una riflessione sulla professione

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Nazg
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una riflessione sulla professione

Messaggio da Nazg »

Riporto qui il contenuto di una mail di una collega che mi ha chiesto la pubblicazione delle sue riflessioni per stimolare un dibattito qui sul forum sul tema dell'immagine dell'ass.soc.

Posso assicurare che il problema esposto, è stato più volte dibattuto e riportato
all'attenzione, nel variopinto "Mondo dei colleghi Assistenti Sociali ed Assistenti
Sociali Specialisti", non soltanto da me, ma anche da altri. Pertanto, è importante che fuori da tale ambito e naturalmente, con il supporto e l'azione energica, se necessario, dell'Ordine Nazionale, sia tutelata l'immagine dell'Assistente Sociale, con scritti ed informazioni sul ruolo della professione, attraverso quotidiani importanti, letti da tutti, con le dovute correzioni degli errori/orrori sulle mansioni, che, anche oggi passano INOSSERVATI , magari bene come realistici e senza alcuna smentita da parte di esperti e ricercatori, atti al rinnovamento delle metodologie scientifiche e, forse, meglio pagati per tutelare l'immagine di un professionista nuovo, che è pronto ad assumersi le proprie responsabilità; che sa calarsi nella realtà di tutti i giorni, con il valore del suo ruolo antico conquistato, nella storia dell'umanità, ma rinnovato oggi di valore altamente scientifico, riferito a modelli di comportamento, largamente sperimentati sul campo.

Inoltre, si dovrebbe interessare IL POLITICO NAZIONALE di turno e tutto il suo seguito, visto che, da alcune interviste proposte dalle televisioni, anche a persone socialmente impegnate e regolarmente investite di cariche ufficiali, in materia di Politiche Sociali, si è potuto rilevare la "profonda ignoranza" su un minimo di conoscenza, a tal punto che riterrei opportuno chiedere che venga istituito per questi, un eventuale ciclo di formazione/informazione, sul nuovo ruolo di tali professionisti delle Politiche Sociali.

In ultimo, e non per importanza, sarebbe opportuno pretendere la dirigenza per tutti gli Assistenti Sociali Specialisti, in possesso della Laurea Magistrale (quindi quinquennale) in Politiche Sociali, con la relativa iscrizione alla sezione "A" dell' Albo Professionale, allo stesso modo di altre professioni simili (tipo sociologo, psicologo), che godono di stima, rispetto e parità, all'interno dei Servizi, pur sostenendo un ruolo poco definito ed alquanto inutile, perchè spesso utilizzato nei Servizi, a noi riservati,addirittura come nostri/dirigenti.
A tale proposito, mi duole, spesso, dover constatare di persona, la loro ignoranza e la totale mancanza di competenze in materia, per poter svolgere il delicato compito di Supervisore, su tanto "operato", che solo un Assistente Sociale Specialista può assolvere, con perseveranza e spirito di autocritica.
Dalla nostra parte di professionisti, degni di questo "appellativo", proporrei corsi universitari di aggiornamento, a scanzione periodica, OBBLIGATORI, nonché, tra le lezioni di aggiornamento, regolari LEZIONI DI AUTOSTIMA e chiarimento, su ciò che è di nostra competenza e le mansioni che non riguardano affatto il nostro ruolo (questo vale anche per le nuove leve).

Per concludere, penso che sia importante, soprattutto, creare una immagine propria come professionista e dare il giusto valore a ciò che si produce, ma è sicuramente necessario ottenere il riscontro e la consapevolezza del ruolo acquisito, anche da parte di colui, o coloro che ti sono di fronte (colleghi o utenti), che insieme a te portano avanti un progetto e per questo è necessario che ti INQUADRINO, con tutta l'importanza che merita uno studio accademico, quale quello richiesto oggi, che, tuttavia, non riesce ancora a cancellare una immagine distorta e negativamente perpetuata della professione.

