Accesso Esame di Stato A

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graietta79
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Accesso Esame di Stato A

Messaggio da graietta79 »

Salve,
2 mesi fa ho conseguito la laurea triennale in Servizio Sociale presso l'Università degli Studi di Bologna. Possiedo però un'altra laurea in Sociologia conseguita a Trento (laurea quadriennale a ciclo unico - vecchio ordinamento - precedente la riforma del 3+2). Mi chiedevo se potevo sostenere con tali requisiti l'esame di Stato A invece che quello B.
Grazie.
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chiara79
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Re: Accesso Esame di Stato A

Messaggio da chiara79 »

No, puoi accedere solo all'albo B. Se vuoi veramente iscriverti all'albo A dovrai necessariamente fare una laurea magistrale della classe LM87. Ma io te lo sconsiglio se hai già una laurea quadriennale/quinquiennale alle spalle. Tra l'altro per fare gli AS l'iscrizione all'albo B è più che sufficiente. Si inizia così, anche a livello dei concorsi è quello che viene richiesto.
indeciso
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Re: Accesso Esame di Stato A

Messaggio da indeciso »

Secondo me l'errore è a monte. Avresti dovuto iscriverti direttamente a un corso di laurea magistrale della classe LM-87 (o a un vecchio corso di laurea specialistica della classe 57/S). Non so se all'Alma mater studiorum Università di Bologna (ex Università degli studi di Bologna) è consentito, mentre in altri atenei è la norma: conosco gente che si è iscritta a un corso di laurea magistrale LM-87 dopo lauree in Scienze politiche, Scienze della comunicazione, perfino Lettere, quindi figuriamoci Sociologia. Se poi la laurea è del previgente ordinamento, poteva essere che ti convalidassero qualcosa sulla magistrale (alcuni atenei lo fanno in quanto considerano il DL ante riforma allo stesso livello di una laurea magistrale, dunque non lo considerano come titolo di accesso ma come un titolo di pari valore. Ma si tratta di scelte rimesse all'autonomia della singola sede, dato che equiparazioni ed equipollenze previste dalle vigenti normative trovano applicazione, per loro stessa previsione, nei soli concorsi pubblici, nel cui concetto la giurisprudenza ha esteso gli esami di Stato per le abilitazioni alle professioni regolamentate).
Avresti studiato di meno e avresti conseguito un titolo di valore più elevato, potendo conseguire l'abilitazione alla professione di assistente sociale specialista.
Però, se la cosa ti può consolare, ti sei formata meglio come hai fatto, e inoltre come diceva chiara79 nella sostanza non cambia niente in quanto, nei fatti, l'assistente sociale specialista fa le stesse cose dell'assistente sociale e, al più, arriva a posizioni di comando per carriera (peraltro, in un'altra discussione si parlava del fatto che i dirigenti e i funzionari dei servizi sociali non sono quasi mai assistenti sociali e di solito sono laureati proprio in Sociologia, o Scienze politiche, o Pedagogia etc.).

In bocca al lupo.
adela
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Re: Accesso Esame di Stato A

Messaggio da adela »

Scusate...parlate tanto di Triennali da una parte e Magistrale in Servizio Sociale e Politiche Sociali poi: guardate che METODI E TECNICHE DEL SERVIZIO SOCIALE 1,2 e 3, vale a dire tre corsi che preparano uno studente triennale alla professione, più due anni, in alcuni atenei tre, di tirocinio sono fondamentali se si vuole fare l'Assistente Sociale. A MIO MODESTISSIMO AVVISO...tra l'altro non lavoro ancora! Vorrei sapere, qualora fosse possibile, cosa ne pensano i professionisti che scrivono in questo blog. Grazie e buona serata a tutti.
indeciso
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Re: Accesso Esame di Stato A

Messaggio da indeciso »

