§Butterfly§ ha scritto:
Il problema c'è e ce ne accorgiamo nel lavoro di tutti i giorni... ma che modalità potrebbero essere attivate per arrivare al cittadino qualunque?
Mi domando allora quanti utenti reali ci sono che difficilmente entrano in contatto con i servizi!
Come raggiungerli? Una comunicazione istituzionale sul nostro ruolo ossia una vera e propria azione di marketing sociale aiuterebbe?
Buongiorno a tutte/i.
Come cittadino, utente ( per 7 anni a fasi alterne) del servizio dei servizi sociali, in un comune a 700 km dal mio luogo d'orgine posso confermare che la qualita' del sevizio e della prestazione ( in termini di efficacia = risultato) puo' e deve migliorare tantissimo.
Come studioso del tema, posso citare Alfredo Carlo Moro, e ricordare come si possa e si debba distinguere il lavoro dei servizi.
Nell'ambito della distinzione, si qualifica le competenze.
Un conto e' l'OTTIMO lavoro nel segmento maternita', un conto e' seguire dinamiche familiari, in un contesto separativo tra coniugi nel mentre di udienze / ctu / ed altri passaggi/momenti .
Come genitore sono stato per anni, sconcertato, di come l'interesse del minore sia sottomesso a quello degli adulti. Lo trovo grave.
Firmo la vostra petizione, in segno di fiducia per il ruolo che svolgete.
Con l'intimo deiderio che il livello medio salga grazie all'apporto delle giovani leve.
Il tema dell'operazione di diffusione del vostro sito, e dei vostri progetti dall'interno per far crescere le vostre abilita', e la nostra percezione di quest'ultime, si gioca su tre semplici pilastri:
- L'uso di skype per comunicazioni cappillari ( tutti i servizi sociali d'Italia)
1) La formazione centralizzata ( stormo di cervelli )
2) Il ritorno sperimentale, empirico ( chi dalla periferia e' piu' avanti del centro: risultati della sperimentazione [ casi del passato/ esperienze]
3) La capacita' di raccogliere tutto il Sapere diffuso, ma singolo ed individuale e/o ristretto a piccoli gruppi ( cito la prof.ssa De cataldo Neuburger )
- La percezione della domanda del servizio. La percezione della diffusa realta', la percezione a fondo dell'enorme disagio. Son qua apposta, vi metto in evidenza il link con l'ultimo intervento di stamattina :
nel-nome-dei-figli-un-libro-da-non-perdere-vt3697.html
- La capacita' di comparare esperienze estere, di Paesi che possono essere, sono piu' avanti di noi, con le nostre. La capacita' di seguire percorsi precisi. Di programmare in sei mesi, una formazione diffusa ed uniforme, aggiornata alle ULTIME EVIDENZE scentifiche e non agli stati d'animo e/o alle sensazioni.
La voglia di capire che i numeri in divenire ( cito l'Istat) ci descrivono circa 100 mila famiglie in difficolta' ogni anno.
I numeri della caritas, individuano nel genitore separato la tipologia piu' diffusa di nuovo povero italiano.
Per qualsiasi cosa, sono/siamo qua.
Buon proseguimento