stavolta la consulenza la chiedo IO!

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pallaspina
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stavolta la consulenza la chiedo IO!

Messaggio da pallaspina »

Buongiorno a tutti... dopo aver molto riflettuto. mi rivolgo a voi per un confronto su una situazione che non seguo da a.s. e che peró mi tocca in prima persona. Premetto che io vivo all'estero, dove non lavoro come a.s, anche se ho una esperienza abbastanza significativa di lavoro in Italia nell'ambito della tutela minorile.
Vengo al dunque. Due anni fa, faccio conoscenza con la madre di una compagna di scuola di mia figlia. Mi sembra un tipo interessante, oltretutto é psicologa e siccome io sono a.s e studio psicologia penso: che fortuna, magari mi puó dare qualche dritta e aiutare a inserirmi nel paese straniero! Lei é stata sposata con un italiano ma si é separata abbastanza presto e ora lui vive in un ulteriore Paese europeo dove ha una professione ottima e una nuova famiglia. Lei mi dice che non ha mai lavorato come psicologa perché la separazione l'ha molto segnata, ma ha lavorato nell'import-export perché parla bene 5 lingue. Mi parla malissimo del padre della bimba, ex-marito: che se ne disinteressa, che non le dá soldi... viene fuori che lei ha sempre lavorato pochissimo perché la sua avvocatessa le ha consigliato di non lavorare, se no lui trova la scusa per non darle piú niente.
Poco a poco, visto che le bimbe si frequentano volentieri, viene fuori una situazione globale che secondo me sarebbe da segnalazione (o per lo meno, da richiamo ufficiale...).

Sintetizzando molto, molto:

- la bambina quasi tutti i giorni arriva a scuola due ore dopo, quando non direttamente all'ora di pranzo, per varie ragioni: la mamma dice che la bimba non si alzava, la bimba dice che era la mamma che non si alzava; a volte la bimba si é rifiutata di fare i compiti ma poi la mattina piangeva per paura di essere punita, allora la mamma (detto candidamente da lei a me!) l'ha tenuta a casa e l'ha portata a scuola finiti i compiti ("ma che sia l'ultima volta", e puntualmente lo rifá), ecc.

- ogni giorno viene a prenderla mezz'ora dopo;

- spesso salta giorni di scuola interi e la mamma sempre candidamente mi dice: "ero molto stanca" o "era molto stanca", "eravamo molto raffreddate" (semplice raffreddore, non febbre). La mamma riferisce che ogni notte sta alzata (la mamma) fino alle 3 a guardare la TV, navigare su Internet o rimuginare (probabilmente soffre di ansietá, quindi descrive tutta la sua situazione cosí: " se non trovo lavoro non posso trovare una scuola piú vicina a casa e arrivare in orario; ma scuole buone non ce ne sono vicine; non posso cambiare casa perché il posto qui é bello per vivere (ma poi lí non ha relazioni e non lo sfrutta, cerca sempre di venire in cittá con affanno, ritardi, ecc.); ma se non trovo casa e scuola vicine non posso lavorare ecc.", tutto cosí.

- non attende alle esigenze basiche della bimba, per esempio, magari non le manca il cellulare piú costoso e l'Ipod (i nonni hanno molti soldi e di fatto provvedono al pagamento dell'affitto e di tutto), il materiale piú chic ecc., peró se c'e' da stare dietro ai moduli per mandare la bimba in gita, non lo fa.

- mia figlia mi ha riferito (e la mamma stessa sempre candidamente me lo ha detto) che a volte punisce la bimba mandandola in giardino o nel pianerottolo in mutande e tenendocela varie ore; una volta la bimba ha raccontato che la mamma le aveva rotto un dito APPOSTA rinchiudendolo in una porta (la mamma mi ha raccontato che se lo era rinchiuso la bimba da sola).

- questa mamma ha una visione assolutamente idealizzata delle sue capacitá educative e comunque cade continuamente in contraddizione. per esempio si decsrive come mamma molto affettiva ma spesso, presa dai suoi casini, non guarda proprio la bimba (magari all'uscita da scuola la abbraccia forte e bacia sulla bocca, ma spesso verbalizza quanto per lei sia difficile e pesante occuparsi di lei, che spesso vorrebbe che qualcuno pensasse alla figlia due o tre giorni, ecc.)

- questi atteggiamenti hanno creato e stanno tuttora creando grossi problemi a me e alla mia famiglia. Lei ha preso me come punto di riferimento e continuamente cerca di lasciarmi la bambina anche a dormire. Il problema é che se la lascia, va a finire che scompare per 2-3 giorni, dice che la viene a prendere la mattina alle 11 e non la vedi fino alle 19, poi viene e trova la maniera di autoinvitarsi a cena, dopodiché abbiamo spesso assistito a scene in cui la bambina si rifiuta di andarsene con la madre, piange disperatamente, ecc. Di fronte a questo lei dice: chiaro, a mia figlia piace tantissimo la tua casa!

