supervisione tirocini

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supervisione tirocini

Messaggio da Nazg »

Mi piacerebbe che i colleghi che hanno fatto da supervisori ai tirocinanti di servizio sociale ci raccontassero la loro esperienza...

se qualcuno risponde vi racconterò la mia :lol:
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Messaggio da Nazg »

altra domanda: avete mai usato un "diario del supervisore"? :?: :idea:
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la vivi
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è stato tanto tempo fa

Messaggio da la vivi »

:roll: mamma mia che disastro! :oops:
purtroppo non ho saputo dire di no all'uni che ha avuto un "buco" dell'ultimo minuto.... ma stavo per cambiare lavoro, ero in un ambito (la tutela minori) in cui non ero in burn-out, ero proprio arsa viva, tipo giovanna d'arco! era la mia prima esperienza, il servizio di tutoring era ancora in fase sperimentale, il prof di metodi e tecniche ci propinava brani di saint exupery sul volo radente notturno, la tirocinante, giovane, innamorata e criptica (non parlava mai, e l'hanno affiancata ad una logorroica) insomma, non mi sono ancora ripresa. Al momento sto supportando la mia collega che ha due tirocini concertati (dovrebbero fare la tesi su quest'ambito lavorativo) ... riuscirò a superare quest'empasse? non sarà facile scoprirlo, dato che il CDL qui a Novara é in chiusura....
viviana
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Messaggio da Nazg »

quali caratteristiche dovrebbe avere il tirocinante modello? :?: :roll:
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intendiamoci!

Messaggio da la vivi »

il disastro sono stata io!
comunque, il tirocinante modello riesce a trarre spunto da quello che ha studiato per l'operatività del tirocinio
riesce ad identificare e decodificare l'ambito di tirocinio sia per quanto riguarda la dimensione normativa, organizzativa e professionale
registra la sua esperienza tenendo conto sia dell'esperienza professionale che di quella emotiva
riesce a riversare le sue principali risorse (entusiasmo, teoria e creatività) nell'ambito di riferimento, anche mettendo in discussione l'operato del supervisore, ma evitando di crocifiggerlo :?
si attiene a comportamenti corretti ai sensi di quanto previsto dal codice deontologico
conosce e si attiene al segreto professionale e al segreto d'ufficio
chiede e si informa, possibilmente non 30 volte la stessa cosa :D
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Messaggio da Nazg »

Cara Viviana ti stuzzico.... :mrgreen:

quanto spazio/autonomia deve essergli dato? :)
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si valuta

Messaggio da la vivi »

in base alla maturità della persona, alle competenze acquisite, all'ambito di riferimento e non ultimo agli obiettivi previsti dal tirocinio stesso (diversi per primo, secondo e terzo anno)

cara Nazg, resiusto a tutto ma non alle tentazioni (come diceva Oscar Wilde)+
viviana
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Messaggio da Nazg »

ma se un tirocinante è immaturo, oppure proprio "tonto" riuscite a bocciarlo? :lol:
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Messaggio da ugo.albano »

un tirocinante immaturo DEVE essere bocciato.
I motivi sono tanti:
a) non persegue gli obiettivi del tirocinio;
b) crea solo danni all'utenza;
c) crea danni seri a se stesso.

A me è capitato ben due volte (una volta come supervisore, una volta come coordinatore dei tirocini) "bocciare": che fatica, perchè si dava per scontato che bastava accumulare x ore per adempiere al tirocinio, al di là delle competenze (basta la buona volontà.....).

Il problema è questo: l'università non pone filtri all'ingresso, nè ha tutor o monitori che supervisionino gli studenti, per cui il primo vero filtro arriva con tirocinio. E' lì infatti che l'immaturità (o, per essere più precisi, l'assenza di presupposti al lavoro di aiuto) salta fuori.

Certo che altri filtri DOVREBBERO essere gli esami stessi, l'esame di stato e le selezioni sul lavoro. Quando però tuttiquesti filtri non funzionano, ecco che ci troviamo una persona che soffrirà in eterno, perchè agirà senza presupposti personali per il lavoro.