Ritengo sinceramente, che sia necessario SMUOVERE, DA PARTE DELL'ORDINE NAZIONALE, le coscienze di chi ha la delega, per mettere fine a queste continue angoscie di frustrazione e sensazione di malessere sul lavoro, ogni qualvolta ci accingiamo ad un confronto con le professioni cosiddette "dirigenziali", che onestamente riteniamo di uguale importanza, rispetto alla nostra.


che ne pensate delle proposte della collega?
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FrancescaB
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Re: una riflessione sulla professione

Messaggio da FrancescaB »

Ciao. Parlando di tutela dell'immagine di professionisti e professione, credo che sarebbe utile che i messaggi postati qui avessero una tenuta linguistica di un certo tipo e non mostrassero evidenti problemi nello scrivere i propri pensieri in un italiano corretto. Errori scappano a tutti e su un forum dobbiamo in primis essere stringati ed efficaci. Ciò non toglie che un simile uso della virgola cozzi con gli intenti di un messaggio che sembra uno spot pro assistenti sociali ( buoni, belli, scientificamente formati ed informati!). Davvero non voglio mancare di rispetto a nessuno, è solo che non c'è contenuto senza forma.
Poi sul resto si può discutere...anche se credo che un po' di autocritica a volte non ci farebbe male. Cosa succederebbe se a "darci il voto" fossero davvero gli utenti? E' con questa domanda che vorrei sviluppare la parte per me più interessante del messaggio ("..è sicuramente necessario ottenere il riscontro e la consapevolezza del ruolo acquisito, anche da parte di colui, o coloro che ti sono di fronte (colleghi o utenti), che insieme a te portano avanti un progetto e per questo è necessario che ti INQUADRINO.." ).
un saluto
Francesca
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Re: una riflessione sulla professione

Messaggio da monica1967 »

FrancescaB ha scritto:Ciao. Parlando di tutela dell'immagine di professionisti e professione, credo che sarebbe utile che i messaggi postati qui avessero una tenuta linguistica di un certo tipo e non mostrassero evidenti problemi nello scrivere i propri pensieri in un italiano corretto. Errori scappano a tutti e su un forum dobbiamo in primis essere stringati ed efficaci. Ciò non toglie che un simile uso della virgola cozzi con gli intenti di un messaggio che sembra uno spot pro assistenti sociali ( buoni, belli, scientificamente formati ed informati!). Davvero non voglio mancare di rispetto a nessuno, è solo che non c'è contenuto senza forma.
Poi sul resto si può discutere...anche se credo che un po' di autocritica a volte non ci farebbe male. Cosa succederebbe se a "darci il voto" fossero davvero gli utenti? E' con questa domanda che vorrei sviluppare la parte per me più interessante del messaggio ("..è sicuramente necessario ottenere il riscontro e la consapevolezza del ruolo acquisito, anche da parte di colui, o coloro che ti sono di fronte (colleghi o utenti), che insieme a te portano avanti un progetto e per questo è necessario che ti INQUADRINO.." ).
un saluto
Francesca
Purtroppo l'università non ci forma molto sulla parte linguistica e non tutti hanno la fortuna di aver avuto, prima di diventare assitenti sociali, una buona formazione di lingua italiana. Questo lo dico per me, perchè nonostante io sia consapevolmente carente sulla forma linguistica, per le mia grande esperienza di lavoro con le persone e la mia grande voglia di formarmi continuamente ritengo di essee una otttima assitente sociale e di dare di me stessa, un'immagine attraverso quello che faccio ogni giorno.
ISugli utenti aggiungo che daranno un buon voto a chi saprà essere realmente empatico e sincero con loro, poichè in questo periodaccio, dove spesso si deve dire di no a tanti bisogni anche urgenti, l'unica cosa che si può fare e far sentie a loro la nostra vicinanza e la nostra volgia di aiutarli nonostante tutte le difficoltà!
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ugo.albano
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Re: una riflessione sulla professione

Messaggio da ugo.albano »

Il tema è complesso e credo che su un forum sia molto facile fraintendersi.Provo a dire la mia.

Io credo che il tutto sia condiviso, il problema è però COME realizzare quanto auspicato.

L'immagine. Se ci riferiamo a quella massmediatica, beh, in questi anni è molto migliorata. Se su google cercavate qualche anno fa "assistente sociale" usciva tutto in negativo. Ora no, e non per puro caso: ci sono colleghi che "sono sul web" (...pure assistentisociali.org....), che ci lavorano, che "producono immagine" con competenza. Abbiamo pure una webTV degli assistenti sociali, abbiamo diversi portali.....

L'immagine quotidiana è invece legata ad ognuno di noi. E lì si va dal bianco al nero, dall'iperprofessionale allo "sciatto-spinto". Agiamo però "come persone" e non "come professionisti": è su ciò, per esempio, che gli Ordini dovrebbero insistere nella formazione. Si tratta (nè più e nè meno) nella "traduzione pratica" del nostro Codice deontologico.

Questione politica. Le altre professioni fanno lobbing. Noi di meno, o (dai risultati...) siamo poco efficaci. Ma il problema è nell'assenza di istanza. Un esempio? Da nove anni abbiamo l'a.s. specialista, parliamo di assistenti sociali dirigenti, ma non siamo capaci di suggerire al politico il fatto che, per essere dirigenti, ci vuole la laurea specialistica. Ed i contratti collettivi, ad oggi, non lo prevedono.


