condivisione caso

tabellina
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condivisione caso

Messaggio da tabellina »

buongiorno a tutti/e!
vorrei sottoporre a voi tutti un caso che mi è appena capitato, tra i più semplici, che riguarda la richiesta di aiuto economico.
lo faccio non perchè vorrei avere le soluzioni ma per condividere con voi un percorso, un metodo, un'analisi.
il caso è il seguente: una signora, di origini rumene, di anni 50, in Italia da circa 5 anni, si presenta al servizio per espormi il suo problema e chiedermi un aiuto economico e/o un lavoro.
la signora è disoccupata da circa due anni, tranne qualche lavoretto qua e là in nero come badante, colf, baby sitter, e addetta pulizie.
è sposata, vive con un marito che lavora in una fabbrica e percepisce circa 1200 euro al mese di stipendio. vivono entrambi in una casa in affitto a 440 euro. non hanno una rete amicale nè familiare di sostegno. hanno due figli che hanno lasciato in Romania dai nonni e che stanno completando gli studi. inviano a questi due figli circa 100 euro al mese.
hanno un mutuo di circa 190euro al mese per l'acquisto di un'auto che dovranno sostenere fino al prossimo anno.
la signora mi porta un isee che le permetterebbe di accedere a un fondo regionale ma percepirebbe solo 100 euro al mese.
la signora mi dice: riusciamo a pagare tutto, le bollette e l'affitto, ma mangiamo solo una volta al giorno.sto cercando lavoro da tutte le parti.
la signora ha frequentato un corso di una scuola privata (Cortivo) per diventare O.S.A ma nella nostra regione questo corso non è riconosciuto.
si è già rivolta alla caritas per le spesa.

voi come vi muovereste per mettere in piedi un progetto di sostegno?
MonicaB
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Re: condivisione caso

Messaggio da MonicaB »

Ciao tabellina, io suddividerei l'analisi del caso su tre aree: lavoro, risorse di rete, risorse economiche. Il settore dell'assistenza è l'unico settore in cui in questo momento c'è ancora movimento, è vero che la sig.ra ha un "diploma" non riconosciuto ma è pur vero che per il settore privato è un diploma che conta eccome. Io le farei fare domanda in tutte le cooperative che si occupano di assistenza ad anziani/disabili, la farei iscrivere all'ACLICOLF e al Centro per l'impiego sezione assistenti famigliari. Dici che usufruisce già delle borse della spesa Caritas, la Caritas della zona non ha altri progetti? Pagamento delle bollette per esempio. La Croce Rossa o altri enti privati non distribuiscono borse della spesa? Il Banco Alimentare c'è nella zona? Attiverei sicuramente il fondo regionale (sei in Friuli????) per i 100 euro mensili, farei fare domanda di contributo affitto 431 e dello SGATE. Poi credo davvero che non ci sia altro da mettere in campo....
tabellina
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Re: condivisione caso

Messaggio da tabellina »

ciao Monica,
si sono in Friuli.
la Caritas dalle mie parti ha le risorse molto limitate, quindi il pagamento della bolletta lo fa in situazioni di emergenza vera e propria (es. minori in casa con riscaldamento tagliato).
altre risorse non ce ne sono per la spesa (c'è la croce rossa due volte l'anno).
per quanto riguarda sgate e contributi affitti l'ho già indirizzata (anche se sinceramente il contributo affitti anche quest'anno ha fatto un pò ridere, almeno da me, ci sono persone che si sono ritrovate un contributo di 70 euro, meno di quello che prenderebbero facendo la detrazione fiscale). :roll:
per quanto riguarda cooperative/centro per l'impiego, sportello ass. familiari è già iscritta ovunque.
la domanda che mi pongo è: tu attiveresti il fondo di solidarietà a prescindere? con quale progetto e finalità? puramente assistenziali?
MonicaB
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Re: condivisione caso

Messaggio da MonicaB »

Non so come l'avete regolamentato nel vostro ambito, da noi sarebbe possibile. Il progetto prevederebbe come obiettivi sull'area abitativa evitare morosità nel pagamento dei canoni e nelle utenze domestiche, sull'area lavoro la ricerca della sig.ra di nuove opportunità lavorative (ma come non trova niente????? Mi fa strano), sull'area personale consentire un'adeguata alimentazione e i mezzi di sussistenza. Io sono in bassa friulana, tu?
tabellina
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Re: condivisione caso

