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civilmente obbligati non più obbligati

Inviato: mer, 02 mar 2011 - 6:38 pm
da Nini
Cari colleghi,
mi date qualche informazione rispetto a "recenti" (quali e quando) sentenze che hanno stabilito che il civilmente obbligato non è più obbligato ad integrare la retta della casa di risposo, ad esempio del genitore, qualora la rendita dell'anziano non sia sufficiente a coprirla.


Grazie 1000

Re: civilmente obbligati non più obbligati

Inviato: mer, 02 mar 2011 - 9:25 pm
da Nazg
l'interessato può chiedere il supporto al familiare per l'integrazione della retta (o per lui il suo amministratore di sostegno), non può farlo invece il comune.

Re: civilmente obbligati non più obbligati

Inviato: mer, 02 mar 2011 - 9:56 pm
da Nini
Scusa ma non ho capito la tua risposta.. oppure mi sono spiegata male nel chiedervi informazioni.
Ho sentito questo fatto: anziana in Cdr, retta pagata quasi interamente con la sua pensione, la restante parte pagavano i figli. Un giorno uno dei figli viene a conoscenza di sentenze che hanno annullato per il civilmente obbligato l'obbligo di "integrare" la retta.
E così una parte di retta continua ad esser pagata con la pensione, la restante parte non la paga nessuno...
Ti risulta?

Re: civilmente obbligati non più obbligati

Inviato: mer, 02 mar 2011 - 10:04 pm
da Nazg
non ho sentito questa notizia. ne sai di più?
difficile che la casa di riposo vada in perdita: chiederà al comune di integrare la retta.
il comune non può opporsi e dovrà versare la quota mancante.
per quanto ne so io il comune può decidere di avviare la procedura per la nomina di un amministratore di sostegno che a sua volta può chiedere a nome dell'anziano al figlio di integrare la retta.

spero che altri colleghi dicano la loro: è un tema scottante!

Re: civilmente obbligati non più obbligati

Inviato: mer, 02 mar 2011 - 10:21 pm
da Nini
La situazione descritta in effetti è interessante.. cercherò altre informazioni per poi condividerle.

Grazie Nazg e, vista l'ora, buona notte a tutti, domani è un nuovo giorno di lavoro

Re: civilmente obbligati non più obbligati

Inviato: mar, 15 mar 2011 - 3:58 pm
da Nini
Ciao Nazg,
come promesso ho recuperato alcune informazioni rispetto alla domanda che avevo posto.

Nel link indicato qui sotto, c'è un interessante articolo con un elenco di sentenze del TAR Milano e Brescia che rimette in discussione il fatto che i civilmente obbligati devano sostenere una compartecipazione alla retta.
http://www.personaedanno.it/cms/data/ar ... 13505.aspx

Mi hanno dato, ma cartacei, un paio di articoli del 2009 tratti da quotidiani di due città venete (L'Arena e la Voce di Rovigo) che riprendono le sentenze del TAR sopra indicate. Nel primo hanno scritto che i giudici del Consiglio di stato hanno respinto l'appello proposto da una municipalità lombarda contro la sentenza di primo grado emessa dal Tar.
Nel secondo fanno riferimento al Difensore civico regionale, Roberto Maria Merlo de Fornasari, che ha risposto ai quesiti posti dall'Adave (associazione difesa anziani veneti) tramite l'avvocato Maria Luisa Tezza circa i contratti delle case di risposo. Lui ha affermato che "i contratti sono illegali e si può chiedere il recesso".

Concordo quando scrivi che il tema è scottante. Aggiungerei che in parte è sommerso, tanti AS non ne sono al corrente, o meglio in secondo piano. E lo è anche perchè la normativa vigente non aiuta poichè sembra non tener in considerazione le problematiche che sono emerse. Ma di fatto le sentenze dei TAR sono sempre più numerose.