Mi è capitato pure di recuperare in itinere con gli studenti alcuni elementi (che fatica, però, ragazzi...), ma ciò richiede tempo e non può starci, oltre una certa misura, nel tirocinio.

Insomma, il problema è che le persone con problemi pensano di risolverli aiutando gli altri: ciò mi sembra un fatto molto diffuso alle professioni di aiuto. Occorrerebbe tanto orientamento prima della scelta universitaria, ma il controsenso deriva pure dal fatto che, chi orienta, ha interesse a "fare clienti" per la propria facoltà.

Ahimè....

Ugo

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Messaggio da Nazg »

concordo con ugo.

Purtroppo i filtri non sono sempre efficaci, ma aggiungerei anche che a volte lo studente è bravo nello studio, sa tutto a memoria però poi non è capace di sviluppare una buona relazione con l'utenza, oppure non è capace di mettere in connessione le informazioni e farci un ragionamento sopra.

In alcuni casi ci vuole probabilmente solo pazienza, un certo tempo perchè la persona cresca emotivamente e professionalmente, ma altre volte ci sono altre problematiche più serie.

se il tirocinio non "blocca" questi casi e se gli esami non fermano come ci porremo poi davanti a colleghi così sul lavoro? :evil:
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Messaggio da ugo.albano »

Eh, cara Nazg, com'è difficile risponderti. Bob Dylan diceva in una canzone : "the answer, my friend, is blowing in the wind". La traduzione italiana è: "non c'è risposta".

Ma andiamo oltre: parliamo di colleghi che poi, superati (o aggirati) tutti i filtri e giungendo a lavorare, comunque soffrono, perchè si sentono inadeguati. Essi hanno bisogno comunque di essere contenuti o accompagnati verso scelte diverse, almeno per "fare meno danni".

E per fare questo forse la supervisione aiuta: se ne parlava in un articolo apposito su http://www.assistentisociali.org (come si fa il link?).

Anzi, ci sarebbe anche tanto da dire sui supervisori "non positivi" verso gli studenti. Sarebbe interessante sapere chi ha fatto questa esperienza e come l'ha recuperata. Un tirocinio fatto male (per colpa del supervisore) può essere un ostacolo allo studente, ma pure un'esperienza di inadeguatezza del collega. Non a caso molti rifiutano di accettare tirocinanti, perchè sono costretti a "fare da modello" (al che il modello - se c'è- devi buttarlo fuori!!) e a misurarsi con chi è fresco di studi. Insomma, la cosa può essere pure vista al contrario.

Voi che esperienza avete (vista la giovane età dei partecipanti in questo forum)?

Ugo Albano
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Messaggio da Nazg »

ugo.albano ha scritto: Non a caso molti rifiutano di accettare tirocinanti, perchè sono costretti a "fare da modello" (al che il modello - se c'è- devi buttarlo fuori!!) e a misurarsi con chi è fresco di studi. Insomma, la cosa può essere pure vista al contrario.

Voi che esperienza avete (vista la giovane età dei partecipanti in questo forum)?
Io personalmente ho seguito dei tirocinanti anche se ufficialmente la supervisiore era una collega che lavorava con me.
una delle esperienze è finita in una bolla di sapone...la ragazza non ha più fatto l'esame di tirocinio, è letteralmente sparita. Ma forse è meglio così, una ragazza che aveva un bel po' di casini suoi da risolvere.

La seconda esperienza è stata ottima, una tirocinante sveglia e attiva, che ha deciso anche di fare la tesi legandola all'esperienza di tirocinio e quindi l'ho seguita anche in quella fase per conciliare le sue esigenze con quelle del servizio e trarne vantaggi (abbiamo fatto una bella ricerca sulla rete percepita da alcuni utenti).

Avere dei tirocinanti è un'esperienza arricchente, ti permette di confrontarti, di rivedere anche il tuo modo di lavorare.

