Disoccupazione

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marketto_1982
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Disoccupazione

Messaggio da marketto_1982 »

lavoro in un comune da poco..Mi trovo da 4 mesi circa ad affropntare situazioni (specialmente di stranieri) che hanno perso il lavoro e o sono cassa integrati, o prendono l'indennità di disoccupazione o addirittura nulla per problemi burocratici della ditta per cui lavoravano.. Siccome sono tanti davvero (ogni giorno uno nuovo) volevo avere qualche consiglio su come affrontare tali situazioni (la mia giunta mi sta mettendo dei paletti nell'erogazione di contributi economici straordinari..e minimo vitale manco a parlarne..)..

aspetto confronti con voi!!:)
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ugo.albano
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Re: Disoccupazione

Messaggio da ugo.albano »

Caro Marketto,

meno male che il tuo Comune ha pochi soldi e (come dici tu) "del minimo vitale neanche a parlarne". Perchè dico ciò? Perchè se si fosse tutto quello che vorremmo, diventeremmo dei bancomat. O degli amministrativi. E non lo siamo. E, per essere fedeli a noi stessi, MENO MALE CHE IL COMUNE NON HA SOLDI.

A me è capitato spesso quel che capita a te.

Obiettivo: reinserire questi signori nei cercuiti lavorativi.

Io ero solito fare dei colloqui in cui si faceva un veloce bilancio di competenze. Che sai fare? Per quali qualifiche potresti concorrere? Poi mi attaccavo con gli interessati al pc e mi collegavo all'ufficio del lavoro, sulle offerte. Telefonando alle ditte come Comune mandavo le persone ai colloqui. In alcuni casi, facendo con loro il curriculum, uscivano fuori altre competenze e, su quelle, si faceva delle scelte.

Provaci. SE FUNZIONA e lo sai COMUNICARE AL COMUNE fai una bella figura: risolvi il problema senza costi pubblici. Scusate se è poco!!!!!!

Ricordate, cari colleghi: noi siamo professionisti della relazione, NON della dazione.

Ugo Albano
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Re: Disoccupazione

Messaggio da marketto_1982 »

già, ottimo consiglio!!
alle volte le soluzioni più semplici sono anceh le migliori, dice una pubblicità!;-)
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stefi
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Re: Disoccupazione

Messaggio da stefi »

Lavoro in un comune del bellunese. Qui la disoccupazione sta salendo a livelli esponenziali e a risentirne di questo sono soprattutto le famiglie monoreddito di stranieri. Giro in continuazione per le agenzie per il lavoro che non hanno nessuna richiesta (e alcune stanno chiudendo), chiamo le aziende (le poche rimaste) che continuano a lasciare a casa le persone. Quando parlo di crisi mi sento dire che vedo solo il lato brutto delle cose per via del mio lavoro.
Che tipo di interventi possiamo mettere in atto in questo tipo di situazioni?
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ugo.albano
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Re: Disoccupazione

Messaggio da ugo.albano »

Io credo che dobbiamo fare lo sforzo di essere professionisti. Più che "erogare interventi", noi dovremmo agire sulle "progettualità di vita".

Se il lavoro non c'è e la gente viene invitata a passare per gli uffici interinali, questo lo può fare pure un usciere.

Il nostro sforzo è quello di approfittare della crisi per riorientare le persone verso nuove competenze.

Per esempio: se nel bellunese chiudono le fabbriche, però c'è richiesta in altri settori (turismo o assistenza familiare), forse è il caso di avviare i disoccupati (magari formandoli) verso quei settori. Magari con un bel corso da oss dopo il lavoro è più facile......

Per gli stranieri, poi, la crisi di lavoro ha ricadute sul titolo di soggiorno. Non c'è bisogno, a mio parere, di aspettare la caduta in clandestinità , se una famiglia aveva già in mente il rientro, magari si è fatta una casa o vuole avviare un'attività nel proprio paese, può essere affrontata questa strada. Dipende quindi anche dal "progetto migratorio" sottostante "quella" famiglia. Nè più e nè meno come hanno fatto tanti bellunesi, decessi addietro, costretti all'emigrazione e poi tornati con soldi ed idee imprenditoriali.

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Re: Disoccupazione

Messaggio da monica1967 »

Ho preso parte durante il tirocinio a un progetto di accompagnamento al lavoro per persone appartenenti a fasce svantaggiate.

Per le famiglie straniere erano stati creati dei gruppi, rivolti sopratutto a donne, che avevano lo scopo di accrescere l'autostima, orientarle nel mercato del lavoro italiano, tra i vari servizi ( centri impiego, internali, sindacati, ecc.) e tra le risorse che la comunità metteva a loro disposizione per l'accudimento dei figli (nidi, scuole materne, centri pomeridiani ecc.)

Uno dei punti era quello di aiutare le utenti a capire che nella nostra società le famiglie monoreddito non potevano sopravvivere alla crisi con tutte le conseguenze del caso ( povertà, problemi coi figli, eventuale clandestinità se nessuno in famiglia lavora) e quindi di cercare di incentivare l'occupazioe femminile anche tra questa fascia di popolazione.
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ugo.albano
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Re: Disoccupazione

Messaggio da ugo.albano »

Eh, infatti........

la crisi economica che "costringe" la donna a lavorare, in effetti la "libera" dalla dipendenza dal marito e l'avvia verso l'emancipazione. Strada non facile, queste donne vanno davvero sostenute verso questo percorso, non perchè devono lavorare, ma perchè devono cambiare ruolo (in buona sostanza si assiste ad un "cambio di potere" nella coppia. Cosa non facile.....).

Ugo
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