Cosa potrebbe succedere quindi se venissero meno le integrazioni sulle rette dei parenti? Lasciamo spazio alla fantasia per dare una risposta, di questi tempi credo ci sia bisogno di uscire da "vecchi" schemi per trovare soluzioni possibili o quanto meno alternative percorribili.

Re: civilmente obbligati non più obbligati

Inviato: lun, 28 mar 2011 - 7:45 pm
da Nazg
commento con delle riflessioni, forse anche polemiche:
1- gli enti locali hanno le mani legate e quindi andrebbero a sfacelo se i civilmente obbligati non pagassero più le rette per i propri congiunti ricoverati
2- gli enti locali potrebbero bloccare l'accesso alle case di riposo lasciando gli anziani a casa con i parenti, decidendo di inserire solo gli eventuali anziani soli?
3- cosa dobbiamo pensare di quei figli che si fanno intestare tutte le cose prima della morte del genitore così il genitore risulta percipiente solo della pensione o al massimo dell'indennità di accompagnamento?
4- se l'ente locale non può chiedere il supporto dei figli, può farlo l'interessato (anche tramite il suo amministratore di sostegno)? Negli alimenti si può includere il pagamento della retta di una struttura?

Re: civilmente obbligati non più obbligati

Inviato: mer, 11 mag 2011 - 1:55 pm
da Tiffany
Fermo restando che poi ogni magistrato ha facoltà di interpretare le norme, il punto da analizzare credo sia nelle fonti del diritto e nella gerarchia di queste.

Re: civilmente obbligati non più obbligati

Inviato: dom, 12 giu 2011 - 3:56 pm
da luana.calabrese
vedi http://www.superando.it/index.php?optio ... ew&id=7537
E' un articolo dell'avvocato Trebeschi che aggiorna sulla questione della compartecipazione alla spesa socio sanitaria delle persone disabili gravi e anziani non autosufficienti.
La persona ricoverata deve contribuire con il suo solo reddito (mantenendo anche il 50 % del minimo vitale). Se il suo reddito non è sufficiente, deve integrare la retta il comune di residenza.
Io stessa ho scritto in proposito già nel 2009 citando le leggi e le sentenze rilevanti nel libretto CHI PAGA LA RETTA?. Ora la giurisprudenza è concorde. Autorevole una recente sentenza del Consiglio di Stato, che viene ripresa da pronunce del TAR di questi giorni (depositata l'8 giugno quella emessa dal TAR di Venezia)
Ora devono essere informati i cittadini, affinché i Comuni non continuino a chiamare i civilmente obbligati agli alimenti e affinché non paghino solo gli sprovveduti!

Re: civilmente obbligati non più obbligati

Inviato: mer, 15 giu 2011 - 4:04 pm
da Nini
Ringrazio Luana per l'intervento, anche perchè mi sono resa conto che è un argomento sconosciuto a molte colleghe.
Conosco la recente sentenza del Consiglio di Stato, si può trovare un altro interessante articolo sul sito Persona e Danno scritto ad aprile di quest'anno. E conosco il libro Chi paga la retta.
Mi rendo conto che i cittadini devono esser informati e che i comuni non possono non vedere e sentire gli indirizzi legislativi ed attrezzarsi di conseguenza.

Aggiungo però un pezzo al mosaico: mentre i comuni prendono i dovuti provvedimenti con i tempi (biblici) necessari, come si devono comportare le strutture quando gli viene comunicato che la famiglia non integrerà più la retta? Si invia "semplicemente" la famiglia al servizio sociale a chiedere un contributo??
E per esser concreti, cosa accade ad una struttura se le famiglie una ad una non integrano più la retta e si crea di conseguenza un debito verso la casa di riposo che cresce mese dopo mese???

