Un nonno che cerca aiuto

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guarda_avanti
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Un nonno che cerca aiuto

Messaggio da guarda_avanti »

Mi sono appena iscritto perchè purtroppo sono nella situazione, anche se indirettamente in quanto sono il nonno di una bimba affidata dal tribunale dei minori agli assistenti sociali per limitazione della genitorialità di ambo i genitori. La bimba vice con la madre (mia figlia) in casa mia da quando i genitori si sono separati.
Il tribunale dei minori ha sancito, oltre all'affidamento, anche l'onere di derimere le questioni che sorgessero fra i due genitori, esplicitamente anche di carattere economico. L'assistente sociale, purtroppo, invece non si prende questo onere, si limita ad esprimere un suo parere, ma se il padre decide in maniera diversa (sia sul lato economico che su quello delle visite alla bambina) risponde con un semplice "non posso costringerlo!". Chiedo a chiunque abbia conoscenza della materia, quali sono i compiti di un assistente e se possono non ottemperare alle disposizioni del giudice minorile e se non ha davvero nessuna possibilità di far rispettare al padre quanto scritto nel decreto del giudice.
Ringrazio chiunque mi voglia fornire chiarimenti in merito.
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Nazg
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Messaggio da Nazg »

secondo me se uno dei genitori non collabora l'ass.soc. è tenuta ad informare tramite relazione il giudice, spiegando le problematiche emerse.
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Messaggio da =gaia=P »

anche io sono d'accordo con nazg e poi se ce un decreto del giudica l'assistente sociale deve rispettarlo e farlo rispettare
guarda_avanti
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Messaggio da guarda_avanti »

Vi ringrazio per le rispote, ma purtroppo non basta esprimere il pensiero a persone che si ostinano a non sentire..... ci sono leggi, decreti, regole che possa leggere e citare?
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ely_cant
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Messaggio da ely_cant »

la L. 194/1993 definisce quali sono gli elementi che devono essere contenuti nel decreto di affidamento o nell'ordinanza del comune. Questi elementi sono:
- motivazioni
- tempi e modi
- modalità con cui i genitori devono avere rapporti coi figli
- servizio sociale responsabile
Quindi il servizio indicato è obbligato a relazionare su quanto avviene durante il periodo di affidamento, al fine di poter verificare se la situazione viene incontro alle esigenze del minore.

L'assistente sociale (a mio parere sia in quanto incaricata di pubblico servizio che per minima coscienza), deve segnalare la situazione e le informazioni emerse, aggiornando la situazione nei tempi e modi definiti dal tribunale ma non può costringere in modo coatto il padre.
Sarà poi il Tribunale, anche sulla base delle informazioni ricevute dall'Assistente Sociale, a poter dare disposizioni specifiche.
guarda_avanti
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Messaggio da guarda_avanti »

Ringrazio per l'informazione aggiuntiva, provvederò a leggermi la legge (sigh).
Vorrei però far notare che nel decreto del tribunale minorile, non ci sono scadenze o date... Non credo che l'assistente abbia mai relazionato al giudice. Posso chiedere all'assistente se l'ha fatto? posso pretendere che lo faccia? posso leggere l'eventuale relazione?
Il decreto, come brevemente accennato, mi è sembrato più un "copia incolla" di altre (si trovano imprecisioni, inesattezze, ecc) e molto superficiale, tanto che le discussioni fra i genitori non finiscono mai e l'assistente non prende mai una posizione, ma si rivolge a mia figlia dicendo di mediare... sempre lei, perchè a lui non può imporre nulla nè sotto il profilo economico nè sotto il profilo di presenza con la figlia. Si pensi che è arrivata a dire di non far fare una settimana al mare alla bambina perchè il padre non vuole andarla a prendere, per i suoi 15 gg di pertinenza, nella località ove sarebbe (300km di distanza)
Altro problema che l'assistente non vuole derimere: a chi spettano gli assegni familiari? A voce, l'assistente si è espressa dicendo che spettano alla madre (con cui vive la bimba), il padre non firma il permesso, richiesto dall'INPS, se non gli viene concesso il 50% di tali assegni. L'assistente non dice nulla e non vuol scrivere nulla all'INPS! Così gli assegni non li prende nessuno!
Grazie ancora...e scusatemi
guarda_avanti
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Messaggio da guarda_avanti »

