Ragazzi, per cortesia, siate precisi nel dare queste informazioni. Se non lo sapete, astenetevi!! Non fate fare bella figura agli assistenti sociali nel dare queste risposte sballate!!
Attenzione pure alle parole: l'affidamento è ad una famiglia affidataria o ad un Ente terzo (come il Comune). In casa-famiglia si fa l'inserimento.
Caro nonnobisdomine, è il codice civile che disciplina la questione. Il minore è soggetto alla potestà dei genitori, la quale può essere revocata o limitata dal Giudice.
Non si tratta del "minore che vuole andare chissà dove".....è il Giudice che dispone la collocazione fuori dalla famiglia per fondati motivi. E quindi i motivi sono essenziali e vanno verificati....
Se è il minore a volerlo, deve chiederlo al Giudice. Volendo si rivolge ai servizi sociali, i quali indagano e riferiscono al Giudice: è lui che decide.
Ci devono essere motivi gravi per collocare un minore fuori dalla famiglia. Il nostro Ordinamento va invece in senso contrario: sono le famiglie che devono essere aiutate a gestire i figli. Poi, va beh, è normale per un adolescente "andare contro la famiglia": se però gli si dà credito senza valutarne i motivi, ciò mi sembra deleterio e totalmente non professionale, lo dico come assistente sociale.
Poi ogni inserimento costa al Comune: non è che il minore và dove vuole, magari perchè la casa-famiglia lo vuole, e poi si batte cassa al Comune!!! Funziona al contrario: è il Comune che dispone l'inserimento, d'intesa col Giudice e quindi con un bel progetto in risposta ai bisogni specifici.
OK???
Ugo Albano
contatto diretto:
http://digilander.libero.it/ugo.albano