Quante probabilità ci sono di trovare un lavoro sicuro?

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Tinke
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Quante probabilità ci sono di trovare un lavoro sicuro?

Messaggio da Tinke »

Ciao!
Volevo chiedervi alcune informazioni sul mestiere dell'assistente sociale. Devo ancora intraprendere gli studi universitari e stavo pensando seriamente a questa facoltà. Mi sono informata da alcune fonti e ne ho dedotto alcune informazioni, ma me ne sfugge una molto determinante e cioè: si trova lavoro oppure no? Molti dicono di sì, altri invece che, come gli insegnanti, si resta precari per parecchi anni e ti sballottano su e giù. Altri ancora me lo hanno proprio sconsigliato. Io non so più chi ascoltare. Voi che siete già inseriti in questa realtà che dite? Si trova lavoro sicuro come assistenti sociali?
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Tiffany
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Re: Quante probabilità ci sono di trovare un lavoro sicuro?

Messaggio da Tiffany »

Sono laureata da 10 anni con 110 su 110 con lode.... SONO DISOCCUPATA!
Cambia corso dammi retta!
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Nazg
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Re: Quante probabilità ci sono di trovare un lavoro sicuro?

Messaggio da Nazg »

Mi sono laureata nel 2002, ho quasi sempre lavorato e quest'anno ho vinto un concorso a tempo indeterminato.
So che ci sono colleghe laureate nel mio stesso periodo che sono ancora precarie, ma parecchie altre si sono sistemate in fretta.
Io faccio riferimento al Friuli Venezia Giulia, perchè ogni area geografica ha i suoi pregi e difetti.
Dicono che al sud ci siano molti laureati e molti disoccupati...quindi parecchi colleghi sono costretti a migrare al nord.
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Tinke
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Re: Quante probabilità ci sono di trovare un lavoro sicuro?

Messaggio da Tinke »

Io scrivo dall'Emilia Romagna. Certo mi fate spaventare... a quanto pare è una situazione incerta e non definita, in quanto al 50% ta va bene e al 50% ti va male...
Che dire... è un lavoro che mi piacerebbe fare. Però ho paura di fare la scelta sbagliata. Non vorrei intraprendere degli studi e poi cambiare di nuovo.
ilykitty
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Re: Quante probabilità ci sono di trovare un lavoro sicuro?

Messaggio da ilykitty »

Io credo che se ti piace veramente una professione,se ti appassiona intraprendere un determinato corso di studi non stai a pensare al guadagno.Cioè ovvio che tutti vorremmo guadagnare tantissimo,e dopo la laurea trovare già lavoro. Però quello che ti voglio dire è che se 6 veramente sicura della tua scelta,non è il precariato che ti ferma. Anche perchè su questo discorso potremmo parlare all'infinito e non solo in questo campo. Io ti scrivo da Bari e conosco gente laureata in ingegneria (che ha fatto master sulle energie rinnovabili ) che non trova lavoro. Qui da noi poi i laureati in giurisprudenza,gli avvocati sono tantissimi. La facoltà di Giurisprudena sta per scoppiare. E ovviamente dopo la laurea se hai conoscenze entri in qualche studio,altrimenti... .
Questo per dirti: ascolta il tuo cuore non il mercato! e te lo dice una studentessa come te.
ciaoooo in bocca al lupo
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valentinafle
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Re: Quante probabilità ci sono di trovare un lavoro sicuro?

Messaggio da valentinafle »

io sono due anni e mezzo che son precaria.
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ugo.albano
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Re: Quante probabilità ci sono di trovare un lavoro sicuro?

Messaggio da ugo.albano »

Io consiglio sempre a voi giovani di scegliere in maniera ponderata, valutando sia la "voglia", sia le "fattibilità".

Per prima cosa, si sceglie di fare un percorso universitario con cognizione di causa. Ergo: fatti un giro per degli assistenti sociali della tua città, fà loro domande, osserva come si sentono, se realizzate o meno, e poi fà la scelta.

Se la scelta è quella, è il caso poi di andare all'Università e farsi un colloquio con un tutor. E' cioè opportuno sapere cosa ti aspetterà durante lo studio.

