4 assistenti sociali aggredite a Genova

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Comunicato stampa del CNOAS del 07 marzo 2014
4 assistenti sociali aggredite a Genova

Giovedì 6 marzo, a Genova una donna seguita dai servizi sociali ha aggredito quattro assistenti sociali con una violenza resa evidente anche dai danni ingenti subiti dai locali. Le quattro assistenti sociali ferite sono state medicate al Pronto Soccorso dell’ospedale San Martino e poi dimesse.

"Siamo molto preoccupati per i frequenti atti di violenza nei confronti si assistenti sociali e di altri professionisti che operano nei servizi sociosanitari del territorio e di cui questo di Genova rappresenta solo l’ultimo, gravissimo, episodio – dichiara Silvana Mordeglia, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine. Come assistenti sociali siamo chiamati a svolgere un compito sempre più delicato soprattutto a causa dell’aggravarsi della crisi economica e sociale che determina un aggravamento ed un aumento delle fragilità di persone e famiglie.

Ogni giorno siamo impegnati nel difficile compito di sostenere le competenze delle persone ma anche di alleviarne le sofferenze, e il nostro lavoro viene messo costantemente a dura prova dalla scarsità di risorse, economiche e di personale, con le quali siamo costretti a fare i conti”.

“Le violenze, o le minacce di violenza però – continua Mordeglia, non possono in nessun modo essere considerate una conseguenza “inevitabile” del processo di aiuto fra utenti e professionisti. Vogliamo quindi richiamare l’attenzione delle istituzioni responsabili sui gravi pericoli che quotidianamente corrono i professionisti che operano nei territori, chiedendo di accelerare i processi atti a garantirne la sicurezza.”

Non può ricadere sugli assistenti sociali il ‘costo’ delle difficoltà di chi opera lavorando sul disagio, accanto a persone in situazioni, le più varie, di difficoltà. “Proprio per questo -ha tra l’altro ricordato in questo frangente l’assessore alle Politiche Socio Sanitarie del Comune di Genova, Emanuela Fracassi- è necessario impegnarsi da un lato a mantenere inalterato il livello di servizi malgrado le difficoltà della finanza locale e dall’altro a valutare e adottare ogni misura che possa migliorare le condizioni di lavoro”.

“Chiediamo quindi che si metta in moto un processo di revisione delle politiche sociali che permetta una concreta e migliore redistribuzione delle risorse sui territori, a tutela degli uomini, delle donne e dei bambini che vivono in situazioni di disagio, ma anche degli stessi operatori”.