- saltuariamente la mamma lavora, come adesso. Qualunque sia l'orario di lavoro, non riesce a organizzarsi con la figlia. Esempio: faceva un orario serale, quindi era costretta a lasciare la bambina con una au-pair, peró mi ha detto che la bambina piangeva, la chiamava mille volte al telefono, ecc. Adesso fa orario mattutino, ma l'altro giorno mi ha telefonato alle 16 dicendo che era molto stanca e non aveva voglia di andarla a prendere (era il primo giorno!!!) e quindi, sapendo che mia figlia si fermava a una lezione di disegno, avrebbe mandato a dire alla scuola di portarci anche la sua. Quando io sono andata un'ora dopo, alla fine della lezione, e mi sono soffermata un bel pó a chiacchiera con altri genitori, lei ancora non c'era!!! la scuola l'ha cercata e lei era ancora per la strada in treno. Tutti ce ne siamo andati alle 18 e la bambina, mortificata, é rimasta (come sempre) con il bidello, in attesa della mamma.

- da due anni la mamma mi perseguita (io mi sento vittima di una specie di stalking, senza scherzi) perché cerca di piazzarsi a casa mia tutto il giorno, con o senza figlia. A periodi, come l'altro giorno, telefona alle 16 per sondare se puó appiopparmi la bambina visto che lei é cosí stanca per andare a prenderla. In questo momento sono costretta a staccare il telefono dalle 14 alle 16 e non rispondere al cellulare (ieri ho ricevuto 10 chiamate in mezz'ora, alle quali non potevo rispondere perché stavo seguendo le mie figlie, e mia figlia mi ha spiegato che la bambina la mattina non era venuta a scuola, quindi forse chiamava per i compiti). Ma dopo non hanno piú risposto loro (tra parentesi, l'anno scorso io e varie mamme scoprimmo che questa qui si era organizzata tutta la settimana: due giorni la appioppava a me, un giorno a un'altra e un giorno a una terza, cosí non la andava a prendere mai....).

- c'e' una nonna che é molto puntuale e affidabile, ma lei dice che non le piace come educa la bambina, é in conflitto con lei e quindi cerca di non ricorrere a lei.

Non vi voglio dire altro (che vomunque ci sarebbe...) se non che io ho parlato con le insegnanti, che mi hanno detto che il preside ha provato a parlarci, ma che "non c'é niente da fare". Siccome lei é una furbona e la laurea in psicologia a qualcosa servirá (ovvero a manipolare la comunicazione), io non credo che sia vero e devo dire che io in Italia situazioni del genere le richiamavo insieme alla scuola paventando una segnalazione al TM (e di solito, si davano una mossa). Non mi sembra corretto lasciare questa bimba al suo destino (la mamma mi dice continuamente che sua figlia ha costantemente paura di essere abbandonata e non la lascia MAI... mi sono trovata io stessa in situazioni dove le mie due andavano tutte contente a giocare con altri bambini e la sua restava attaccata a lei).
Oltretutto c'e' un padre che forse dovrebbe sapere che sua figlia vive cosí e ci sono due nonni che potrebbero essere una risorsa.

cosa fare?

io ho pensato di andare a parlare con la psicologa scolastica (NB: qui la maggior parte delle scuole ha uno psicologo in organico) per dirle che qualcosa deve essere fatto e anche per confrontarmi su come posso uscirne io...

Infatti, io non ho voglia di vederla né di parlarci (oltretutto, dopo che per mesi l'avevo aiutata, poco dopo la nascita del mio terzo figlio mi ha aggredita dicendo che ero una mamma trascurante e poco affettiva... e io non me lo scordo...); non voglio la bimba a casa perché poi me la molla ad libitum; non voglio mandare la mia da lei perché, quando é stato fatto, sono state a giro fino alle 3 di notte con il suo gruppo di amici, la bimba mi é tornata frastornata, so che non viene controllata (quest'estate, mio marito le ha detto: guardale mentre stanno in piscina, non si sa mai... e lei: ma no, le vedo DALLA FINESTRA....), non mi fido perché non condivido i suoi valori (mi ha candidamente detto che quando la bimba aveva pochi anni si fumava le canne per rilassarsi, e che io sono davvero chiusa se penso che fumare una canna faccia male...).

