servizio sociale e libera professione
- ugo.albano
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servizio sociale e libera professione
Carissimi/e,
vorrei provare su questo forum ad avviare una riflessione (spero sistematica) sulla libera professione nel servizio sociale.
Potremmo iniziare prima di tutto a definirla, poi a dire se "ce la sentiamo addosso", gli eventuali spazi di mercato.
Magari questo forum può diventare una "fucina di idee" per dei bei progetti professionali.
Io lancio la pietra e, se volete, cerco di guidare il percorso.
Ugo Albano
vorrei provare su questo forum ad avviare una riflessione (spero sistematica) sulla libera professione nel servizio sociale.
Potremmo iniziare prima di tutto a definirla, poi a dire se "ce la sentiamo addosso", gli eventuali spazi di mercato.
Magari questo forum può diventare una "fucina di idee" per dei bei progetti professionali.
Io lancio la pietra e, se volete, cerco di guidare il percorso.
Ugo Albano
- Nazg
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Grazie Ugo per il tuo attualissimo spunto di riflessione.
Ebbene definiamo questa libera professione...
Personalmente pensavo che essere libero professionista indicasse avere la partita i.v.a. e quindi essere una ditta individuale, poi mi è capitato di rispondere ad un annuncio in un comune che parlava di "attività libero professionale" e per loro era inclusa anche la forma contrattuale del "contratto di collaborazione a progetto".
quindi adesso sono più confusa di prima...
non vedo proprio il contratto a progetto come si attua di questi tempi negli enti pubblici come una forma di libera professione, perchè l'autonomia è limitata e i vincoli dell'ente sono come se tu fossi un dipendente.
Ebbene definiamo questa libera professione...
Personalmente pensavo che essere libero professionista indicasse avere la partita i.v.a. e quindi essere una ditta individuale, poi mi è capitato di rispondere ad un annuncio in un comune che parlava di "attività libero professionale" e per loro era inclusa anche la forma contrattuale del "contratto di collaborazione a progetto".
quindi adesso sono più confusa di prima...
non vedo proprio il contratto a progetto come si attua di questi tempi negli enti pubblici come una forma di libera professione, perchè l'autonomia è limitata e i vincoli dell'ente sono come se tu fossi un dipendente.
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- ugo.albano
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vera e falsa libera professione
Questo è il primo elemento che ingenera molta confusione, specie nei giovani colleghi: offerte di collaborazione da parte di enti pubblici che mascherano vere e proprie dipendenze.
La confusione nasce dal fatto che si usa un istituto giuridico (come il co.co.pro.) non per eseguire progetti, il che richiede l'esecuzione in autonomia, ma sovente per funzioni ordinarie.
La libera professione non è dipendenza, anche se di fatto.
Ed allora, non può esserci dell'altro??
Ugo
La confusione nasce dal fatto che si usa un istituto giuridico (come il co.co.pro.) non per eseguire progetti, il che richiede l'esecuzione in autonomia, ma sovente per funzioni ordinarie.
La libera professione non è dipendenza, anche se di fatto.
Ed allora, non può esserci dell'altro??
Ugo
- CiscoTEDE
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e come definiresti l'attività prestazionale? Soprattutto per noi giovani... la base normativa è la 196/97 e prevede il soddisfacimento di esigenze di carattere temporaneo... per come sono le cose in alcuni comuni qui da noi in Calabria sarebbe una buona occasione... magari svolgendo ore in diversi comuni limitrofi o proponendosi a consorzi di comuni...
Ciao, vorrei provare anche io a dare un contributo all'interessante tema.
Pensavo che sarebbe anche importante fare una piccola ricerca per capire le ragioni storiche che hanno spinto i legislatori a prevederla anche come Libera Professione, la nostra, per confrontarsi con le nuove idee...
In effetti, un Assistente Sociale, può essere concepito solo nel contesto dell'Ente per il quale lavora? Non si può confinare, voglio dire..Quindi la Libera Professione io me la immagino come la possibilità di intervenire laddove il bisogno viene letto, liberando la propria creatività.