Questione rappresentanza: io vedo bassissima partecipazione e "delega" ai pochi disponibili (anziani). Con tutto il rispetto per la terza età, ma vi sembra "congruo con un bisogno di immagine positiva" il fatto che siamo rappresentati spesso dai colleghi pensionati? Io non sto a condannare nessuno: dico solo che un gruppo che non trova altri che i pensionati come leadership qualche problema ce l'ha all'interno....

Scrivere. L'impoverimento dell'italiano è trasversale a tutte le professioni. Io leggo a volte referti medici o relazioni psicologiche che, sul piano dell'italiano, lasciano molto a desiderare. Ma si impara anche lì. Nell'ambito della formazione, per esempio, chi ci vieta di aggiornarci sulla "buona scrittura"? Io, nel mio piccolo, (sono pure giornalista), da anni offro un pacchetto sul "giornalismo sociale": qualche proposta mi arriva, ma non dagli ordini, i quali (SUPPONGO) non vedono il bisogno. Valutate voi..........

Ultima cosa. Io distinguerei tra "assistente sociale" e "servizio sociale pubblico oggi in Italia". Sono due cose BEN DIFFERENTI. Il problema è che se la gente o i mass media li confonde, noi NON DOBBIAMO CONFONDERLI. E' per questo motivo che, fare ANCHE un pò di libera professione aiuta a comunicare una BUONA IMMAGINE. Buona immagine perchè è mia e non del "pubblico oggi". E, ricordo, gli Enti Pubblici non sanno vendere un'immagine, se non dei "gruppi forti" (vedi i medici............).
Ugo Albano

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Re: una riflessione sulla professione

Messaggio da Nazg »

FrancescaB ha scritto: Cosa succederebbe se a "darci il voto" fossero davvero gli utenti? E' con questa domanda che vorrei sviluppare la parte per me più interessante del messaggio ("..è sicuramente necessario ottenere il riscontro e la consapevolezza del ruolo acquisito, anche da parte di colui, o coloro che ti sono di fronte (colleghi o utenti), che insieme a te portano avanti un progetto e per questo è necessario che ti INQUADRINO.." ).
Cercando di cogliere le riflessioni delle colleghe riparto da questo passaggio:
quanto la nostra immagine si rifletta negli occhi degli utenti.
Io personalmente credo molto nella professione eppure ritengo che la nostra immagine ce la costruiamo da noi: dal modo in cui NOI ci rapportiamo all'utenza in primis.
Siamo frettolosi o siamo sgarbati perchè siamo stufi dopo una giornata di lavoro? Se mostriamo un modo di approcciarci all'utente scortese o disinteressato non è poi colpa dell'utente se ci considererà così la prossima volta o penserà che gli AS sono tutti così.
Dovremmo sapere che il ns comportamento influenza le relazioni sia in positivo che in negativo.
Cosa ci costa accogliere le persone con un sorriso e una stretta di mano?

Capisco anche che ci siano momenti in cui l'AS debba essere il "controllore", la figura che definisce con rigore alcune cose per il raggiungimento degli obiettivi.
Ma rigore e rigidità non sono la stessa cosa, posso controllare anche con empatia e rispetto dell'altro.

Quando pretendiamo di decidere noi cos'è bene per l'utente e ci dimentichiamo del principio di autodeterminazione, che immagine diamo?

Questo forum potrebbe servire anche per far emergere delle buone prassi per migliorare l'immagine professionale, possibilità o utopia?
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Re: una riflessione sulla professione

Messaggio da Federica72 »

Nazg ha scritto:
Ma rigore e rigidità non sono la stessa cosa, posso controllare anche con empatia e rispetto dell'altro.

Quando pretendiamo di decidere noi cos'è bene per l'utente e ci dimentichiamo del principio di autodeterminazione, che immagine diamo?

