ugo.albano ha scritto:A ciò si è aggiunto la formazione universitaria poco orientata al profilo giuridico che invece le competenze le contempla.
Parole santissime.
Una volta conobbi una ragazza che si era trasferita dal corso di laurea in Servizio sociale dell'Università di Catania a quello dell'Università di Bologna. Il motivo? A Catania il piano di studi prevedeva praticamente un anno su tre di diritto, e lei non era riuscita a superare un esame banalissimo (mi pare Istituzioni di diritto pubblico, che è fondamentale per affrontare poi Diritto amministrativo e Diritto penale) sostenuto non so quante volte, mentre a Bologna, benché il corso afferisse alla facoltà di Scienze politiche, aveva un taglio assai più umanistico, con esami di filosofia, psicologia, letteratura… Mi apparve subito chiaro che questa ragazza non aveva la più pallida idea di ciò in cui consistesse la professione che desiderava intraprendere, però mi sembrava poco carino prenderla di petto, anche perché ero in pubblico. Allora la presi per il largo: le chiesi che senso avesse trasferirsi dalla Sicilia alla via Emilia, facendo spendere tanti soldi ai suoi genitori, per conseguire lo stesso titolo di studio, relativo a una professione regolamentata e in quanto tale esercitabile allo stesso e identico modo con il titolo conseguito a Catania (università di tutto rispetto) e a Bologna (università di cui personalmente negli anni mi sono fatto una pessima opinione), dato che hanno lo stesso valore legale. Cosa mi rispose? Che a Catania c'erano tutti quegli insegnamenti di diritto per ragioni baronali, perché è l'unica spiegazione possibile dato che non c'entrano assolutamente niente con il servizio sociale (?) e sono inutili (??), mentre a Bologna avrebbe almeno potuto studiare ciò che è attinente alla professione (???) e che ha scelto in quanto le piace e si sarebbe ritrovata con un titolo spendibile e non che non serve a niente come quello che rilasciano le università del Sud, che nei concorsi non è riconosciuto. A questo punto ho, per ovvie ragioni, lasciato cuocere la colonizzata mentale nel suo brodo, insieme con quell'idiota, laureato in Storia sempre presso l'ateneo felsineo, del docente del corso (con tre discenti in tutto) che stavamo svolgendo presso l'agenzia per il lavoro presso cui ci siamo conosciuti.