Giornata mondiale del rifugiato

Tavola di discussione sulle questioni relative all'Ordine Nazionale degli Assistenti Sociali e agli Ordini Regionali.
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Giornata mondiale del rifugiato

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Comunicato stampa del Cnoas del 19 giugno 2014
Giornata mondiale del rifugiato. Un commento della presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine

Il 20 giugno ricorre la Giornata mondiale del Rifugiato, istituita nel 2001 dalle Nazioni Unite.

“Un’occasione importante per ripensare quanto sta accadendo in questi mesi in Italia – dichiara Silvana Mordeglia, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Assistenti sociali, in particolare sulla situazione dei minori stranieri non accompagnati, in continuo aumento con l’incremento degli sbarchi che stanno avvenendo nel nostro Paese, soprattutto dall’avvio dell’operazione Mare nostrum”.

Secondo i dati del Ministero dell'interno, dal 1° gennaio 2014 al 31 maggio 2014 sono stati 6.722 i minori arrivati via mare, di cui 4.598 non accompagnati, per la maggior parte di nazionalità eritrea (1.709), somala (679) ed egiziana (516).

“E’ quanto ormai urgente – continua Mordeglia - un piano organico e non più emergenziale, anche sul piano normativo, che affronti il problema dei minori stranieri non accompagnati, come richiesto anche dalla mozione Zampa (e altri) in discussione oggi alla Camera dei deputati”.

Come raccontano gli assistenti sociali che operano nei territori, la situazione dei MSNA rischia di far collassare il sistema di accoglienza, nonché la situazione economica dei comuni coinvolti, della Sicilia e della provincia di Siracusa in modo particolare.
“E’ necessario prevedere misure urgenti dello Stato a sostegno degli enti locali, delle associazioni e dei volontari che spesso vengono lasciati soli nell’accoglienza e nella gestione di questi minori – conclude Mordeglia; bisogna mettere a regime misure di controllo e di accelerazione delle operazioni di prima identificazione dei minori stranieri non accompagnati, per evitare che tali minori finiscano nelle mani della criminalità organizzata o nella tratta di esseri umani. Bisogna prevedere forme di accoglienza diverse e più duttili, come l’affido famigliare o i tutori volontari, alternative all’inserimento in comunità, per rendere più efficaci l’assistenza e l’integrazione di questi minori.”
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