Adela carissima,

già se ne è parlato.
Anche a mio avviso i corsi di laurea magistrale della classe LM-87 non sono in grado di preparare appieno coloro che hanno svolto un corso di laurea diverso da quelli della classe L-39 a svolgere la professione di assistente sociale.
Ma, data l'attuale regolamentazione della professione, personalmente mi sembra una questione di lana caprina.
D'altro canto, anche se ti prendi una laurea magistrale di una delle due classi economiche (in realtà le classi economiche sono tre e, considerando anche quelle statistiche e finanziarie, anche di più, ma solo due dànno accesso alla pratica professionale di dottore commercialista) puoi fare il praticantato per diventare dottore commercialista (sezione A) anche se non hai una laurea di base che ti consente di accedere al praticcantato per diventare esperto contabile (sezione B del medesimo albo). Non ti dico cosa succede per Ingegneria...
Il problema è che il legislatore italiano, nonostante i principî enunciati nei trattati che hanno portato alla costituzione dello Spazio europeo dell'istruzione superiore, pur recepiti nel diritto interno, ha considerato più importante la laurea magistrale che la laurea, come se la prima, essendo titolo superiore, assorbisse il titolo inferiore, nonostante la separazione netta e chiara introdotta con il decreto MIUR 270/2004, rispetto al precedentre decreto MURST 509/1999. Basta guardare le normative sull'accesso ai concorsi pubblici, i concorsi pubblici stessi e la regolamentazione di alcune professioni che non prevedono esame di Stato (e.g. agenti e rappresentanti di commercio), nellla quale si parla di lauree triennali e lauree quinquennali, quando in realtà la magistrale, come chiaramente dfinito dal decreto sopra citato e dai regolamenti che disciplinano i corsi dei singoli atenei, non si consegue al termine di un corso della durata di cinque anni bensì al termine di un corso della durata di due anni cui si accede con laurea.

D'altro canto, va anche detto che, fatti salvi casi eclatanti ma particolarissimi e circoscritti (durati comuque il tempo di una bolla di sapone, perché il tiro magari è stato corretto da un anno all'altro), di solito ai corsi di laurea magistrale sono ammessi comunque studenti che hanno svolto nel primo ciclo studi simili o affini: è facile che un laureato di classe L-36 (Scienze politiche e delle relazioni internazionali) abbia i requisiti di accesso a un corso di laurea magistrale di classe LM-87, ma è abbastanza improbabile, per non dire impossibile, che possa acceddere a un corso di laurea magistrale in Filologia classica, se ha difficoltà ad accedere perfino a corsi di laurea magistrale in Storia, nonostante con il previgente ordinamento esistesse il corso di laurea in Scienze politiche con indirizzo storico-politico (peraltro di ben più antica e consolidata tradizione rispetto ai corsi di laurea in Storia). Figuriamoci se volesse andare a Ingegneria!
Rispetto al previgente ordinamento, anzi, la possibilità di accedere a professioni regolamentate è drasticamente diminuita, poiché quasi a ogni indirizzo che esisteva prima oggi corrisponde una classe separata (ad esempio nel vecchio ordinamento Scienze politiche era un unico corso di laurea articolato in cinque indirizzi: a fronte di ciò nel nuovo ordinamento ci sono tre distinte classi di laurea e cinque di laurea magistrale. Scienze della comunicazione aveva due indirizzi: oggi una classe di laurea e cinque classi di laurea specialistica, poi ridotte a quattro con la trasformazione in magistrali), e ogni classe ha valore legale differente. Solo per la professione di ingegnere la platea degli abilitabili è aumentata, ma, a differenza di prima (in cui un laureato in Ingegneria gestionale poteva progettare grattacieli e ponti), non tutti gli ingegneri possono fare tutto (gli scritti al settore "ingegneria dell'informazione" sono totalmente esclusi dalla progettazione edilizia).
Tutto ciò non considerando che con il previgente ordinamento esistevano i piani di studio individuali, per cui era possibile che due persone conseguissero la stessa laurea sostenendo esami completamente diversi: oggi questo accade non in virtù delle scelte degli studenti, ma a causa delle profonde differenze dei piani di studio tra un ateneo e un altro (e addirittura nell'àmbito dello stesso ateneo, qualora attivi più corsi afferenti alla stessa classe), poiché le università sono notevolmente più autonome rispetto a prima. A tal proposito, ti invito a guardare in http://offf.miur.it/ le sedi in cui sono attivi corsi di laurea della classe L-39 e poi analizzare i differenti piani di studio nei siti ufficiali delle rispettive università: ti accorgerai che ce ne sono alcuni in cui gli esami da te citati non sono obbligatori, o addirittura non sono presenti (e non perché ce n'è uno solo da più crediti) ;-)
indeciso
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Re: Accesso Esame di Stato A

