affido condiviso

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giovanni111
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Iscritto il: gio, 16 feb 2012 - 9:29 am

affido condiviso

Messaggio da giovanni111 »

buongiorno, la mia situazione è questa: da circa 4 anni ho instaurato una relazione con una ragazza separata dalla quale aspetto un figlio, e la quale ha gia una bambina di 6 anni. da un anno e mezzo siamo andati a convivere, dichiarando la convivenza ne frattempo della sentenza di divorzio, dando stabilita ssia morale che materiale anche alla piccola che fin a un anno fa dormiva in casa della nonna materna senza avere gli spazi necessari che un bambino deve avere.
Da quando ci siamo trasferiti, la piccola è in affidamento condiviso con collocamento presso la madre e il padre naturale ha diritto di visita per 3 volte a settimana dalle 16.30 alle 19.30 d'inverno e dalle 17.30 alle 21.30 d'estate, e un sabato e una domenica al mese intera giornata per mangiare con lui.oltre a cio ha 15 giorni d'estate in cui tutti i giorni puo venire a prendere la piccola dalla mattina alla sera.
Premetto che queste regole da parte della mia compagna sono state sempre rispettate, non da lui che fa come meglio gli piace con orari e soprattutto si presenta davanti scuola senza avvisare mettendo a disagio non tanto noi ma soprattutto la figlia.
la figlia preciso che ha ben distinte le due figure e sa che il padre è lui e nn io, ovviamente per cio che puo comprendere una bimba di 6 anni.
Vengo alla questione il padre ha presentato un ricorso al tribunale per ottentere di piu e mi spiego:
1)visite per tre volte a settimana dalle 15.30 alle 21.30 d'inverno e dalle 17.30 alle 22.30 d'estate
2)due fine settimana al mese con pernottamento
3)possibilita di visitare la piccola quando e malata con la presenza di personale tecnico entrando nella nostra casa.
4) il pernottamento nei 15 giorni d'estate.
5) la riduzione da 400 euro a 200 euro dell'assegno di mantentimento.

Vengo ai miei dubbi: a parte l'aspetto economico che mi interessa in modo minore, per quanto riguarda gli orari, secondo me improponibili per una bambina di 6 anni che ha la scuola e anche altre attivita extra, se la piccola, come fa, si rifiuta categoricamente di dormire da altre parti al di fuori della sua stanza, lui puo obbligarla?
come posso dimostrare che la piccola ha bisogno della mamma, data la sua età, e dato che adesso riesce a dormire nella sua stanza tranquillamente e che un cambiamento del genere la puo destabilizzare psicologicamente?
la piccola di sicuro non andra a dormire dal padre, che tra l'altro non ha nemmeno modo di farla dormire se non in mezzo a lui e alla sua compagna che ha un figlio di 20 anni che vive con loro.
Altro dubbio: sono ammissibili gli orari imposti dal padre?e inoltre se la figlia non vuole scendere lui puo far qualcosa?

preciso che la piccola è tranquilla e serena e vive con me e la mamma serenamente ci vuole bene ed e contenta dell arrivo del fratello.

mi scuso se mi sono dilugato un poco...ma la mia compagna e molto tesa per il fatto del pernottamento.
Un ultima cosa,lui lavora e fa i turni, la mia compagna lavora e fa i turni, anche se al momento è in maternita.

spero mi rispodiate presto

grazie
giovanni
Alessiopiro
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Re: affido condiviso

Messaggio da Alessiopiro »

Mi sembra che tu stia sbagliando, e che stai invadendo pesantemente la vita della bambina, che non è tua figlia. Lei ha un papà, che non sei tu, e lui ha tutto il diritto di seguire maglio la crescita della bambina. Con quegli orari e senza pernottamento non c'è continuità di cura. Direi che è meglio, per te, svolgere il tuo ruolo (compagno della mamma e stop) e lasciare che sia la mamma e la bambina a compiere i passi giusti. La mamma, peraltro, deve collaborare e far sì che la bimba viva una paternità piena. Se vuoi essere il miglior compagno della mamma, non essere il nemico della piccola.
Alessandro
crostatina
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Re: affido condiviso

Messaggio da crostatina »

Gentile Giovanni,
le rispondo sulla base della mia esperienza professionale riguardo l'affido condiviso.
In molte situazioni si "combatte" perché in casi di separazione i padri o le madri sono latitanti con i propri figli, qui, in effetti, il ricorso al Tribunale mi fa riflettere molto. Mi spiego meglio.
Le visite tre volte a settimana possono esserci, ma è pur vero, come lei dice che la bambina ha sia compiti scolastici, sia anche delle altre attività ( se le ha tipo palestra, .etc...) in cui il padre deve essere coinvolto e garantire continuità delle stesse. ( è in grado di garantire la continuità delle stesse?) . Ed è giusto che la bambina viva le sue "cose" e le sue passioni.
Il pernottamento , sia due volte a settimana che durante l'estate ( o durante le festività natalizie e/o pasquali in genere) può "starci"; tuttavia il pernottamento , se la bambina non vuole, non può e non deve essergli imposto. Nella maniera più assoluta. E il padre non può obbligarla, né la madre potrebbe farlo.
Per quanto riguarda la visita in caso di malattia ( a meno che non si tratti di qualcosa di estremamente lungo) è inaccettabile, specie alla presenza di personale tecnico, come lei lo definisce. E' importante pensare che cosa potrebbe pensare la bambina di questo (?). Anche una telefonata di affetto alla bimba potrebbe essere fatta e a lei basterebbe questo.
La riduzione del mantenimento è dovuta a che cosa? Al fatto che lui vuole tenere di più la bambina (scusi la provocazione, dormendo da lui e mangiando da lui quindi costa meno alla mamma?).
Non è semplicemente la questione che la bambina ha bisogno della mamma, la bimba ha bisogno di entrambi i genitori e soprattutto di serenità. Mi sembra di capire da ciò che scrive che questi genitori non parlano della loro figlia , non trovano un vero spazio di serenità e di qualità per la bambina. Non sono ormai più una coppia sentimentalmente parlando , ma sono una coppia genitoriale. E lo rimarranno sempre. Devono avere il coraggio di essere onesti con la propria figlia, che per quanto intelligente sia è ancora piccola e va aiutata ad affrontare tutte le situazioni. Per cui consiglio vivamente alla sua compagna di proporre un percorso di mediazione tra lei e il padre della bambina per decidere insieme ed in modo civile come organizzare tempi e spazi da dedicare alla loro bambina, senza che l'una o l'altra parte abbia timore ( timore per il pernottamento e quant'altro) . Non ci sono soltanto avvocati e tribunale per stabile sulla carta cosa è meglio per i propri figli, ma sono disponibili anche operatori che possono aiutare le coppie genitoriali come queste a "decidere insieme" ed alla fine proponendo loro stessi al tribunale le indicazioni da seguire.
Non mettete altra benzina sul fuoco, a modo suo faccia ragionare la sua compagna per una maggiore collaborazione con il padre della bambina ( senza che voi od il padre centriate l'attenzione sulle rispettive vite che vi siete costruiti.............) con un maggiore dialogo e che chieda anche a lui ( il padre della bimba) questo impegno per il bene della piccola , la quale merita rispetto e tempo di qualità. Spero di essere stata chiara.
Ci tenga informati.
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