non sapere cosa fare da grandi? (lungo....)
Inviato: dom, 14 ago 2011 - 3:53 pm
Salve colleghi, scrivo su questo angolo del forum perché, in uno dei miei tanti pomeriggi di riflessione, mi piacerebbe trovare qualche feedback da qualche a.s. italiano. Da molti anni frequento sia Asit che questo forum, sebbene ultimamente molto raramente causa trasferimento all'estero e interruzione della professione. Dunque io non sono proprio giovanissima, ho quasi 38 anni, due figlie e un altro o altra in arrivo e una storia personale e professionale che sembra un pó un film e che forse dovrei analizzare bene (ma in questo momento mi mancano risorse di tempo!!!). Ho scelto servizio sociale, nel lontano 1992, tra molti dubbi, perché a seguito di un coinvolgimento parrocchiale molto forte in attivitá a valenza sociale volevo lavorare nel settore ed ero molto indecisa tra psicologia e servizio sociale. In realtá tendevo piú a psicologia, peró mi sembrava una facoltá troppo lunga e teorica e con pochissimi sbocchi lavorativi. Ho fatto il percorso di servizio sociale con tanto entusiasmo, tutte le materie mi riuscivano, il tirocinio mi piaceva, inoltre a quel tempo il piano di studi era oggettivamente molto simile a Psicologia. Fin dal primo giorno peró mi dissi che "dopo" avrei studiato ANCHE psicologia e questo pensiero me lo sono portato dietro per anni, finché, una volta laureata, non mi sono messa a cercare lavoro, trovandolo (a quei tempi) senza grosse difficoltá. Anzi nel giro di 1 anno ho vinto 2 concorsi in due grossi comuni e quindi ho presto avuto il classico lavoro a tempo indeterminato, che io sognavo anche per poter formarmi una famiglia. Nel complesso devo dire che i miei primi 10 anni di lavoro non sono stati male, anche se con alti e bassi. L'inizio fu abbastanza tragico, perché mi trovai proiettata in un servizio del tutto disorganizzato e gestito sulla base dell'assistenzialismo e dei favoritismi politici. Ma nonostante tutto eravamo un bel gruppo di colleghi che lottavamo uniti per rivendicare la nostra autonomia professionale, anche se il day by day era veramente duro. Ho fatto subito un corso di mediazione familiare di 3 anni per fare qualcosa di specializzazione e poi mi sono iscritta a Trieste per avere la famosa laurea, visto che io ho frequentato la scuola diretta a fini speciali e ho sempre sofferto, sotto sotto, per non essere laureata (e nel frattempo mi era venuto il desiderio di fare un dottorato, e con il mio titolo chiaramente era impossibile). E lí "cadde l'asino", nel senso che stavo veramente per iscrivermi a Psicologia a Firenze, quando uscí questo anno integrativo a Trieste, per cui di nuovo rinunciai al percorso che mi interessava perché "troppo lungo". Peró l'esperienza di Trieste fu molto formativa e interessante. Dopo due figlie, ci sono stati degli equilibri che sono cambiati sia nel mio ambiente di lavoro che sicuramente anche in me stessa. Se espandessi questo paragrafo scriverei un libro , per cui non lo faró e vi diró soltanto che gli ultimi due anni di lavoro sono stati assolutamente infernali. Nel frattempo, alla fine, ho fatto quello che aleggiava da anni: finalmente mi sono iscritta a Psicologia!!! Ho dato di volata tutti gli esami del primo anno, e poi qualcosa mi avevano convalidato, per cui mi sono resa conto che, approfittando del mio bagaglio culturale, in pochissimo tempo avrei preso la laurea. Ma studiare questi temi mi ha dato veramente una sferzata di novitá, perché mi sono accorta che riprendevo le cose studiate a servizio sociale e sperimentate nel lavoro di tutti i giorni e nei corsi post laurea, peró con un taglio diverso che mi ha appassionato in una maniera in cui forse, onestamente, MAI mi aveva appassionato lo studio del servizio sociale. Devo essere onesta e ammettere che non ero adatta per fare l'a.s. (é anche vero che nessuno mi ha orientato in maniera opportuna nella scelta universitaria). Nel frattempo, le cose hanno sempre dei colpi di scena, e tutta la mia famiglia si é trasferita all'estero per un'ottima occasione lavorativa del marito. In tutto questo, mi sono ritrovata a realizzare il mio piú grande desiderio, che