Messaggio da indeciso »

Giusto per dare un'idea più chiara, è possibile abilitarsi alla professione di dottore commercialista con tutte le lauree del previgente ordinamento che avevano la parola "economia" al loro interno, comprese Economia ambientale, Economia del turismo ed Economia per le arti, la cultura e la comunicazione, nonché Discipline economiche e sociali, Statistica, Statistica e informatica per l'azienda, Marketing, Commercio internazionale e mercati valutari, Scienze politiche, Scienze dell'amministrazione, Scienze internazionali e diplomatiche e perfino Sociologia, in virtù dell'equipollenza con Scienze politiche, Scienze della comunicazione, se rilasciata da una facoltà di Economia (i.e. all'Università di Modena e Reggio Emilia). Solo due classi di laurea magistrale del nuovo ordinamento (LM-56 e LM-77, corrispondenti rispettivamente alle specialistiche 64/S e 84/S) sono invece valide allo stesso fine: non è valida Scienze economiche per l'ambiente e la cultura (LM-76 alias 83/S) e non sono valide quelle politologiche, quelle statistiche e quelle finanziarie. E pensare che i vecchi ragionieri commercialisti, dopo l'unificazione del Collegio dei ragionieri periti commerciali ed economisti d'impresa con l'Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili, sono stati tutti promossi ope legis a dottori commercialisti pur non essendo laureati! Infatti, l'albo dei ragionieri è confluito ex lege nella sezione A dell'albo dei dottori commercialisti ed esperti contabili. Cioè, un vecchio diplomato è equiparato a un attuale laureato con magistrale, mentre l'attuale laureato senza magistrale vale meno del vecchio diplomato. Quindi confermo che oggi le possibilità di accesso alle professioni regolamentate non sono affatto aumentate, anzi si sono ridotte.

Venendo, o meglio tornando, agli assistenti sociali, in virtù delle equiparazioni disposte dal decreto interministeriale 9 luglio 2009, addirittura è stata data retroattivamente la possibilità di accedere all'esame di Stato di assistente sociale specialista (sezione A) a titolari di lauree v.o. che al momento in cui sono state conseguite non fornivano questa possibilità, e segnatamente Scienze e tecniche dell'interculturalità e Scienze politiche: la prima è sempre equiparata alla LM-87 e alla vecchia 57/S, mentre la seconda lo è a seconda del piano di studi (in quanto il decreto dispone che in caso di più equiparazioni è l'ateneo che deve stabilire quale privilegiare in base all'indirizzo seguìto e ai singoli piani. Verosimilmente, gli atenei staranno dichiarando l'indirizzo politico-sociale come assimilabile alla classe di Servizio sociale e politiche sociali e non a quella di Sociologia e ricerca sociale perché in questo modo dànno la possibilità ai loro laureati di accedre a questo esame di Stato, oltre peraltro a quello – completamente diverso! – di dottore commercialista. Si tenga presente che in alcuni atenei il titolo veniva rilasciato con specificazione dell'indirizzo).
pallaspina
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Re: Accesso Esame di Stato A

Messaggio da pallaspina »