Io me la sento addosso solo quando la necessità di lavorare mi spinge a mettere in moto le varie opportunità.
Queste opportunità sarebbero i "mercati" di cui parla Ugo Albano e credo che uno dei nuovi (forse sbaglio) potrebbe essere quello di prestare la propria professionalità presso i Centri per l'impiego (pensando un progetto sull'inserimento lavorativo che sappia leggere più approfonditamente di oggi i bisogni degli utenti)...
Grazie perlo spazio! Ciao
Pensavo che sarebbe anche importante fare una piccola ricerca per capire le ragioni storiche che hanno spinto i legislatori a prevederla anche come Libera Professione, la nostra, per confrontarsi con le nuove idee...
In effetti, un Assistente Sociale, può essere concepito solo nel contesto dell'Ente per il quale lavora? Non si può confinare, voglio dire..Quindi la Libera Professione io me la immagino come la possibilità di intervenire laddove il bisogno viene letto, liberando la propria creatività.
Io me la sento addosso solo quando la necessità di lavorare mi spinge a mettere in moto le varie opportunità.
Queste opportunità sarebbero i "mercati" di cui parla Ugo Albano e credo che uno dei nuovi (forse sbaglio) potrebbe essere quello di prestare la propria professionalità presso i Centri per l'impiego (pensando un progetto sull'inserimento lavorativo che sappia leggere più approfonditamente di oggi i bisogni degli utenti)...
Grazie perlo spazio! Ciao
- CiscoTEDE
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non quoto quello che dice gian... a parer mio il nostro errore sarebbe proprio guardare alla storia... è una professione TROPPO GIOVANE per guardare al passato... per sentire NOSTRA la professione bisogna guardare avanti: la libera professione, il giusto ricambio nelle amministrazioni con nuova linfa e nuove IDEE... troppo spesso negli uffici sono presenti Colleghi in evidente Burn Out che badano maggiormente e solo allo stipendio IDEE... (scusate l'OT ma era una mia opinione che sentivo di ESPRIMERE)
Ultima modifica di CiscoTEDE il lun, 25 giu 2007 - 1:03 pm, modificato 1 volta in totale.
- CiscoTEDE
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Per rimanere in tema... io credo nella libera professione... e la vedo non solo al servizio di PA... ma anche del privato che si può permettere consulenze e servizi che noi stessi possiamo dare... rivolgersi alla stessa utenza che per "prestigio" non si rivolge agli as comunali o di una ASL... Daltronde se riescono gli psicologi perchè non dovremmo riuscirci NOI?
Ultima modifica di CiscoTEDE il lun, 25 giu 2007 - 1:04 pm, modificato 1 volta in totale.
- Nazg
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senza dubbio dobbiamo trovare nuovi spazi, e lottare per imporre la nostra professionalità negli ambienti dove attualmente "non siamo previsiti in organico".gian ha scritto:
Queste opportunità sarebbero i "mercati" di cui parla Ugo Albano e credo che uno dei nuovi (forse sbaglio) potrebbe essere quello di prestare la propria professionalità presso i Centri per l'impiego (pensando un progetto sull'inserimento lavorativo che sappia leggere più approfonditamente di oggi i bisogni degli utenti)...
il mercato del sociale è vasto ed è difficile per i giovani proporsi come liberi professionisti con partita iva non avendo ancora in mano una professionalità solida.
io vedo più probabile ed utile l'idea di gruppi di a.s. che lavorano insieme, associandosi in una forma giuridica appropriata ai servizi che offrono.
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CiscoTEDE ha scritto:Daltronde se riescono gli psicologi perché non dovremmo riuscirci NOI?
Perchè la nostra professione è concepita come una professione (scusate la ripetizione) a favore di soggetti svantaggiati, in dificoltà...
Chi paga un'assistente sociale quando si può rivolgere benissimo ad una del Comune in maniera gratuita???
"Io sono come una piccola matita
nelle Sue mani, nient'altro.
E' Lui che pensa.
E' Lui che scrive.