Questo forum potrebbe servire anche per far emergere delle buone prassi per migliorare l'immagine professionale, possibilità o utopia?
Mi aggancio qui per rilanciare una riflessione: mentre mi formo per diventare assistente sociale, mi relaziono come collega con molte di loro. Rimango sgomenta di fronte ai commenti sprezzanti che a volte mi riferiscono sui loro utenti, intrisi di giudizi negativi, e alle pressioni che apertamente dichiarano di esercitare verso "soluzioni" nettamamente in contrasto coi progetti della persona seguita...
Credo profondamente nei valori della professione e mi domando: quanto è diffuso / tollerato questo malcostume tra gli aass? Nella mia professione, se un educatore si lasciasse andare ad un tale comportamento, verrebbe ripreso subito. Cosa mi dite? Sono un'ingenua idealista?
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Re: una riflessione sulla professione

Messaggio da ugo.albano »

Non si tratta di malcostume, ma di professionalità. L'attenersi all'autodeterminazione, per esempio, è un obbligo del codice. Come anche aver cura dell'immagine che si da tramite il proprio comportamento. Poi, va beh, dipende da caso a caso. Avere una visione diversa dall'utente deriva pure dalla natura del problema: a volte l'interlocutore è poco consapevole. Non sempre l'utente capisce ed agisce adeguatamente. Esistono infatti istituti giuridici che "costringono" ad azioni contro il parere dell'utente: e ciò li decide il Giudice, non noi. E' un pò come chiedere al pedofilo se vuole essere aiutato: sull'immediato è prioritario controllarlo e nel frattempo proteggere la vittima.

Io inviterei a stare attenti a scrivere di queste cose: sui forum leggono tutti. Eviterei, per esempio, di generalizzare. Chi vi scrive è un severo e critico osservatore degli assistenti sociali.

Di conseguenza: ci sono tanti buoni professionisti i cui clienti sono soddisfatti per il loro livello professionale. Parliamo di questi.

Se è sbagliato "etichettare una persona" tramite stereotipi o giudizi "da corridoio", parliamo invece dei sistemi di valutazione di un caso, delle valutazioni di efficacia dei percorsi di aiuto.

Per carità, comprendo il senso del post, a pelle pure lo condivido. Affianco alla critica mettiamoci però la buona pratica. Più su (anni fa...) esprimevo pure il mio punto di vista tra immagine e sostanza. Distinguiamo le cose, "essere" e "sembrare" nella lingua italiana hanno significati differenti.....
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Re: una riflessione sulla professione

Messaggio da Federica72 »

Mi scuso, non volevo gettare discredito sulla professione ma al contrario cercare di circoscrivere comportamenti che sembrano inadeguati. Come futura assistente sociale sono addolorata quando sento certe cose e mi chiedo: è sufficiente ripeterci che ci sono tanti professionisti competenti di cui nessuno parla?
Certo che ci sono, è grazie al loro fulgido esempio che ho coltivato fin da giovane l'aspirazione a diventare assistente sociale; è per merito di splendide persone incontrate durante il mio cammino lavorativo che ho mantenuto la stima verso la categoria professionale.
Però vorrei sapere cosa si può fare di fronte a certe palesi, a mio modo di vedere, (e lievi) scorrettezze (come si può essere empatici di fronte alla persona e poi "sparlare" dietro? Lasciamo perdere il discorso dell'autodeterminazione che forse è interpretabile). Non credo nella risposta sanzionatoria (anche se sarei curiosa di sapere quanti procedimenti disciplinari vengono avviati ogni anno), però vorrei capire se certi atteggiamenti vengono comunque tollerati dalla comunità professionale con scuse quali il burn-out, la scarsità di supervisione o peggio la subdola idea che in fondo certa utenza è proprio così!
Insomma, per la tutela dell'immagine dell'assistente sociale, per me, bisognerebbe da parte nostra tutelare l'immagine dell'utente! :D
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Re: una riflessione sulla professione

Messaggio da ugo.albano »

Beh, se c'è una scissione tra la "teorica e formale" considerazione dell'utente e ciò che si dice su di lui, qualche problema c'è. Però, ripeto, NON GENERALIZZIAMO.

Quando ciò avviene, questo è indice di bassa professionalità. Ma capiamoci: stiamo parlando di quell'aspetto della "comunicazione professionale". E' un pò come il luminare in medicina, che in sala operatoria è un genio, poi col paziente è un animale.

Io non giustifico per nulla tali scissioni. Attenzione però se tali agiti avvengono in pubblico o "tra colleghi". Se nel primo caso il biasimo è scontato, nel secondo bisogna capire cosa c'è. E' uno sfogo per le difficoltà a gestire quell'utente? Sono i pregiudizi frustrati che scattano? Normalmente, se così è, è il gruppo dei colleghi che deve intervenire, perchè il problema NON E' del collega esaurito o scemo, è del GRUPPO, in quanto l'immagine data offusca il senso di quella professione specifica.

Non so se mi spiego. Il "controllo del gruppo sul singolo" non è solo il richiamo dell'Ordine, è uno "stile comportamentare" di chi si definisce professionista.
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