Senza voler fare polemiche e approfittando del fatto che sei una persona intelligente, Indeciso... tutto questo ti sembra giusto? voglio dire, che un laureato in scienze politiche acceda direttamente alla specialistica di servizio sociale? prova un pó a vedere se fanno accedere un assistente sociale alla specialistica di psicologia e vedi cosa ti rispondono... Sarebbe come se, con tutto il rispetto per i biologi, un biologo potesse fare gli ultimi due anni di medicina e poi si potesse mettere a fare ambulatorio medico... Io, permetti, giá credo che la formazione in servizio sociale italiana sia troppo sociologica, troppo scollegata dalla tecnica del servizio sociale e anche obsoleta... figuriamoci poi saltarsi la triennale e accedere direttamente alla specialistica, che (per averla fatta) é sommamente sociologica e teorica.... Risiamo sempre alle solite: le professioni mediche e simil-mediche sono lobbistiche e fanno muro per limitare l'accesso agli "altri". La professione dell'assistente sociale é l'eterna Cenerentola che non riesce a reggere neppure la saliva (come diceva una mia collega) di suo! :cry:
indeciso
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Re: Accesso Esame di Stato A

Messaggio da indeciso »

pallaspina ha scritto:Senza voler fare polemiche e approfittando del fatto che sei una persona intelligente, Indeciso... tutto questo ti sembra giusto? voglio dire, che un laureato in scienze politiche acceda direttamente alla specialistica di servizio sociale? prova un po' a vedere se fanno accedere un assistente sociale alla specialistica di psicologia e vedi cosa ti rispondono... Sarebbe come se, con tutto il rispetto per i biologi, un biologo potesse fare gli ultimi due anni di medicina e poi si potesse mettere a fare ambulatorio medico... Io, permetti, giá credo che la formazione in servizio sociale italiana sia troppo sociologica, troppo scollegata dalla tecnica del servizio sociale e anche obsoleta... figuriamoci poi saltarsi la triennale e accedere direttamente alla specialistica, che (per averla fatta) é sommamente sociologica e teorica.... Risiamo sempre alle solite: le professioni mediche e simil-mediche sono lobbistiche e fanno muro per limitare l'accesso agli "altri". La professione dell'assistente sociale é l'eterna Cenerentola che non riesce a reggere neppure la saliva (come diceva una mia collega) di suo! :cry:
In realtà hai fatto dei paragoni inconferenti, perché le cose non stanno esattamente come tu pensi. Quindi mi viene difficile rispondere sull'essere d'accordo o meno, perché l'espressione di un'opinione presuppone la conoscenza del fatto.