Messaggio da tabellina »

io lavoro nel medio friuli.
guarda, sinceramente da noi si dice questo: prima di attivare un fondo bisogna mettere in piedi un progetto con la persona tendente al cambiamento e non basta la necessità assistenziale, perchè altrimenti che te lo do a fare se tra 6 mesi o 12 sei esattamente uguale a prima? (banalizzo ma sostanzialmente è questo). Questo ad un livello teorico,perchè ho visto utilizzare questo fondo anche per pagare funerali e cartelle equitalia.
a me non sembra strano che la persona non riesca a trovare lavoro; qua abbiamo un bacino di disoccupazione elevatissimo accompagnato spesso ad una bassa scolarizzazione e ad una tendenza a non adattarsi.
la signora in questione è pure straniera il che significa scontrarsi con una marea di pregiudizi. chessò magari non sarà neppure bravissima (ha tutte esperienze di lavoro molto corte, qualche motivo ci sarà).
questo è un caso davvero semplice perchè nella realtà mi capita più spesso di avere a che fare con persone senza lavoro del tutto, senza un cent in tasca, senza titoli di studio e con la sfratto alle porte.
lì da voi come va invece?
MonicaB
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Re: condivisione caso

Messaggio da MonicaB »

Assolutamente uguale. Noi soffriamo molto la chiusura di grandi aziende che hanno attirato in questo territorio moltissime persone che ora si ritrovano nel migliore (ma proprio migliore) dei casi in cassa integrazione. Io ho tantissime famiglie dove uno solo lavora saltuariamente, il tuo caso mi pare già oro. Tuttavia da noi se una sig.ra si propone nel settore assistenza trova lavoro abbastanza velocemente e generalmente anche regolare. Le coop che fanno assistenza domiciliare per gli ambiti cercano sempre personale qualificato e il corso Cortivo viene comunque apprezzato, così come le famiglie cercano personale di assistenza. per questo penso che la tua riflessione sui lavori brevi della sig.ra possa essere azzeccata. Per tutto il resto il tuo post qui sotto sul burn out era anche molto azzeccato! :mrgreen:
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Re: condivisione caso

Messaggio da tabellina »

:lol: rido per non piangere!!
credo che qua ci sia la neccessità di un cambio di rotta perchè i soldi pubblici sono sempre meno, e quindi bisogna ripensare al welfare e ripensarsi come professionisti. però nel mezzo c'è tanta frustrazione e non tutti viaggiono sullo stesso pensiero.
quando ho letto il tuo post sul burn out mi è quasi scesa la lacrimuccia e ho pensato che davvero siamo tante a.s ma siamo tutte sole...
fondiamo un mini sindacato/associazione in Friuli?
:D
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Re: condivisione caso

Messaggio da MonicaB »

Ah ah ah ah, oppure cambiamo lavoro!!!!
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Re: condivisione caso

Messaggio da tabellina »

ah si,
quello sicuro, o meglio, luogo di lavoro..io "sogno" la libera professione, ma prima mi rendo conto di dovermi fare un pò le ossa (al contrario tuo, io lavoro da poco coma a.s). grazie comunque per la tua condivisione, anche questo aiuta a non cadere in burn-out!!
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Re: condivisione caso

Messaggio da Nazg »

magari ci troviamo come assistenti sociali friulane che partecipano a questo forum per condividere non solo le disgrazie? :mrgreen:
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Re: condivisione caso

Messaggio da MonicaB »

Yeah! Accolgo la proposta di Nazg che conobbi di persona secoli fa proprio in un ritrovo partito da un forum! Ti ricordi mia carissima quanto era bella Bologna? :D
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Re: condivisione caso

Messaggio da Nazg »

eh già Monica!
Sarebbe interessante sapere quanti siamo dai Friuli :wink:
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Re: condivisione caso

Messaggio da ugo.albano »

L'idea di fare un ritrovo di chi bazzica su questo forum è interessante.

Lo scorso anno se ne parlò, ma poi non si fece nulla.

Non conosco il Friuli: se si organizza, ci vengo.

Magari se Nazg lancia l'idea, di contenuti ne diamo....

Io un pò di idee ne avrei....
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Re: condivisione caso

Messaggio da MonicaB »

Però regola numero uno: NON SI PARLA DI LAVORO!
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Re: condivisione caso

Messaggio da ugo.albano »

Beh, ma siamo colleghi, è proprio sul lavoro che ha senso vedersi.

Dipende da come lo si considera. Io amo il mio lavoro.

Per esempio possiamo parlare di sentimenti sul lavoro, della tenuta coi nostroi partner (che ci sopportano) oppure di nostri "sogni nel cassetto" sul piano professionale. Perchè no?

Siccome siamo italiani e, a stare in gruppo si fa fatica quando c'è uno scopo, figuratevi quando questo non c'è, occorre strutturare un'offerta.

Che so: assistentisociali.org organizza una serata da ballo o un weekend per conoscersi e "vedere l'effetto che fa" (come diceva Jannacci).

Secondo me occorre che esplicitiamo le voglie. poi vediamo che ne esce.

Saluti.
Ugo Albano

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