I bambini sono tutti uguali, i genitori (purtroppo) no
Inviato: dom, 19 mag 2013 - 4:41 pm
Dopo la pubblicazione dell'articolo "I bambini sono tutti uguali, i genitori (purtroppo) no" che si trova al link http://blog.assistentisociali.org/2013/ ... troppo-no/
si è sviluppato un dibattito in alcuni gruppi su facebook.
Per continuare il dibattito in modo condiviso ho pensato di aprire questo topic e riportare i vari commenti.
Dalla pagina Assistenti Sociali https://www.facebook.com/groups/34593818295/
Monica: Non sono d accordo. Il matrimonio non da di per se più sicurezza anzi ci vorrebbe una legge che regolarizza le convivenze come in tutta l Europa occidentale.
Elena: ma, questo articolo mi lascia molto perplessa. Faccio due annotazione: mi sembra ci sia in sottofondo un giudizio sulla bontà e serietà di alcune relazioni rispetto ad altre ed al contempo che sia una condizione giuridica a favorire una sana educazione ed evoluzione psico-fisica dei figli. Entrambe mi appaiono visioni basate su pregiudizi e moralismi che spero la nostra professione sia in grado di fronteggiare. Penso che ognuno dovrebbbe valutare quali sono le proprie visioni di ciò che è 'bene e male' e sia in grado di rispettare le decisioni di tutti se non implicano un danno per l'altro (sia esso adulto o bambino). La frase 'senza la previsione di un impegno di due che si affidano totalmente l’uno all’altro' parlando delle convivenze mi sembra un pò netta e moralista. Lavoro con le famiglie da 12 anni, con le coppie conflittuali, con quelle che si separano, con bambini divisi, devastati. Questo bambini la maggior parte delle volte nella mia espereinza sono figli di coppie sposate. Un impegno firmato davanti ad un'istituzione (civile o religiosa che sia) siamo sicuri che implichi un impegno maggiore di un impegno assunto da due persone tra loro? La serietà dell'impegno è dato da una firma? O dalla serietà dele persone che condividono un progetto di vita, una visione comune e negoziata dell'educazione dei figli? Personalmente e professionalmente credo che i bambini meritino genitori consapevoli, attenti, seri, che si mettano in discussione, che non si apettino che i figli diventino i loro cloni o che debbano gratificarli per forza, che supportino i bambini a diventare adulti autonomi che possano scegliere consapevolmente la loro strada nel mondo. Quanto importa ad un bambino che la mamma e il papà siano sposati? Importa ai bambini o importa agli adulti? Quali sono i reali bisogni dei bambini? il matrimonio dei genitori?
Inoltre, sarebbe possibile sapere con esattezza l'articolo della normativa a cui fa riferimento la'utore dell'articolo rispetto alla legittimazione dell'incesto? (se si cita una normativa e un articolo sarebbe opporruno inserirlo). grazie
Rossella: non c'è nella legge nessuna legittimazione delll'incesto. Inoltre se si guardano le statistiche e i nostri uffici ci sono aumenti di separazioni e di conflitti tra coniugi , quindi non è vero che ci si sposa di meno e non è assolutamente vero che chi si sposa lo fa"senza se e senza ma" anzi lo fa con troppa leggerezza! Quindi è appena il caso di pensare ai bambini che hanno diritto ad essere tutti uguali ed avere dei genitori con cui crescere, ma non mi risulta che a loro nuoccia il fatyo che i genitori siano o meno sposati!!!!
Elena: Grazie Rossella, anche a me non sembrava di aver letto nulla che in qualche modo legittimasse l'incesto. Altrettanto non dò per scontato di sapere tutto quindi mi sembrava opportuno chiedere. Consiglierei però (parere personale) la pubblicazione di articoli anche se sono post su blog verificati nei fatti e nelle fonti o che mettessero in evidenza le fonti stesse. Anche questo credo sia un modo per rendere più credibile la professione.
Rossella: condivido Elena chi scrive articoli deve dare i riferimenti legislativi
Dal gruppo AssistentiSociali.org https://www.facebook.com/groups/46572021231/
Monica D.: Mah non sono d'accordo. Il matrimonio non tutela un bel niente e ci sono coppie di fatto ben più salde di coppie sposate.
L Italia e l unico paese Dell Europa occidentale che non riconosce le coppie di fatto e quel dettato costituzionale della famiglia fondata sul matrimonio e contestato fortemente da molte parti della società civile e ora mi tocca pure sentire un collega che scrive questo ? Ok. Sarà vero però facciamo la questa legge che tutela le convivenze.
Monica B.: Concordo assolutamente con Monica D., trovo l'articolo del collega molto giudicante. Si mette chi sceglie il matrimonio in una posizione di indiscussa superiorità. Bah, da un assistente sociale mi aspetterei ben altro.
Mi pare che le questioni emerse sono due:
1- la necessità di proporre una tematica arricchita della dovuta bibliografia/legislazione di riferimento: quale ruolo hanno i blog nella formazione professionale?