Innanzitutto occorre specificare che le specialistiche non esistono più; le lauree magistrali non sono la stessa cosa non solo nominalmente, ma anche nella sostanza. Infatti, mentre la vecchia laurea specialistica constava di 300 crediti, la nuova magistrale consta di 120. Vale a dire che i vecchi corsi di laurea specialistica erano in continuità con degli specifici corsi di laurea. Quando vi si accedeva, se si era titolari di quella specifica laurea venivano riconosciuti all'accesso 180 crediti e si dovevano maturare i restanti 120 crediti per ottenere la laurea specialistica. Qualora si fosse in possesso di laurea diversa, venivano confrontati i curricula per attribuire debiti formativi o anche crediti (infatti in alcuni atenei si prendevano in considerazione solo i primi tre anni, mentre in altri l'intero quinquennio, quindi era possibile che venissero attribuiti dei debiti formativi in relazione al titolo di accesso ma che questi venissero compensati con dei crediti riferiti al biennio specialistico). La nuova laurea magistrale consta invece solo ed esclusivamente di 120 crediti suoi propri, e ogni corso di laurea magistrale prevede i prerequisiti di accesso, che possono essere il possesso della laurea in determinate classi (le linee-guida escludono a priori la correlazione con uno specifico corso di laurea e sconsigliano quella con un'unica classe) e/o l'aver maturato una rosa di crediti formativi universitari nell'àmbito di settori scientifico-disciplinari predeterminati. In caso contrario, l'accesso può non essere proprio consentito (in tal caso, cioè, l'aspirante deve andare a integrare i crediti rimanenti attraverso corsi singoli) oppure può essere previsto un carico didattico integrativo, detto OFA (obbligo formativo aggiuntivo), finalizzato a verificare il possesso delle conocenze ritenute preliminarmente indispensabile, senza che ciò implichi l'attribuzione di nuovi crediti, in quanto è escluso il precedente sistema dei debiti.
Vale a dire che, mentre prima le lauree specialistiche della classe 57/s erano sistematicamente collegate a lauree di classe 6, delle quali potevano essere considerate un prosieguo e, dunque, il biennio conclusivo, oggi le lauree magistrali di classe LM-87, come *qualsiasi* altra laurea magistrale che preveda un corso biennale, non sono ufficialmente collegate a nessuna laurea. Ciò significa non solo che un laureato in Scienze politiche spesso si trova a possedere i requisiti di accesso per accedere a un corso di laurea magistrale della classe LM-87, ma càpita sovente anche che un laureato in Scienze del servizio sociale abbia le carte in regola per accedere a un corso di laurea magistrale di area sociologica o addirittura politologica, talvolta antropologica. Per Psicologia è più difficile in quanto generamente è richiesto il possesso di crediti in tutti i settori M-PSI, però anche in quel caso non è che possano accedervi solo i laureati della classe di Scienze e tecniche psicologiche; personalmente conosco una persona laureata in Scienze della comunicazione che è stata ammessa a un corso di laurea magistrale in Psicologia cognitiva. Oltretutto alla Università di Milano Bicocca c'è un corso di laurea magistrale in Psicologia in cui l'accesso per i laureati interni in Scienze della comunicazione costituisce praticamente la norma.
Per quanto concerne i biologi, probabilmente rimarrai sorpresa dal sapere che i biologi in Italia (ove per biologo non si intende il laureato in Biologia o Scienze biologiche, ma il titolare di una laurea magistrale afferente a una delle diverse classi tra quelle previste dall'ordinamento della professione di biologo che, dopo aver conseguito la laurea magistrale, abbia sostenuto e superato l'esame di Stato per ottenere l'abilitazione alla professione e si sia iscritto alla sezione A dell'albo. L'iscrizione alla sezione B, che prevede il titolo professionale di biologo iunior, non consente l'esercizio di quest'attività. N.B.: ai corsi di laurea magistrale di area biologica e di scienze della nutrizione sono generalmente ammessi titolari di lauree non solo in Scienze biologiche, ma anche in Scienze e tecnologie chimiche, Biotecnologie e Dietistica. Succede la stessa e identica cosa che accade per Servizio sociale, insomma) possono esercitare l'attività di nutrizionisti e accedere, previo concorso, alle scuole di specializzazione di area medica. Una mia compagna di liceo che oggi è biologa nutrizionista si sta specializzando insieme con medici in Scienze dell'alimentazione (i medici percepiscono la borsa-stipendio e lei no) ed esercitano questo stesso mestiere un altro mio carissimo amico nonché una mia compagna di scuole medie. A lei non interessa fare il medico ma, tanto per avere un'idea, se lei dopo la specializzazione entrasse a Medicina tra gli esami della laurea (in Scienze biologiche), della laurea di secondo livello (non ricordo se specialistica o magistrale, comunque in Scienze della nutrizione umana) e del diploma di specializzazione (il cui corso mi pare abbia durata quadriennale) le convaliderebbero tanti di quei crediti, e dunque di esami, che andrebbe come minimo al terzo anno di Medicina, cioè per l'appunto dovrebbe fare gli ultimi tre anni. Per Medicina la situazione è diversa rispetto alle altre lauree magistrali in quanto la LM in Medicina e chirurgia non si consegue a séguito di corso biennale, come avviene per la maggior parte delle altre lauree magistrali, ma dopo un corso esennale che copre sia il primo che il secondo ciclo, al termine del quale viene rilasciata la laurea magistrale in quanto la normativa italiana di applicazione del processo di Bologna prevede che al termine dei cicli unici sia rilasciato direttamente il secondo grado accademico, come se lo studente avesse fatto laurea e post-laurea insieme.

