chiara79 ha scritto: ↑mer, 26 ott 2011 - 7:56 am
Teoricamente ai laureati magistrali in altre classi che non sono la LM87 dovrebbe essere preclusa la direzione dei servizi sociali, la quale si ottiene generalmente con la magistrale in servizio sociale e 5 anni di esperienza di coordinamento.
Falso.
Innanzitutto tu confondi la carriera direttiva con l'area dirigenziale.
Carriera direttiva = categoria D regioni e autonomie locali, sanità, università; area terza ministeri e agenzie fiscali; area C enti pubblici non economici. Negli enti sprovvisti di dirigenza (che sono grossomodo settemila comuni su ottomila) il personale di categoria D è apicale, responsabile delle strutture di vertice e può essere incaricato di posizione organizzativa anche permanentemente (negli enti provvisti di dirigenti di ruolo, invece, può avere solo incarichi triennali).
Alla carriera direttiva è possibile accedere con laurea (semplice).
Dopo 5 anni di esperienza, non in funzioni di coordinamento ma semplicemente in carriera direttiva (o meglio di carriera in posizione funzionale che richiedeva almeno la laurea al momento dell'accesso), purché si possieda, anche se conseguita successivamente, anche una laurea magistrale (i bandi di solito ne richiedono una qualsiasi), è possibile accedere ai concorsi per la dirigenza.
Inoltre, le funzioni proprie degli iscritti alla sezione A dell'albo degli assistenti sociali, a differenza di quelle degli iscritti alla sezione B,
non sono funzioni riservate, quindi possono essere esercitate da chiunque.
E infatti io sono sei anni che lavoro nella pubblica amministrazione e non ho mai e dico mai incontrato un dirigente dei servizi sociali che fosse egli stesso un assistente sociale. I servizi sociali spesso — oserei dire quasi sempre — non hanno una autonoma dirigenza ma sono associati — che so — il contenzioso (cosa diversa dall'avvocatura), i tributi, gli affari generali etc.. Il dirigente è un normale dirigente di seconda fascia del ruolo unico della dirigenza, che spesso si trova lì per caso. Ne conosco uno laureato in Sociologia, un paio in discipline umanistiche (laurea in Pedagogia e laurea in Materie letterarie, all'epoca rilasciata dalla facoltà di Magistero), tutti gli altri in Scienze politiche o Giurisprudenza. Al Comune di Caserta c'è un dirigente tecnico ingegnere che aveva in mano dai lavori pubblici ai servizi sociali passando pe l'istruzione e la cultura (sono settori differenti, ma sono scoperti e dunque lui ha lo scavalco
ad interim). Al Comune di San Giorgio a Cremano c'è una situazione simile (e il dirigente, laureato in Scienze politiche e magistralizzato in Scienze delle pubbliche amministrazioni, è davvero in gamba). Personalmente mi è capitato di avere dirigenti medici in comando in arrivo da aziende sanitarie o ospedaliere e che presso di noi erano utilizzati con funzioni amministrative.
Può darsi che laddove i servizi sociali siano costituiti come settore autonomo il dirigente sia un assistente sociale specialista, ma ho qualche dubbio al riguardo perché è difficile che gli enti si imbrachino da soli in lacci e lacciuoli quando non obbligati dalla normativa. Di solito i dirigenti ruotano e vincolare quello dei servizi sociali al possesso di una specifica abilitazione professionale renderebbe anche difficoltoso spostarlo all'occorrenza (per quanto il cambio del profilo a parità di livello gerarchico-funzionale sia ritenuto legittimo dalla giurisprudenza: vedi, da ultima, Cass. lav. 3666/2021).
Forse in sanità è diverso perché in sanità c'è distinzione tra dirigenza medica (che comprende quella odontoiatrica) e veterinaria da un lato e dirigenza sanitaria, professionale, tecnica e amministrativa: probabilmente l'assistente sociale è considerato un dirigente sanitario. In questo caso però la laurea magistrale non sarebbe legalmente necessaria (cfr. Cass. lav. 19617/2020), anche se è richiesta da fonte negoziale (CCNL).
Però, da quel che posso dire della realtà del Friuli Venezia Giulia, i direttori dei servizi sociali sono anche dei laureati magistrali in lettere, economia, giurisprudenza, scienze politiche, sociologia.... Quindi potrebbero esserlo anche i laureati magistrali in scienze dell'educazione, perché no!?!
Non esistono lauree magistrali in Scienze dell'educazione, in Scienze politiche e in Economia, comunque vale quanto scritto sopra.