Re: civilmente obbligati non più obbligati

Inviato: sab, 18 giu 2011 - 3:54 pm
da luana.calabrese
La struttura dovrà ricevere l'integrazione dal Comune.
La lettera di revoca dell'impegno assunto al momento dell'ingresso nella RSA dovrà essere inviata alla struttura e al Comune. I rapporti economici continueranno solo tra gli stessi.
Questo in teoria, perché probabilmente la struttura continuerà a chiamare i parenti dell'assistito o il suo amministratore di sostegno e insisterà per il pagamento, pena la dimissione. E le famiglie si sentono perse e a volte soccombono. Per questo è bene che le varie associazioni e istituzioni divulghino le sentenze e facciano applicare la legge. Non si possono lasciare le famiglie sole di fronte a questo abuso! Non tutte sono coraggiose e si rivolgono alla magistratura.

Re: civilmente obbligati non più obbligati

Inviato: dom, 19 giu 2011 - 7:19 pm
da Gabry
Io lavoro in un comune e tra qualche giorni mi trasferirò con mobilità presso una struttura protetta..comprendo bene pertanto le problematiche legate all'integrazione della retta di ricovero...problematiche di ospiti, famiglie e casse comunali .. e il continuo penoso rimpallo causato dalla non piena e corretta informazione

leggendo i vostri interventi ho sentito "parlare" di rischio di dimissione..
E' una questione che non avevo ancora considerato.. e che sicuramente dovrò affrontare tra una decina di giorni
Gradirei alcune vostre considerazioni, esperienze...racconti sulla delicata questione delle dimissioni.
Mi immagino un ospite che non riesce a garantire più il regolare pagamento della retta: se va bene, ci si rivolge al comune di provenienza (prima del ricovero) oppure l'ospite riceve un primo sostegno dalla famiglia..Ma se questo fronte a rifiuti o posizioni rigide..da parte di comune, tenuti agli alimenti, struttura il nostro Sig X rischia davvero di essere dimesso.. :shock:

Re: civilmente obbligati non più obbligati

Inviato: dom, 19 giu 2011 - 7:32 pm
da luana.calabrese
Vengono minacciate le dimissioni, ma di solito non attuate, perché le strutture e i comuni possono essere denunciati per omessa assistenza e non prestazione delle cure sanitarie cui l'assistito ha diritto! In questi giorni una struttura ha approfittato del fatto che un'anziana (il cui figlio aveva smesso di pagare) doveva fare alcvuni controlli all'ospedale per non riammetterla. Il figlio ha denunciato il fatto e il comune ha assicurato il pagamento. La signora è stata riammessa.

Re: civilmente obbligati non più obbligati

Inviato: lun, 20 giu 2011 - 6:19 pm
da Gabry
menomale

Re: civilmente obbligati non più obbligati

Inviato: lun, 20 giu 2011 - 8:20 pm
da Nini
Dimissioni dell'ospite: anche io ho sentito nominare da qualche collega l'ipotesi di utilizzare il ricovero in ospedale per non riammettere l'ospite. Personalmente non ho ancora sentito casi in cui è accaduto, ma ciò non significa che non accada. Concordo nel rischio di farsi denunciare per abbandono di incapace, se si dimette l'anziano che è in struttura a causa della mora. E' anche vero che nei regolamenti delle strutture spesso tra le poche voci che prevedono la dimissione c'è proprio il mancato pagamento della retta.
Nonostante questo, dubito che una struttura prederà mai l'iniziativa di dimettere un anziano, ma se è vero che c'è un proverbio che dice "mai dire mai" potrebbe capitare che qualcuno decida di intraprendere un'azione così forte. Ci terranno aggiornati gli articoli dei quotidiani.
C'è chi pensa di evitare il presentarsi del problema assicurandosi che l'anziano possa davvero sostenere l'importo della retta. Ma è davvero possibile farlo? attraverso una dichiarazione? e se così non fosse qual'è l'alternativa, non accoglierlo?
Aggiungiamo al mosaico un altro tassello di cui avrete sentito parlare: sentenza del TAR in un comune del Veneto che conferma che il comune deve integrare la retta. Colleghe dei comuni cosa ne pensano le vostre amministrazioni? e come vivete voi questa situazione?