Rigrazio tanto Ely... ma mi piacerebbe ancora sapere quali sono gli obblighi di un'assistente sociale. Ho capito che è tenuta a relazionare al giudice; ma in hce casi? con che tempi? quando vuole? in casi di controversie fra i genitori (che coinvolgono comunque la minore) glielo si può imporre?
Grazie ancora....
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ely_cant
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Messaggio da ely_cant »

Di nulla, spero di esserLe stata utile. Per quanto riguarda la sua domanda, non essendoci espliciti rimandi a tempistiche nel decreto, suppongo sia professionale relazionare ogni qualvolta avvengano modificazioni importanti e vincolanti relative al rapporto coi genitori o al loro comportamento.
Speriamo che, in ogni caso, ci sia modo di confrontarsi con i servizi.
Dai suoi discorsi sembra quasi che Lei veda l'Assistente Sociale come antagonista della sua famiglia ma non credo sia così.
Per il minore è sicuramente meglio ritrovare una famiglia più equilibrata e stabile in cui vivere, per questo è importante che in questo periodo si lavori con i genitori in merito al rapporto con la bambina ed ai loro doveri (perchè esistono doveri, non dimentichiamolo) genitoriali.
Elena.
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ely_cant
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Messaggio da ely_cant »

inoltre, dato che Lei mi diceva di non aver trovato la Legge che le dicevo (che poi è la 184/1993), le allego un link dove potrà leggerla.
Elena.

http://www.minoriefamiglia.it/download/legge-184.PDF
guarda_avanti
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Messaggio da guarda_avanti »

Ancora grazie...
ma, secondo me, non devo essermi spiegato molto bene, probabilmente per tentare di essere breve e, al contempo, dire tutti i miei dubbi.
La bimba vive con la madre e con i nonni materni (con me quindi); ha un esempio di famiglia e ci vive bene, tanto da chiamrla "casa mia", mentre l'altra è "la casa di mio padre".
Non vedo l'assistente sociale come una persona "contro", ma piuttosto la vedo come una persona abbastanza debole, non capce di far valere le proprie ragioni verso le mancanze del padre: prima, dice alla madre di non essere d'accordo con quanto il padre fà; dopo parlato col padre e ottenuto il solito rifiuto a qualsiasi mediazione, chiede alla madre di cedere! Un esempio eclatatnte: le prossime vacanze estive; la bimba potrebbe fare una prima settimana a mare, poi una col padre (da lui scelta e ridotta a solo una) e qundi ancora due con la madre. Ebbene lui non vuole andarla a prendere al mare. L'ass. soc. dapprima dice che non è giusto, dopo parlato col padre chiede se la madre avrebbe difficoltà a tenerla in città in modo che il padre non debba fare il viaggio fino al mare. Usa la scusa che i km per la bimba sarebbero troppi (Venzia-Milano-Roma e ritorno in una settimana) ma dice anche che non sa se il padre la porterà subito a Roma o starà ancora uno-due giorni a Milano. Quindi l'ass. soc. pretenderebbe, contro l'interesse della bimba, che facesse una settimana in meno di mare solo per comodità del padre. Giusto per completezza, la distanza Milano-Roma o Venezia-Roma (che sarebbe il viaggio della bimba) è pressochè simile (forse è addirittura più corta la seconda). Quindi la richiesta dell'ass.soc, come va intesa? a tutela della bimba o più riolta ad accontentare il padre? Questo è solo uno dei molteplici fatti che succedono sia inerenti la bimba, sia le visite del padre, sia il lato economico...
Resto con le mie domande.
Grazie comunque a tutti coloro che hanno partecipato.
Ho letto la legge, ma non ho trovato nulla che desse una risposta
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