UN FIGLIO DIVISO: PERCHè NECESSARIAMENTE CON LA MADRE?
Inviato: mar, 16 feb 2010 - 3:36 pm
Buongiorno,
sto con un uomo, padre di un bimbo di 3 anni che trascorre con lui, come da accordi presi in presenza di avvocati prima del compimento del 3° anno del bambino, 2 ore serali a settimana e l'intero sabato (dalle 9 alle 22).
Recentemente ha ricevuto una lettera da parte dell'avvocato della sua ex convivente, madre del bambino, che lo informa del fatto che il bimbo ha partecipato a diverse sedute presso uno psicologo per evidenti disagi.
Il mio uomo ha contattato e incontrato questo medico che conferma che il bambino soffre di depressione, affermando che il suo stato emotivo è compromesso dalla grande differenza di stimoli ricevuti dai genitori.
Il medico ha espresso il punto sottolineando che il bambino fa la pipì a letto, cosa mai successa con il padre.
Riassumento il medico ha consigliato al padre degli incontri settimanali in presenza del figlio (quindi nella giornata di sabato) e di riadattare i propri momenti insieme allo standard quotidiano del bambino.
Il padre è stato accusato di dare troppi stimoli al bambino, creando in lui un'eccitazione tale da andare in controtendenza con le abitudini impartitegli dalla madre. a questo punto il padre senza alcun dubbio eviterà di sollecitare troppo il figlio nonostante abbia sempre dimostrato un grande interesse e svago in tutto quanto il padre lo abbia coinvolto (raccogliere more, mettere degli sci ai piedi per compiere la sua prima mini-discesa, correre e saltare..), insomma tutte cose che noi tutti abbiamo fatto da bambini.
Quello che vorrei capire è se questo padre possa rivendicare in qualche modo la serenità di suo figlio o semplicemente deve adeguarsi agli standard della madre e lasciare che esso cresca in un ambiente molto differente da quello che è quindi dimostrato, gli sa dare spensieratezza e stimoli?
Grazie infinite
Sara
sto con un uomo, padre di un bimbo di 3 anni che trascorre con lui, come da accordi presi in presenza di avvocati prima del compimento del 3° anno del bambino, 2 ore serali a settimana e l'intero sabato (dalle 9 alle 22).
Recentemente ha ricevuto una lettera da parte dell'avvocato della sua ex convivente, madre del bambino, che lo informa del fatto che il bimbo ha partecipato a diverse sedute presso uno psicologo per evidenti disagi.
Il mio uomo ha contattato e incontrato questo medico che conferma che il bambino soffre di depressione, affermando che il suo stato emotivo è compromesso dalla grande differenza di stimoli ricevuti dai genitori.
Il medico ha espresso il punto sottolineando che il bambino fa la pipì a letto, cosa mai successa con il padre.
Riassumento il medico ha consigliato al padre degli incontri settimanali in presenza del figlio (quindi nella giornata di sabato) e di riadattare i propri momenti insieme allo standard quotidiano del bambino.
Il padre è stato accusato di dare troppi stimoli al bambino, creando in lui un'eccitazione tale da andare in controtendenza con le abitudini impartitegli dalla madre. a questo punto il padre senza alcun dubbio eviterà di sollecitare troppo il figlio nonostante abbia sempre dimostrato un grande interesse e svago in tutto quanto il padre lo abbia coinvolto (raccogliere more, mettere degli sci ai piedi per compiere la sua prima mini-discesa, correre e saltare..), insomma tutte cose che noi tutti abbiamo fatto da bambini.
Quello che vorrei capire è se questo padre possa rivendicare in qualche modo la serenità di suo figlio o semplicemente deve adeguarsi agli standard della madre e lasciare che esso cresca in un ambiente molto differente da quello che è quindi dimostrato, gli sa dare spensieratezza e stimoli?
Grazie infinite
Sara