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perchè è così difficile..

Inviato: mer, 02 lug 2008 - 11:46 pm
da sekywa
..aiutare la propria famiglia??
se già è difficile aiutare le altre, aiutare la propria è impossibile!perchè?
se non le famiglie anche amici, partner e conoscenti!perchè ti vedono come amico, partner, figlio nipote e cugino e non come un qualcuno che magari ha 2 grammi di quel qualcosa in più rispetto agli altri?alla fine dici loro esattamente quello che avresti detto agli "sconosciuti", ma con loro sembra non funzionare, sembra che dici parole senza senso, dicono si si e puntualmente non fanno mezza cosa di quello che tu hai consigliato!!!so che non si può costringere le persone a fare ciò che non vogliono, però forse le situazioni di stallo degli "altri" sono leggermente più semplici, schematiche, non so come definirle, rispetto alle "proprie" da gestire da un punto di vista sentimntale e mentale!!
come si fa ad uscirne?devo aspettare di sventolar loro sotto al naso la laurea?non credo cambierà qualcosa!
a qualcuno di voi è capitato?come si esce da tutto ciò?

Re: perchè è così difficile..

Inviato: gio, 03 lug 2008 - 9:22 am
da Nazg
...facendo dire quelle cose da un'esterno al nucleo familiare.

c'è poco da fare, quando sei invischiato in una cosa è difficile vedere le cose con la lucidità di uno che è estraneo ai fatti. Questo vale per chi cerca di dare buoni consigli e apportare idee utili e vale per chi ha il problema da risolvere.
direi che poi ogni nucleo familiare è a sè, io a casa mia vedo che i miei genitori mi tengono in grande considerazione,mentre magari alcuni parenti preferiscono tenersi la propria opinione invece di cogliere un mio possibile aiuto "professionale".

d'altra parte la storia del profeta che non è amato a casa sua è vecchia...
:wink:

Re: perchè è così difficile..

Inviato: lun, 07 lug 2008 - 9:01 am
da sekywa
eh già ho sempre detto che avrei dovuto chiamarmi cassandra :lol:

Re: perchè è così difficile..

Inviato: lun, 07 lug 2008 - 3:45 pm
da Limfjorden
Nazg ha scritto: c'è poco da fare, quando sei invischiato in una cosa è difficile vedere le cose con la lucidità di uno che è estraneo ai fatti.
secondo me, c'è anche un altro aspetto da aggiungere però: il fatto che coi parenti/amici non si è autorevoli.

Re: perchè è così difficile..

Inviato: gio, 10 lug 2008 - 3:43 pm
da ugo.albano
Trovo molto interessante questa riflessione e cerco di allargarne i contorni:

Cioè l'aiuto, per essere efficace, richiede autorevolezza di chi aiuta? E se si, perchè questa manca in un rapporto "intrafamiliare"? Il padre, per esempio, è inefficace solo perchè "parente" del figlio, anche se autorevole?

Cioè: il rapporto diretto (di amicizia, di parentela, di conoscenza), che è empatico e confidenziale per natura, perchè mai è un ostacolo all'aiuto?

Nel nostro lavoro, per esempio, per essere efficaci cerchiamo "empatia" tra persone che hanno distanza (non si conoscono). Perchè dove esiste già non funziona l'aiuto?

Io non darei per scontato che è necessario essere esterni per essere autorevoli. La stessa tematica dell'auto mutuo aiuto ci insegna che il vero cambiamento avviene in un rapporto tra pari.

Insomma, sembra più vincente il rapporto simmetrico nell'aiuto.

Non è che in famiglia, invece, ci troviamo in rapporti asimmetrici (di potere, di status) anche sotto l'apparenza della simmetria ???

L'invischiamento di cui si parla non è forse l'effetto di un (tacito) non rispetto dell'altro, fino al punto che non considero importante un aiuto proprio perchè proveniente da un interno che io considero "a priori" incompetente, solo perchè conosciuto?

Vale a dire: è l'aiuto tra parenti un mero scambio di interessi, un qualcosa di "dovuto" e quindi già in partenza qualcosa che blocca i canali dell'aiuto classico?

