UN FIGLIO DIVISO: PERCHè NECESSARIAMENTE CON LA MADRE?

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TRZSRA
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UN FIGLIO DIVISO: PERCHè NECESSARIAMENTE CON LA MADRE?

Messaggio da TRZSRA »

Buongiorno,
sto con un uomo, padre di un bimbo di 3 anni che trascorre con lui, come da accordi presi in presenza di avvocati prima del compimento del 3° anno del bambino, 2 ore serali a settimana e l'intero sabato (dalle 9 alle 22).
Recentemente ha ricevuto una lettera da parte dell'avvocato della sua ex convivente, madre del bambino, che lo informa del fatto che il bimbo ha partecipato a diverse sedute presso uno psicologo per evidenti disagi.
Il mio uomo ha contattato e incontrato questo medico che conferma che il bambino soffre di depressione, affermando che il suo stato emotivo è compromesso dalla grande differenza di stimoli ricevuti dai genitori.
Il medico ha espresso il punto sottolineando che il bambino fa la pipì a letto, cosa mai successa con il padre.
Riassumento il medico ha consigliato al padre degli incontri settimanali in presenza del figlio (quindi nella giornata di sabato) e di riadattare i propri momenti insieme allo standard quotidiano del bambino.
Il padre è stato accusato di dare troppi stimoli al bambino, creando in lui un'eccitazione tale da andare in controtendenza con le abitudini impartitegli dalla madre. a questo punto il padre senza alcun dubbio eviterà di sollecitare troppo il figlio nonostante abbia sempre dimostrato un grande interesse e svago in tutto quanto il padre lo abbia coinvolto (raccogliere more, mettere degli sci ai piedi per compiere la sua prima mini-discesa, correre e saltare..), insomma tutte cose che noi tutti abbiamo fatto da bambini.
Quello che vorrei capire è se questo padre possa rivendicare in qualche modo la serenità di suo figlio o semplicemente deve adeguarsi agli standard della madre e lasciare che esso cresca in un ambiente molto differente da quello che è quindi dimostrato, gli sa dare spensieratezza e stimoli?
Grazie infinite
Sara
viola2010
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Re: UN FIGLIO DIVISO: PERCHè NECESSARIAMENTE CON LA MADRE?

Messaggio da viola2010 »

Ciao, innanzitutto bisogna specificare che il codice deontologico degli psicologi ( art 31) e in particolare alcune linee di indirizzo vietano di avviare un percorso di osservazione/psicoterapia su minori in assenza del consenso da parte di entrambi i genitori.
Bisognerebbe quindi capire la reale motivazione che ha spinto la madre ad agire in tale maniera e segnalare all'ordine di appartenenza , lo psicologo che non correttamente ha avviato un percorso con il bambino.
In tal senso il padre non è assolutamente tenuto a seguire le indicazioni imposte dal "medico".
Alquanto dubbia pare poi una diagnosi di despressione rispetto un bambino di tre anni, ma lungi da me addentrarmi in tale campo.
Se anche il padre ritiene che dal comportamento del bambino emergano elementi tali da rendere necessaria una osservazione, concorderà con la madre la scelta di uno specialista cui chiedere una valutazione e insieme decideranno quali "rimedi" assumere.
spero di esser stata di aiuto
ciao
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