2- la posizione "non giudicante" che l'assistente sociale dovrebbe dimostrare nel suo lavoro: come si può esprimere la propria opinione senza essere giudicanti?
C'è qualcuno che vuole dire la sua?
si è sviluppato un dibattito in alcuni gruppi su facebook.
Per continuare il dibattito in modo condiviso ho pensato di aprire questo topic e riportare i vari commenti.
Dalla pagina Assistenti Sociali https://www.facebook.com/groups/34593818295/
Monica: Non sono d accordo. Il matrimonio non da di per se più sicurezza anzi ci vorrebbe una legge che regolarizza le convivenze come in tutta l Europa occidentale.
Elena: ma, questo articolo mi lascia molto perplessa. Faccio due annotazione: mi sembra ci sia in sottofondo un giudizio sulla bontà e serietà di alcune relazioni rispetto ad altre ed al contempo che sia una condizione giuridica a favorire una sana educazione ed evoluzione psico-fisica dei figli. Entrambe mi appaiono visioni basate su pregiudizi e moralismi che spero la nostra professione sia in grado di fronteggiare. Penso che ognuno dovrebbbe valutare quali sono le proprie visioni di ciò che è 'bene e male' e sia in grado di rispettare le decisioni di tutti se non implicano un danno per l'altro (sia esso adulto o bambino). La frase 'senza la previsione di un impegno di due che si affidano totalmente l’uno all’altro' parlando delle convivenze mi sembra un pò netta e moralista. Lavoro con le famiglie da 12 anni, con le coppie conflittuali, con quelle che si separano, con bambini divisi, devastati. Questo bambini la maggior parte delle volte nella mia espereinza sono figli di coppie sposate. Un impegno firmato davanti ad un'istituzione (civile o religiosa che sia) siamo sicuri che implichi un impegno maggiore di un impegno assunto da due persone tra loro? La serietà dell'impegno è dato da una firma? O dalla serietà dele persone che condividono un progetto di vita, una visione comune e negoziata dell'educazione dei figli? Personalmente e professionalmente credo che i bambini meritino genitori consapevoli, attenti, seri, che si mettano in discussione, che non si apettino che i figli diventino i loro cloni o che debbano gratificarli per forza, che supportino i bambini a diventare adulti autonomi che possano scegliere consapevolmente la loro strada nel mondo. Quanto importa ad un bambino che la mamma e il papà siano sposati? Importa ai bambini o importa agli adulti? Quali sono i reali bisogni dei bambini? il matrimonio dei genitori?
Inoltre, sarebbe possibile sapere con esattezza l'articolo della normativa a cui fa riferimento la'utore dell'articolo rispetto alla legittimazione dell'incesto? (se si cita una normativa e un articolo sarebbe opporruno inserirlo). grazie
Rossella: non c'è nella legge nessuna legittimazione delll'incesto. Inoltre se si guardano le statistiche e i nostri uffici ci sono aumenti di separazioni e di conflitti tra coniugi , quindi non è vero che ci si sposa di meno e non è assolutamente vero che chi si sposa lo fa"senza se e senza ma" anzi lo fa con troppa leggerezza! Quindi è appena il caso di pensare ai bambini che hanno diritto ad essere tutti uguali ed avere dei genitori con cui crescere, ma non mi risulta che a loro nuoccia il fatyo che i genitori siano o meno sposati!!!!
Elena: Grazie Rossella, anche a me non sembrava di aver letto nulla che in qualche modo legittimasse l'incesto. Altrettanto non dò per scontato di sapere tutto quindi mi sembrava opportuno chiedere. Consiglierei però (parere personale) la pubblicazione di articoli anche se sono post su blog verificati nei fatti e nelle fonti o che mettessero in evidenza le fonti stesse. Anche questo credo sia un modo per rendere più credibile la professione.
Rossella: condivido Elena chi scrive articoli deve dare i riferimenti legislativi
Dal gruppo AssistentiSociali.org https://www.facebook.com/groups/46572021231/
Monica D.: Mah non sono d'accordo. Il matrimonio non tutela un bel niente e ci sono coppie di fatto ben più salde di coppie sposate.
L Italia e l unico paese Dell Europa occidentale che non riconosce le coppie di fatto e quel dettato costituzionale della famiglia fondata sul matrimonio e contestato fortemente da molte parti della società civile e ora mi tocca pure sentire un collega che scrive questo ? Ok. Sarà vero però facciamo la questa legge che tutela le convivenze.
Monica B.: Concordo assolutamente con Monica D., trovo l'articolo del collega molto giudicante. Si mette chi sceglie il matrimonio in una posizione di indiscussa superiorità. Bah, da un assistente sociale mi aspetterei ben altro.
Mi pare che le questioni emerse sono due:
1- la necessità di proporre una tematica arricchita della dovuta bibliografia/legislazione di riferimento: quale ruolo hanno i blog nella formazione professionale?
2- la posizione "non giudicante" che l'assistente sociale dovrebbe dimostrare nel suo lavoro: come si può esprimere la propria opinione senza essere giudicanti?
C'è qualcuno che vuole dire la sua?