Quello che da un lato mi fa "soffrire" è sentire dei colleghi che si lamentano perchè non c'è un contributo economico per i supervisori.
Io la vedo diversamente: i tirocinanti di oggi saranno i colleghi del domani (un futuro prossimo!) e meglio vengono preparati meglio si riuscirà poi a lavorare con loro.
e poi pensateci....potremmo diventare gli utenti dei ns tirocinanti!!!!
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Re: supervisione tirocini

Messaggio da ruccio67 »

Non riesco a essere daccordo con quest'ultima affermazione. Il supervisore dovrebbe avere un riconoscimento economico, in caso contrario il lavoro dovrebbe essere svolto dall'insegnante di tirocinio, inserito anche lui nel servizio. Seguire un tirocinante è impegnativo, richiede tempo, pazienza, spiegazioni a volte elementari per noi e tutto questo tempo è tempo che in qualche modo viene sottratto ai propri impegni e va recuperato. La serietà e la responsabilità non possono essere date per scontate, a volte pretese dalle università. Fare da supervisore, a mio parere dovrebbe essere un dovere di ogni Assistente Sociale, non per dovere morale (non siamo dame di S. Vincenzo, siamo prefessioniste serie e senza tempo da buttare) ma per competenza e, se ogni docente di servizio sociale è pagato, non vedo perchè il supervisore no. Ho fatto da supervisore solo un anno, circa dieci anni fa ed è stata un bella esperienza per entrambe ma decisamente impegnativa in termini di tempo. Da quel momento non ho più accettato perchè non credo sia legittimo chiederci questo sforzo in questi termini di volontariato.
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Re: supervisione tirocini

Messaggio da ugo.albano »

più che d'accordo con ruccio, lo dico dopo aver fatto per anni il tutor e dopo aver coordinato tuti i tirocini presso un ente.

La questione è molto semplice: se il tirocinio è una delle materie (e lo è, dato che dà CCFFUU), ci vuole un "corpo insegnante" selezionato, addestrato e pagato. E' una materia "organizzativamente complessa", perchè, se il "progetto" sta all'università, l'esecuzione sta al tutor ed in mezzo ci sta un bel pò di altro materiale formativo che va gestito.

Se invece è uno "stage", e quindi avviene che si dice allo studente "cercati un buco e portaci alla fine l'attestato che hai fatto x ore (magari a fare fotocopie)", ....e mi par di capire che ora è così, ....allora cominciano ad arrivare all'esame di stato gente competenzialmente vuota. Noi non possiamo far altro che bocciarla, ma è troppo tardi.........

Il problema è quindi di qualità: se il tirocinio è formazione, qesta dev'essere fatta come Dio comanda e con tutor competenti e CAPACI di valutare.

Il tirocinio non è un fatto privato tra studente e tutor. C'è infatto un impegno di non poco ed una ricaduta sull'organizzazione tuttaltro che trascurabile.

Non può essere affidato il tutto al "senso di responsabilità" del collega. E' un problema dell'Università ed è questa che deve provvedere.

Ricordo che i tirocini vengono svolti in base a convenzioni tra Ordine ed Università, quindi sta pure all'Ordine mettere dei punti fermi. Lo dice il DPR 328/2001.......... Sta quindi all'OR, se vuole favorire buone formazioni, gestire la cosa. Per non parlare della formazione dei tutor.......... (che non s'inventa sul momento).....

Insomma, il cerchio si chiude ed è cosa buona riportare le responsabilità a chi di dovere: l'università e l'Ordine.
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Re: supervisione tirocini

Messaggio da Nazg »

Ho chiuso da qualche giorno, con l'esame finale, l'esperienza di supervisore di una studentessa di II anno.
E' stata una bellissima esperienza perchè ho trovato una persona rispettosa e disponibile a sperimentarsi.
Credo di averle trasmesso anche la mia "mania" di rapportare la teoria studiata all'università (o appresa nella lettura di una buona bibliografia) e la prassi del lavoro quotidiano.
Infatti nella relazione di tirocinio è riuscita a partire dai principi del servizio sociale, per poi passare agli strumenti dell'assistente sociale, in un'ottica comparativa tra teoria e prassi: una cosa che abbiamo apprezzato sia io che la docente.

Vi pongo una domanda attinente al tema trattato:
se c'è discrepanza tra la relazione finale dello studente e la relazione di valutazione del supervisore cosa dovrebbe fare l'università? Promuovere o bocciare? Lasciar correre o insistere per verificare le competenze acquisite?
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