipollenza/Equiparazione tra lauree specialistiche

Messaggio da indeciso »

Cerchiamo di mettere un po' d'ordine.

Esame di Stato di assistente sociale e iscrizione alla sezione B dell'albo: abilita allo svolgimento della professione di assistente sociale. L'assistente sociale è inquadrato nella categoria D negli enti locali (in particolare comuni, unioni di comuni e IPAB) e negli enti del SSN (in particolare aziende sanitarie locali, variamente denominate a seconda delle regioni) e nell'area III (terza) delle amministrazioni afferenti al comparto di contrattazione Funzioni centrali (alcune di queste amministrazioni la chiamano area C).

Esame di Stato di assistente sociale e iscrizione alla sezione B dell'albo: abilita allo svolgimento della professione di assistente sociale specialista. Cosa è l'assistente sociale specialista? Formano oggetto della sua professione le stesse cose dell'assistente sociale semplice + una serie di attribuzioni NON ESCLUSIVE e che cioè possono essere legalmente svolte anche da altre figure. Un esempio? ECCOMI! Sono nella pubblica amministrazione da 6 anni, vincitore di 2 concorsi in due diversi comparti; in questi 6 anni ho cambiato – in regime di comando o di assegnazione temporanea o secondo analoghi istituti comunque denominati – 4 enti di 3 comparti diversi. L'ente in cui ho prestato servizio più a lungo è stato una regione, in cui sono rimasto per circa 4 anni facendo che cosa? L'assistente sociale specialista! Ovviamente non era questa la mia qualifica ufficiale; la mia qualifica era di funzionario della gestione amministrativa, ma ero ufficialmente investito di funzioni che concorrono a costituire il profilo degli assistenti sociali specialisti, cioè attinenti la gestione e il coordinamento di servizi integrati socio-sanitari. Dei miei colleghi con pari qualifica (funzionario, categoria D) una sola era iscritta all'albo degli assistenti sociali, ed era arrivata per mobilità da un comune. In questo comune la sua qualifica era «istruttore direttivo assistente sociale». In regione fu traslata prima come funzionario tecnico e poi il profilo le fu cambiato in funzionario di programmazione (in altre regioni profili simili sono «funzionario organizzazione» oppure «funzionario policy regionali»; nei comuni generalmente le matrici professionali sono più semplici e tutte queste declinazioni sono sussunte in un unico profilo di funzionario o istruttore direttivo amministrativo). Il dirigente della nostra struttura era laureato in Scienze politiche e il dirigente della struttura sovraordinata laureato in Medicina (dirigente medico in comando da un'azienda ospedaliera, ma precedenti dirigenti erano laureati in Scienze politiche). In Scienze politiche era laureata la maggior parte dei colleghi di categoria D (tranne ovviamente quelli i diplomati divenuti D per progressioni verticali dalla categoria C finché si sono potute fare); qualcuno era laureato in Giurisprudenza e in altri enti con cui mi sono relazionato ne ho trovati di laureati in Sociologia, Pedagogia e Lettere. Per lavoro infatti mi relazionavo spesso con colleghi di altri enti distaccati o prestanti servizio a vario titolo presso di noi (ad esempio in posizione di comando in arrivo), dipendenti soprattutto delle aziende sanitarie della Regione e di consorzi pubblici di funzioni, quindi avevo modo di farci amicizia e di incontrarci.

Riassumendo: per svolgere le funzioni proprie dell'assistente sociale specialista è sufficiente essere assistenti sociali semplici e se non si svolgono le attività riservate in via esclusiva agli assistenti sociali non è necessario essere neanche assistenti sociali. Inoltre nei concorsi per profili destinati a occuparsi di queste funzioni in qualche raro caso viene richiesta una laurea qualsiasi, ma nelle ipotesi più frequenti e verosimili le lauree ammesse sono le classiche della triade giuridico-politico-economica, tra le quali non figura la classe di Servizio sociale, per cui se si possiede una laurea di questa classe (L-39 attuale, 6 vecchia) ci si preclude la possibilità di partecipare a tali concorsi, e se poi si è così idioti da conseguire una laurea magistrale di classe LM-87, oltre a studiare nuovamente le stesse cose, non si rimedia a questo problema.
Ricordiamoci che la laurea magistrale è richiesta solo per l'accesso all'area dirigenziale, per la quale occorrono comunque, di norma, 5 anni di esperienza in una posizione funzionale per la quale era richiesta la laurea al momento dell'accesso. I concorsi per la dirigenza richiedono spesso, ma non sempre, una laurea magistrale qualsiasi. Se si possiede già una laurea di classe L-39, dunque, volendo proseguire gli studi conviene allargare i propri orizzonti, culturali e professionali, riversandosi sulle classi LM-62 (Scienza della politica) e LM-63 (Scienze delle pubbliche amministrazioni), che sono quelle che offrono più sbocchi (più di Giurisprudenza, perché quasi sempre la LM-62 e/o la LM-63 sono ammesse sia per profili economici sia per profili giuridico-amministrativi, mentre la LMG/01 e le LM-56 e LM-77 sono spesso escluse dai bandi per profili economici la prima e per profili giuridici le seconde).
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