La matita non ha nulla
a che fare con tutto questo.
La matita deve solo poter essere usata".
Madre Teresa di Calcutta
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- Nazg
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infatti la motivazione per cui ,secondo me, attualmente la libera professione è concentrata nel rapporto tra a.s. e enti è proprio questo.memole.83 ha scritto: Chi paga un'assistente sociale quando si può rivolgere benissimo ad una del Comune in maniera gratuita???
dobbiamo trovare delle "prestazioni" che possiamo dare in cambio di denaro direttamente ai cittadini/clienti per avvicinarci al concetto si libera professione degli psicologi
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DOBBIAMO iniziare ad imporci come PROFESSIONISTI... quanta gente non va dai medici convenzionati con il SSN perchè ritengono non siano "preparati" o comunque cercano professionalità che "credono" di trovare altrove e PAGANO... vi posso assicurare che con la giusta "PUBBLICITA'" da veri PROFESSIONISTI potremo imporci... daltronde anche gli PSICOLOGI sono disponibili GRATUITAMENTE... anche loro non dovrebbero avere utent... ehm... pardon CLIENTI! IMPONIAMOCI come professionisti CREDENDO IN QUELLO CHE CI E' COSTATO TANTI SACRIFICI!
- ugo.albano
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alla ricerca della libera professione
Premesso che la libera professione non è:
1) dipendenza "mascherata";
2) rapporto con il solo "ente pubblico",
ne consegue che essa ha senso in un rapporto diretto tra il professionista (che offre un servizio) ed un cliente (che paga). Vi piace come definizione di libera professione?
Un pò come il cittadino che sceglie di non andare all'USL, ma di "mettere mano al portafoglio" per soddisfare un suo bisogno.
E' una questione di "lettura" del mercato. In che cosa, cioè, io posso propormi? Su che cosa un cittadino (o il committende, più in generale)mette mano al portafoglio per pagare un assistente sociale??
Vedete buchi di mercato nel sociale?
Facciamo un brain-storming.
Ugo
1) dipendenza "mascherata";
2) rapporto con il solo "ente pubblico",
ne consegue che essa ha senso in un rapporto diretto tra il professionista (che offre un servizio) ed un cliente (che paga). Vi piace come definizione di libera professione?
Un pò come il cittadino che sceglie di non andare all'USL, ma di "mettere mano al portafoglio" per soddisfare un suo bisogno.
E' una questione di "lettura" del mercato. In che cosa, cioè, io posso propormi? Su che cosa un cittadino (o il committende, più in generale)mette mano al portafoglio per pagare un assistente sociale??
Vedete buchi di mercato nel sociale?
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Ugo
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Re: alla ricerca della libera professione
secondo me manca:ugo.albano ha scritto: E' una questione di "lettura" del mercato. In che cosa, cioè, io posso propormi? Su che cosa un cittadino (o il committende, più in generale)mette mano al portafoglio per pagare un assistente sociale??
Vedete buchi di mercato nel sociale?
Facciamo un brain-storming.
1) il "tempo dell'ascolto"
2) la capacità di mettere in circolazione le informazioni per il buon utilizzo dei servizi abbinata alla difficoltà dei cittadini di capire quale servizio è idoneo al loro problema
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Re: alla ricerca della libera professione
.ugo.albano ha scritto:Premesso che la libera professione non è:
1) dipendenza "mascherata";
2) rapporto con il solo "ente pubblico",
ne consegue che essa ha senso in un rapporto diretto tra il professionista (che offre un servizio) ed un cliente (che paga). Vi piace come definizione di libera professione?
Un pò come il cittadino che sceglie di non andare all'USL, ma di "mettere mano al portafoglio" per soddisfare un suo bisogno.
E' una questione di "lettura" del mercato. In che cosa, cioè, io posso propormi? Su che cosa un cittadino (o il committende, più in generale)mette mano al portafoglio per pagare un assistente sociale??
Vedete buchi di mercato nel sociale?
Facciamo un brain-storming
Penso alla mediazione familiare, nel senso di riconciliazione tra marito e moglie