Avrei una gran voglia di parlarci chiaramente e dirle tutto, che non so come faccia a non vedere che sbaglia, che la bimba non si sente calcolata da lei, ecc. ecc. , che in ogni caso non mi fido di lei... ma mi blocco....

una cosa é sicura: non voglio aiutarla, non voglio un bimbo in affido visto che ne ho giá tre e non sono né voglio essere la sua a.s.!!!
(nello stesso tempo, mi dispiace per mia figlia che tiene a lei...)
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Re: stavolta la consulenza la chiedo IO!

Messaggio da ventinove »

Ciao,
ho provato a mettermi nei tuoi panni e a chiedermi: cosa farei io al tuo posto?
Parlerei con lo sportello di ascolto della scuola.
Ma mi viene in mente che vorrei interrompere questo ciclo di eventi, non evitarlo. Per interromperlo, proporrei alla mia amica di prendere un bel caffè, in una zona neutra, per fare due chiacchiere. Le direi chiaramente cosa sto avvertendo e cosa non sto gradendo (es: in famiglia abbiamo consolidato una routine che vorremmo mantenere intatta ma il fatto che tua figlia sia così spesso presente in casa nostra la sta stravolgendo). Le riporterei il mio disagio, e della mia famiglia, senza farle osservazioni sulle sue capacità genitoriali, ma esprimendole il mio desiderio di "staccare".
Parlerei con mia figlia dicendole che non condivido i valori della famiglia della mia amica e quindi d'ora in poi la vedrà di meno.
Forse parlerei con la scuola (preside e gli altri genitori) a cui rimanderei che mi sono fatta da parte, che non condivido le modalità educative di questa signora e che dato che sono coinvolta in prima persona - viste come si sono messe le cose e non intravedendo possibilità di aiutarla in maniera efficace - ritengo che siano le istituzioni a doversi attivare, se lo vorranno, per sbloccare la situazione.
Ovviamente io parlo da esterno, non avendo vissuto tutto ciò di cui tu ti sei fatta carico sinora.
pallaspina
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Re: stavolta la consulenza la chiedo IO!

Messaggio da pallaspina »

Ciao ventinove, effettivamente, hai ragione... Nel fine settimana ho partecipato a una formazione sulla comunicazione per l'associazione di cui faccio parte e abbiamo usato questo caso come esempio. C'é poco da fare: o eludere la comunicazione, o affrontare il discorso partendo dalle esigenze reciproche (es. ci si puó continuare a vedere ma... a determinate condizioni). Non so se riusciró a farlo perché trovare il tempo e l'occasione con questa persona é un'utopia. Ovviamente a me adesso disgusta il pensiero, ma anche volendo, lei ha tutta una serie di problemi organizzativi perché (questo non l'ho detto) alcuni mesi fa le é stata ritirata la patente; insomma, é molto difficile adesso creare questo "campo neutro". É vero che non voglio essere giudicante, anzi, peró a volte mi chiedo: lei spesso mi chiede di opinare sul suo stile educativo ed é poi giusto che io svii il discorso o resti sul generico? non potrebbe servire (ammesso che ci riesca...) dirle: "guarda, visto che me lo chiedi, TU dici che la bimba ha paura, ecc... la bimba probabilmente non si sente al sicuro con te... io il giorno X per esempio ho visto che le hai mandato a dire dal bidello che si fermava a disegno e poi sei arrivata ancora piú tardi... capisco che eri stanca, ma non pensi che lei sarebbe stata contenta di vederti venire a prenderla in orario il primo giorno del tuo nuovo orario di lavoro?". Perché se nessuno le dice MAI in cosa "forse" puó sbagliare... Potrebbe anche sentirsi perfetta! non dimentichiamo che é una psicologa che parla 5-6 lingue, insomma, non una persona con scarse risorse mentali... Penso che lei sarebbe proprio una che dovrebbe andare da un assistente sociale prima ancora che da uno psicologo, per avere qualcuno che la aiuti a prendere la sua vita per un bandolo e dipanare la matassa... Insomma, ricordo che da giovanissima a.s. un'utente (per caritá, con molti meno strumenti di lei) cambió da un giorno all'altro la sua attitudine verso i figli non tanto e non solo per la possibilitá di segnalazione, quanto perché le chiesi: "ma se tua figlia avesse una gamba rotta... tu la porteresti dall'ortopedico o la lasceresti zoppicare? ma se tua figlia ... ecc. ecc.", tutti esempi simili, per cui alla fine una collega che aveva ascoltato tutto il colloquio mi disse quanto l'aveva sentita convincersi genuinamente (di portare la figlia dallo psicologo; di farla certificare, ecc.) perché avevamo fatto leva sul suo (per quanto parziale) interesse per i figli....
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