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Prova Pratica esame di stato 2015 II sessione Roma 3

Inviato: dom, 06 dic 2015 - 8:42 pm
da Gio2015
Un saluto a tutta la community ;)
Volevo chiedervi di aiutarmi a risolvere questo caso:
Una giovane iraniana di 16 anni da molto tempo in Italia, si presenta al PUA, dicendo di essere al 1 mese di gravidanza. Quali interventi attivare e servizi coinvolgere?
Come lo si "risolve"?

Re: Prova Pratica esame di stato 2015 II sessione Roma 3

Inviato: dom, 06 dic 2015 - 9:01 pm
da Nazg
Io cercherei di capire dalla ragazza perchè si è rivolta al servizio (vuole portare avanti la gravidanza oppure no?), se c'è una rete familiare e se il padre del bambino può essere un punto di riferimento per lei, dove vive e se ci sono altri servizi coinvolti (banalmente anche se è conosciuta dal medico di base).
Il servizio più adatto alla presa in carico è il Consultorio Familiare per cui segnalerei a loro la situazione, per una visita ginecologica e un colloquio con assistente sociale e psicologo.

Re: Prova Pratica esame di stato 2015 II sessione Roma 3

Inviato: dom, 06 dic 2015 - 9:29 pm
da Gio2015
Grazie per la celerità, invito altri colleghi a rispondere! Grazie mille!!!
Io ho impostato l'intervento in questo modo: Secondo voi può essere corretto?

La traccia non esplicita una specifica richiesta della ragazza! Racconta semplicemente una condizione di vita in cui si viene a trovarsi la giovane. Direi un evento Para-normativo che l'adolescente deve affrontare.

Io ho spiegato che nell'ottica delle competenze del Pua, vi era la possibilità di un approccio al caso, in modo integrato a livello socio-sanitario,Quindi occorreva:

- Attraverso un ascolto empatico, l'analisi della domanda sociale che la giovane porta al Servizio Sociale.
- una chiarificazione della stesso bisogno/decisione da prendere.

Per realizzare tale chiarificazione era necessario un colloquio professionale unito ad adeguate informazione e orientamento rispetto alle diverse soluzioni da poter scegliere.

Il colloquio era preferibile non strutturato, con domande aperte, per mettere a suo agio la ragazza, come evidenzia (Biestek,1961), riguardo al rapporto nella relazione di aiuto tra operatore-utente.
Era comunque necessario,capire come era arrivata al Pua, chi era l'inviante, se aveva informato i genitori della gravidanza, come aveva avuto tale gravidanza, se era fidanzata e se aveva n caso affermativo il supporto del ragazzo. Cosa pensava di fare, e una volta aiutata a capire quale era la sua scelta,valutarne anche le conseguenze.

Quindi ho ventilato le due ipotesi rispetto alla 194/78, rispetto all'interruzione della gravidanza oppure alla scelta pro-life!
Opportuno in ogni caso l'invio al consultorio famigliare della Asl di appartenenza in base alla residenza della giovane.
Ho spiegato la funzione, in base alle due opzioni di scelta, del Consultorio famigliare.
Sono entrato in merito a l' utilità specifica del consultorio, su come poter realizzare le due opzioni,(brevemente).
Il caso lasciava un interpretazione piuttosto libera!
Cosa ne pensate di questa impostazione