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Tutela giuridica: utenza non collaborante?

Inviato: mer, 21 mag 2014 - 4:43 pm
da Hilda
Buonasera a tutti,
approfitto della vostra competenza sottoponendovi alcuni quesiti che spesso mi trovo a dover affrontare nel mio lavoro quotidiano. Lavoro in un consorzio di comuni e molto spesso mi vengono segnalate sia formalmente che informalmente da amministratori, responsabili di servizi e cittadini situazioni di disagio psichico (ma anche economico) difficilmente gestibili a causa della scarsa collaborazione dell'utente stesso nell'affrontare il problema e nel riconoscere le proprie necessità. Parlo, ad esempio, di anziani soli che vivono in condizioni igieniche non adeguate, di utenti "minus" che vivono in condizioni di isolamento e che pur essendo autonomi su alcuni fronti (es. gestione della propria casa o delle proprie spese) spesso si cacciano nei guai (es. dando priorità all'acquisto di beni non indispensabili a discapito del pagamento di utenze) oppure semplicemente di soggetti con particolari patologie (es. alzheimer, disagi psichici ecc.) con parenti disinteressati al loro destino. Pur cercando di stabilire un contatto e creare una rete di fiducia intorno a queste persone, così da rendere più agevole un ricorso al tribunale per amministratore di sostegno o anche solo il semplice accesso al mio ufficio, spesso capita che la risposta dell'utente sia negativa e che, nonostante tutto, il Comune debba intervenire con contributi di emergenza per evitare distacco di utenze, debiti ecc. In alcuni casi è capitato anche che l'utente mi lasciasse utenze scadute e solleciti di pagamenti sotto la porta dell'ufficio e che, a fronte di una mia convocazione formale non si presentasse o non si facesse trovare a visita domiciliare (anzi, scappasse proprio a gambe levate in mezzo al bosco!). Cosa si può fare, in queste situazioni? Una collega mi ha consigliato la segnalazione al giudice tutelare o al pubblico ministero. Mi chiedo però a quale fine, considerato il fatto che mai l'utenza di cui ho parlato sopra si presenterà davanti al giudice tutelare e mai accetterà la presenza di un amministratore di sostegno. E soprattutto, mi chiedo cosa in concreto un giudice tutelare possa fare in queste situazioni.
Ho provato a documentarmi ma al di là del consiglio alla segnalazione ho trovato poco e niente. Sapreste darmi una mano?
Eticamente io sento di dover agire ma ho serie difficoltà a capire come.

Grazie
Hilda

Re: Tutela giuridica: utenza non collaborante?

Inviato: gio, 22 mag 2014 - 6:11 am
da ugo.albano
Cara Hilda,

L'AIUTO SI basa sulla volontarietà. se questa manca o, semplicemente, gli interessati non si fanno aiutare e, ciononostante, vanno gestiti, è logico che scatti una forma di "sostituzione" delle loro volontà.

Per infermità di mente, prodigalità, uso di droghe/alcool o solo anche per limitazioni fisioche, il Codice Civile prevede diversi istituti, dalla tutela all'amministrazione di sostegno. E' solo con la nomina di un soggetto terzo che non si sprecano i soldi, che non si dilapidano i patrimoni, si avviano le azioni di cura utili.

Personalmente io procedo sempre così e funziona bene. Nel decidere le azioni di cura io ho a che fare con i tutori o gli amministratori di sostegno, sempre e comunque col Giudice tutelare, non col disabile spendaccione, non con l'alcolista che si beve in una giornata la pensione. E' il tutore/amministratore ad avere il compito di mediare tra servizi e soggetto, oltre a gestire i soldi in senso giusto.

Se la "non collaborazione" dipende dalla malattia, io non posso perdere tempo appresso ai malati, appunto perchè non sono sani e non ragionano da sani.

Saluti.

Re: Tutela giuridica: utenza non collaborante?

Inviato: gio, 22 mag 2014 - 9:45 pm
da Riccardo
Ugo mi dai sempre un sacco di spunti,

non si può perdere tempo a ragionare con loro perchè non sono sani, ma quindi ti chiedo alla base c'è un problema di tempo? di intervento, ovvero con quelli poco sani nessuno può ragionarci? la terapia compete ad altri? o l'assistente sociale non deve credere di avere un ruolo in grado di modificare la situazione?

Re: Tutela giuridica: utenza non collaborante?

Inviato: ven, 23 mag 2014 - 6:13 am
da ugo.albano
Caro Riccardo,

non comprendo cosa vuoi, nè credo sia questa la sede per teorizzare tutto l'argomento.

Dico solo che, se la Ns. Normativa prevede una serie di istituti giuridici, ciò è pensato per realizzare azioni di tutela della persona quando questa, da sola, non ci riesce.

Poi c'è caso e caso. Ad ogni caso c'è la persona che va coinvolta, accompagnata, educata, sostenuta,contenuta,...a volte pure costretta, perchè la "libertà" deve coniugarsi con certi "standard minimi" di benessere.

Proprio perchè si tratta di aggirare la volontà della persona, il Ns. Ordinamento ripartisce i compiti, per cui "più occhi vedono meglio di uno": ci siamo noi dei servizi, ci sono i parenti, c'è il Giudice, c'è l'amministratore (o tutore o curatore) e c'è l'interessato, per cui la mediazione è prassi ordinaria.

A me sembra un meccanismo assai democratico a protezione di una persona malata. Ribadisco "malata": sennò di che stiamo parlando?

Saluti.