Tanto premesso, posso dire la mia. Non trovo giusto questo sistema ma in realtà io, grazie alla formazione che ho ricevuto negli ultimi anni, sono di cultura liberale, quindi in linea di massima sono proprio contrario alla regolamentazione di questi settori, nel senso che preferirei che il valore legale del titolo di studio non esistesse e l'accesso alle professioni venisse regolato dal mercato, come accade negli ordinamenti di common law (ovvero nei paesi di lingua inglese), in cui la consuetudine ha forza di legge. Tuttavia, tenendo conto del sistema italiano, io considererei sempre come valido ai fini dell'accesso alle professioni regolamentate il titolo di primo ciclo e non quello di secondo, dunque la laurea e non la laurea magistrale (a meno che non sia conseguita al termine di un ciclo unico). Magari allungando il primo ciclo a quattro anni (240 CFU) e riducendo il secondo a un anno o tre semestri (60-90 CFU), come in Spagna, ed eliminando i master universitari (la laurea magistrale dovrebbe diventare l'unico master esistente).

Tieni comunque presente che se io decidessi di iscrivermi a un corso di laurea in Servizio sociale anziché accedere a un corso di laurea magistrale LM-87 non partirei comunque da zero. Infatti, con tutti gli esami che mi convaliderebbero, finirei comunque al terzo anno nella stragrande maggioranza delle università (in molte delle quali, peraltro, il procedimento di convalida della carriera pregressa viene eseguito d'ufficio, anche senza espressa richiesta di abbreviazione del corso). Mi sono informato un po' in vari atenei e ho scoperto che a Bologna mi convaliderebbero addirittura le materie professionali, in quanto per espressa e precisa previsione del regolamento didattico ai fini del riconoscimento delle carriere già svolte tengono conto unicamente dei settori scientifico-disciplinari: le materie professionali afferiscono tutte al S.S.D. SPS/07 oppure all'SPS/04, settori nei quali logicamente io, da laureato in Scienze della comunicazione e in Scienze politiche, ho più crediti di quanti ne siano previsti da qualsiasi ordinamento di Servizio sociale. Oltretutto il regolamento dice che qualora il corso di destinazione afferisca a classe diversa da quello di origine è possibile (in questo caso però entra in gioco un margine di discrezionalità che per i settori identici è categoricamente escluso; unica deroga ammessa è per le carriere maturate nelle università telematiche, per i quali è ammesso il sindacato dei programmi, che negli altri casi non vengono neanche vagliati) convalidare anche settori diversi nell'àmbito dello stesso gruppo o comunque settori giudicati affini, quindi figuriamoci con tutti gli SPS e IUS che ho. Come forse accennavo in un'altra discussione, l'idea di iscrivermi a un corso di laurea magistrale LM-87 (idea comunque oggi abbandonata, per vostra somma gioia :lol: ) nasceva dal consiglio di un'addetta al'orientamento di un piccolo ateneo, alla quale avevo chiesto di prepararmi un'ipotesi di prevalutazione informale ai fini dell'iscrizione a un corso di laurea afferente alla classe L-39: dopo essersi fatta mettere per iscritto direttamente dal presidente del corso un prospetto dal quale emergeva che sarei stato iscritto al terzo anno e avrei dovuto sostenere 6 integrazioni da 3 crediti cadauna per un totale di soli 18 crediti, oltre la prova finale (mi avrebbero convalidato anche il tirocinio!), mi disse «dottore, anziché prendersi la terza laurea triennale, le consiglio di iscriversi al corso di laurea magistrale, con il quale dovrà sostenere più esami [mi pare siano 11, NdR], ma che le consentirà di ottenere un titolo superiore». Tra l'altro fu così gentile da telefonare all'ordine regionale per farsi trasmettere la normativa e così rassicurarmi sul fatto che gli iscritti alla sezione A dell'albo possono svolgere anche le attività previste per la sezione B, in quanto ne assorbono le attribuzioni.
indeciso
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Re: Accesso Esame di Stato A

Messaggio da indeciso »

Questo è il piano di studi ufficiale del corso di laurea di classe L-39 Università per stranieri di Reggio Calabria "Dante Alighieri" per l'anno accademico entrante, denominato statutariamente "Operatori pluridiscviplinari e interculturalità d'area mediterranea", ma dante comunque l'accesso all'esame di Stato per l'abilitazione alla profesione di assistente sociale in quanto ai sensi del D.M. 270/2004 il valore legale della laurea è determinato dalla classe di afferenza.

