come fare?

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lillotta
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come fare?

Messaggio da lillotta »

Salve, vorrei un confronto rispetto a questa situazione lavorativa che mi trovo ad affrontare, con non poca preoccupazione, come sempre quando ci sono di mezzo minori.
Premetto che lavoro in una piccola realtà locale, in un clima di perfetta “solitudine” e non tanto perché sono l’unica assistente sociale, quanto piuttosto perché mancano, nel territorio, servizi e risorse con cui confrontarsi nel lavoro coi minori: Consultorio familiare privo di psicologa e assistente sociale, servizio di neuropsichiatria infantile al collasso che non prende piu in carico casi nuovi ; equipe multidisciplinari assenti . Di fronte al lavoro coi minori, ciascuno fa quel che può, con servizi educativi non sempre all’ altezza del compito.
Detto questo, vado a parlare di un caso per il quale vi chiedo un consiglio.
Nucleo familiare composto da genitori e 3 minori di 17, 15 e 8 anni. Il Servizio prende in carico il nucleo nel 2008 per “problemi comportamentali” relativi al secondogenito, problemi che si manifestano soprattutto nell’ ambito scolastico. Viene fatto un lavoro congiunto con la scuola che su suggerimento dei servizi, invia la mamma al servizio di neuropsichiatria infantile dove al bambino viene diagnosticato un “disturbo dell’attenzione e iperattività”. Il Servizio in questione, causa carenza di personale, segue saltuariamente il ragazzo e la famiglia . Intanto al ragazzo viene affiancato un educatore a domicilio che lavora su piu fronti, legati all’apprendimento, al lavoro sulle regole (anche sulla famiglia) e che fa inoltre da mediatore fra scuola/famiglia e servizio territoriale.
I genitori, nel frattempo, accettano il sostegno in modo piu formale che sostanziale; non sono pienamente consapevoli delle difficoltà del figlio e nonostante si assumano degli impegni, non sempre li rispettano pienamente. Le cure del figlio, in riferimento all’alimentazione e all’igiene, sono sempre al “limite” :rispetto a questo aspetto, i genitori vengono spesso richiamati e solo allora, adeguano il loro comportamento.
Intanto a scuola, la situazione migliora, grazie soprattutto al lavoro autorevole dell’insegnante di sostegno e forse questo spinge i genitori a rilassarsi un pò di più nella convinzione che il problema sia superato.
Intanto però “scoppia” il caso del bimbo più piccolo: nelle volte in cui l’educatore è a domicilio , riscontra nel piccolo alcuni atteggiamenti già visti nel fratello soprattutto in riferimento alla difficoltà al rispetto delle regole. Inoltre, attraverso un coinvolgimento recente del bambino in attività di animazione, sono stati riscontrati altri problemi che hanno fatto riemergere i limiti della coppia genitoriale, di prendersi cura del bimbo in maniera adeguata. Il bimbo spesso si presenta in scarse condizioni igieniche, mangia in maniera bulimica, viene spesso preso in giro e dimostra incapacità di difendersi di fronte ad atteggiamenti di presa in giro da parte di altri bambini. Considerato che entrambi i genitori lavorano, viene inoltre lasciato troppo tempo da solo o in compagnia dei fratelli che chiaramente, essendo piu grandi, lo degnano di poche attenzioni.
Inutile dire che la scuola non ha mai segnalato nulla e che allo stato attuale non posso raccogliere informazioni utili in tal senso!
Evidenzio inoltre questo: della cura dei minori, finchè piccoli, si è occupata la nonna materna che ora pare essersi messa da parte per conflitti recenti con la figlia.
A parte fare un mea culpa e domandarmi e nutrire dei dubbi sui risultati del lavoro finora fatto, chiedo un consiglio su come comportarmi allo stato attuale.
Mi trovo di fronte al dubbio:
1) gli elementi che ho, sono sufficienti per fare una segnalazione al Tribunale dei Minori e denunciare una situazione di incuria del minore e i limiti educativi della coppia genitoriale di modo che io abbia un mandato per agire, di fronte al quale non possono sottrarsi? Immagino che di questa eventualità, dovrei comunque informare i genitori...
2) Prima di segnalare il caso al Tribunale dovrei convocare i genitori, informarli degli aspetti critici che ho evidenziato e valutare se sono disponibili ad una collaborazione e contratto con il servizio? In questo caso, quel che temo, è che dare una seconda possibilità ai genitori, non serva a molto perché probabilmente hanno una idea diversa del concetto di cura dei figli.(Probabilmente quello che è mancato in tutti questi anni, è un lavoro sulle capacità genitoriali della coppia che intanto continua a portarsi indietro la sua povertà educativa, lavoro limitato dall'assenza di un servizio come il consultorio).

Voi come vi sareste comportati e come vi comportereste allo stato attuale?
Non so se ho detto tutto quanto necessario per inquadrare il caso...aspetto vostri consigli e suggerimenti, e/o qualunque cosa venga in mente per affrontare il problema.
Grazie mille
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Aneta
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Re: come fare?

Messaggio da Aneta »

A mio parere dovresti interrogarti sull'utilità della segnalazione, servirà veramente ad ottenere la collaborazione della famiglia? Come potrebbero reagire a questa notizia? Con maggiore impegno o chiusura?
A mio modesto parere va esplicitato alla famiglia e magari concordato un breve periodo in cui se non si verificano dei cambiamenti si procede con la segnalazione, ma dipende dalle risposte che ti darai alle domande che ti ho suggerito sopra...
Se dovessi ottenere un mandato dal Tribunale che cosa ti porterà in più rispetto alle risorse su cui lavorare? Potrebbe essere utile ad esempio sottolineare la necessità di una presa in carico da parte della neuropsichiatria in modo che il Tribunale lo predisponga e che tu ottenga l'attivazione del servizio?
In bocca al lupo!
A.
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