era quello di lasciare un lavoro che ormai odiavo, e studiare a tempo pieno psicologia, con un sistema e un piano di studi ancora piú interessante. Sono andata ancora avanti, imparando anche nuove lingue straniere, e, udite udite, qui in Spagna anche gli a.s. possono fare gli psicoterapeuti, per cui mi sto un pó orientando per fare, tra 1-2 anni, mentre vado avanti con Psicologia, un corso di psicoterapia e cosí approfittare per fare anche un percorso personale. Mi interessa la Gestalt, la relazione mente-corpo, ma anche la psicologia perinatale perché da alcuni anni mi occupo come volontaria del sostegno all'allattamento materno per una grossa associazione internazionale. Adesso mi chiedo: ma é normale??? Non crediate che mi sia lasciata trasportare dalle mie follie : sono partita dicendo che Psicologia avrebbe complementato la mia formazione e basta, mi sono sforzata a trovare il bello della professione di a.s. come se si trattasse di salvare un matrimonio in crisi, ho letto tanti libri e riflettuto tanto, ma alla fine, ho deciso d lasciar andare tutto un fardello che mi pesava. Ma la cosa che mi stupisce é che oggi, quando a volte girovago per questi forum o parlo con ex tirocinanti che si affacciano motivatissimi alla professione, tutto quello di cui mi parlano mi fa letteralmente "schifo". Io non so come sia possibile, ma tutta la parte organizzativa, che tutto sommato mi appassionava anche quando studiavo e lavoravo, adesso mi fa fuggire a gambe levate. Non mi aiuta scambiare opinioni con colleghi spagnoli (ne ho conosciuti vari che studiano psicologia con me) perché appunto in Spagna i due ruoli sono quasi interscambiabili, anche nel settore pubblico, ed essendo un ruolo molto diverso da quello che avevo io nel mio settore, parliamo linguaggi diversi. In tutto questo, cosa ne sará di noi é incerto, perché tra 4 anni mio marito potrebbe avere un rinnovo di ulteriori 5 anni, oppure potremmo andare in qualche altro paese europeo come Francia o Germania, mentre tornare in Italia lo lasciamo per una serie di ragioni condivise come ultima scelta. Ma io ho il mio posto conservato a motivo di una legge del 1980 che permette ai coniugi dei lavoratori all'estero di conservare il posto senza nessuna scadenza. Voi penserete "che fortuna", invece io adesso sento che per stare meglio e finire con un fardello mentale che mi pesa molto dovrei dare le dimissioni. Se penso infatti un domani di tornare lí, mi viene il panico, perché io non tornerei mai a fare quel tipo di lavoro, dove tra l'altro non mi darebbero nessuna autorizzazione a fare come libera professione quello che nel frattempo ho maturato (le dinamiche del servizio sono dittatoriali). Piú che il lavoro in sé, forse quello che mi pesa é il vincolo con quell'amministrazione lí, ma a mio tempo non sono riuscita ad avere trasferimenti ad altro ente (é la mia storia: io per liberarrmi devo "troncare", se no gli altri non mi lasciano andare!!!). Adesso io penso: ma secondo voi, é probabile che questa mia consapevolezza derivi da un percorso particolare, ed é bene assecondarla, o "dovrei" piuttosto forzarmi a rientrare nel solco di quello che tutto sommato ho fatto finora? Ma poi penso: ma con quale benefit, rischiare di dover continuare un domani a fare nel pubblico un impiego che non mi soddisfa, con delle dinamiche dell'ente che mi inquietano, quando cosí invece posso avere POI la libertá di scegliere e di fare quello che voglio... Magari tra 5 anni saró all'estero e faró l'a.s. in un settore che mi piace, magari peró faró anche lo psicoterapeuta come libera professione, magari faró soltanto lo psicologo!!!! mentre lavorare sodo per costruirmi come a.s. efficace mi sembra, almeno oggi come oggi, che "non paghi" a livello emotivo.... É che io non ho piú voglia di "cominciare dal raccogliere i pomodori per mangiare", ovvero, pagare il prezzo di tutto il problema della tutela della professione, della sua scarsa incidenza ecc. ecc. Non so....Forse semplicemente non ero adatta????
Grazie a chi vorrá seguire le mie farneticazioni e darmi qualche spunto!
Grazie a chi vorrá seguire le mie farneticazioni e darmi qualche spunto!