Anno SSD Insegnamento CFU
I IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico 6
I SECS-P/01 Economia politica 6
I M-STO/04 Storia contemporanea 9
I M-GGR/02 Geografia economico-politica 6
I L-FIL-LET/12 Linguistica italiana 9
oppure L-OR/12 Lingua e letteratura araba 9
oppure L-LIN/06 Lingue e letterature ispano-americane 9
I M-PSI/05 Psicologia sociale 6
I SPS/07 Sociologia generale 15
II SPS/08 Sociologia dei procc. culturali e comm. 15
II SPS/10 Sociologia del territorio 9
II IUS/10 Diritto amministrativo 9
II M-PSI/06 Psicologia del lavoro e delle organizz. 6
II IUS/11 Diritto canonico e diritto ecclesiastico6
II L-LIN/06 Lingua e letterature ispano-americane I 6
oppure L-LIN/06 Lingua e letterature ispano-americane II 6, L-OR/12 Lingua e letteratura araba I 6, L-OR/12 Lingua e letteratura araba II 6, L-LIN/12 Lingua e e traduzione - lingua inglese 6, L-LIN/12 Lingua e traduzione - lingua inglese II 6, L-OR/21 Lingue e letterature della Cina e dell'Asia sud-orientale 6
III M-PSI/05 Psicologia sociale II 9
III MED/25 Psichiatria 6
III SECS-P/03 Scienza delle finanze 6
III INF/01 Abilità informatiche e telematiche 6
III TIROCINIO 18
III PROVA FINALE 15
MATERIE A SCELTA (12 crediti, da istribuire preferibilmente come 6 crediti al primo anno e 6 al secondo): L-FIL-LET/12 Linguistica italiana (9 crediti), SPS/12 Sociologia della devianza e della criminologia 6, L-FIL-LET/10 Letteratura italiana 6, M-STO/04 Storia dell?Europa contemporanea 6, SPS/07 Metodi e tecniche del servizio sociale, SPS/09 Principi e fondamenti dei servizi sociali, SPS/09 Organizzazione dei servizi sociali. In alternativa, è possibile scegliere tra le materie a scelta quelle previste nel gruppo delle lingue straniere.
Per Linguistica italiana non è pecificato «se non già scelto» e dunque suppongo possa essere reiterato.

Prima di fare commenti, aspetto che l ifacciate voi :mrgreen:
pallaspina
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Re: Accesso Esame di Stato A

Messaggio da pallaspina »

Faccio molta fatica a sterti dietro, Indeciso, forse perché quando mi formai io in Italia le cose erano molto diverse e adesso dopo quattro anni in un paese straniero non mi riaggancio piú :shock: Peró complimenti per il quadro completo che hai fatto, rispetto al quale sinteticamente dico che sono d'accordo con te riguardo al rifiuto della regolamentazione dell'accesso alle professioni. In Spagna stanno facendo lo stesso con l'accesso all'area clinica della professione di psicologia, di fatto stanno tentando di limitare l'accesso all'esercizio libero-professionale della clinica mediante l'obbligo a fare un master specifico, di un solo indirizzo (cognitivo comportamentista). Non mi dilungo, ma ovviamente dietro ci sono interessi lobbistici che non vogliono espandere l'area di intervento della psicologia perché alcuni paradigmi (per esempio, costruzionista e umanista) stanno prendendo auge nella clinica e alcuen categorie ovviamente hanno paura di perdere soldini e poltrone.
Ancora di piú sono d'accordo sul fatto che i 4 anni spagnoli secondo me sono sufficienti e adeguati, anche se adesso li vogliono cambiare in qaunto pare che la Spagna sia uno dei due paesi europei che non ha applicato il 3+2. Per psicologia il ministro ha appena deciso che lascerá ai rettori delle singole universitá la decisione, per servizio sociale non lo so.
Detto questo, il piano di studi che hai messo io credo che si commenta da solo.... Non aggiungo altro, lascio la parola ai giovani :mrgreen:
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