Perchè non si può essere autorevoli in famiglia o in costruzioni simili (se penso ai gruppi-appartamento, le comunità, lo stesso gruppo di colleghi)?? In questi contesti, invece, noi agiamo significati "parafamiliari", ma teniamo a bada l'invischiamento.

Che ne pensate? Sto cercando di capire se è possibile tirar fuori una regola, un paradigma.....

Ugo Albano

Re: perchè è così difficile..

Inviato: gio, 10 lug 2008 - 6:14 pm
da sekywa
beh ti posso rispondere x quel che riguarda il mio caso!
condivido pienamente il discorso sulla familiarità da ricercare con chi aiutiamo, però io sono la "piccolina" di casa ed è forse in questo che non sono riconosciuta o sono vista in una posizione per così dire di inferiorità!
quanto prendi in considerazione i consigli di un bambino?
e potrei farti la domanda all'opposto, quanto prenderesti in considerazione consigli provenienti da persone troppo anziane che consideri inutili?
secondo me il fattore età è importante e strettamente collegato ai rapporti di potere interni alla famiglia!
sono riuscita ad aiutare una mia amica e il mio ragazzo (miei pari), ma andando in su con l'età diventa sempre un tantino più difficile, ci si potrebbe fare una scala colorata!!
vivendo in una famiglia numerosa i problemi sono all'ordine del giorno, piccoli e grandi, e a volte confesso di dover aggiustare le situazioni alle spalle per poter riuscire nell'intento di aiutare un po', l'approccio diretto non funziona..ma quant'è faticoso!!

Re: perchè è così difficile..

Inviato: mar, 05 ago 2008 - 4:31 pm
da Miranda
sekywa ha scritto:beh ti posso rispondere x quel che riguarda il mio caso!
quanto prendi in considerazione i consigli di un bambino?
e potrei farti la domanda all'opposto, quanto prenderesti in considerazione consigli provenienti da persone troppo anziane che consideri inutili?
ugo.albano ha scritto: Io non darei per scontato che è necessario essere esterni per essere autorevoli. La stessa tematica dell'auto mutuo aiuto ci insegna che il vero cambiamento avviene in un rapporto tra pari.

L'invischiamento di cui si parla non è forse l'effetto di un (tacito) non rispetto dell'altro, fino al punto che non considero importante un aiuto proprio perchè proveniente da un interno che io considero "a priori" incompetente, solo perchè conosciuto?

Che ne pensate? Sto cercando di capire se è possibile tirar fuori una regola, un paradigma.....

Ugo Albano
Ragazzi posso?
Trovo molto interesante questo argomento.

Una delle mie prof. diceva(vi traduco) "il rispetto sorge e si insegna dall'alto verso il basso ,se autentico risalira sempre con valori autentici,guadagnando nello spazio relazionale sempre di piu col passare del tempo, una posizione orizontale(alla pari)".

Il che non vuol dire se un sogetto non ha ricevuto rispetto autentico dal "suo alto" non riuscira ad aquisirlo tramite l'autoeducazione, sviluparlo e tramandarlo .

Dificile pero comunicare la stessa "manovra" a quelli che non capiscono la necesita / i benefici di questa orizontalita, confondendola con una specie di "perdita della propria verticalita".


Quando prendi in considerazione i consigli di un bambino? Quando i consigli di una persona anziana ?
Nel momento in cui il rapporto e "orizontale",hai percepito che si puo fare ,che non c'e tra di voi nessun "perche lo voglio io!".
Certo i consigli puoi anche non ritenerli giusti,ma il rispetto autentico se c'e ,ci sara un modo per far capire, sopratutto far sentire all'altro senza offenderlo,senza ferirlo,che non hai preso una decisione in virtu al fatto che tu sei quello piu "alto",(non intendera il rifiuto come un famigerato "perche l'ho detto io!" ).Non confondera la tua verticalita con l'orizontalita del rapporto.

Interviene anche la capacita di processare i dati in un certo conflitto , da parte di un bambino o di un anziano.Ma questa e gia un'altra storia.