Il lavoro: a mio modo di vedere il lavoro c'è, eccome, lo dice pure l'ISTAT che il settore dei servizi alla persona assume alla grande. Quello che non c'è è il "lavoro pubblico", il che è un'altra cosa. Siccome, però, gli assistenti sociali italiani sono in maggioranza dipendenti pubblici e le università formano ancora "dipendenti", ecco che non ci si capisce sulle parole e si fa una grande confusione.

Lavoro sicuro: che cos'è? A tempo indeterminato? Beh, quello esiste ancora, ma è destinato a scomparire. Non lo dico io, ma le statistiche.

E voi credete che faccia bene alla salute il "posto fisso"?? Beh, guardatevi intorno e vedete che zombies trovate negli uffici pubblici. Immaginate quanta malattia c'è nello stare per decenni nello stesso posto, con le stesse persone, a fare le stesse cose.

Io non elogio la precarietà. Vi invito solo a non vedere il "posto fisso" (o sicuro....poi da che....mica l'ho capita....) come la soluzione di tutto. Anzi, è proprio lì che i colleghi sono in burnout, è proprio lì che è facile trovare il mobbing. Attenzione che la "dipendenza" fa brutti scherzi, specialmente se vi dà "sicurezza" o "stabilità": il prezzo che voi pagate non è basso...... Ci possono pure essere "strategie di sopravvivenza" (ma questo è un altro discorso), ma il problema, a mio avviso, resta....

Ugo Albano
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Re: Quante probabilità ci sono di trovare un lavoro sicuro?

Messaggio da valentinafle »

ugo non è la prima volta che ti sento parlare cosi, quindi adesso mi fa piacere esporti il mio punto di vista da precaria.
intanto non capisco perchè elogi cosi tanto il settore privato,e il lavoro non-pubblico.
io lavoro per una cooperativa , prima di tutto non prendo nemmeno mille euro al mese al contrario della mie colleghe dipendenti pubbliche che prendono come base 1240 netti/mensili. Questo è giusto o è una discriminante?

poi sinceramente non capisco perchè ci inviti a consderare come una cosa bella il dover cambiare servizio,posto in cui si lavora,etc... io ho lavorato 2 mesi in un comune, 3 nell'altro, 7 nell'altro ancora e appena imparavi a capire un attimo le risorse del territorio e le modalità di lavoro era tempo di andarsene.

poi non mi sembra cosi strano voler aspirare ad un posto fisso,ovvero indeterminato presso un ente locale.... io ho sempre lavorato qualche mese qui e là, senza alcuna continuità e non sono riuscita a costruirmi nessun tipo di futuro o progetto ,visto che nn so se avrò lo stipendio da un mese all'altro.
Il non sapere fino all'ultimo se ti rinnoveranno il contratto o il farti stare a casa 20 gg perchè prima di quella data non possono farti un altro contratto(altrimenti dovrebbero assumerti a tempo indeterminato e non sia mai) nn mi pare una cosa bella o piacevole da sperimentare.

la professione mi piace ed è questo che voglio fare, però a volte ci si imbatte davvero in molte delusioni.

e non parliamo dei concorsi pubblici... i quali non premiano per niente la preparazione,ma tenono ad agevolare chi lavora già nel servizio...ho fatto diversi concorsi e son arrivata sempre o seconda o terza guarda caso...
in uno invece c'erano persone laureate nella specialistica e che avevano fatto dei master e siamp stati tutti bocciati e hanno fatto passare le prove solo a 2 che lavoravano già li.

questo è un po' il quadro della mia esperienza.
lavoro per me non ce n'è..io ho sempre fatto sostituzioni di maternità e basta.

per adesso ancora non mi abbatto e spero di mettermi in graduatoria in un grande comune ed essere prima o poi chiamata.

ciao!
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Re: Quante probabilità ci sono di trovare un lavoro sicuro?

Messaggio da ugo.albano »

Ciao, Valentina.

Rileggendo i due ultimi post, in fin dei conti, vedo che diciamo la stessa cosa.

Concordiamo sul fatto che il precariato (un mese quà, un mese là) inteso come "prestito di manodopera non fa bene nè al lavoratore, nè all'organizzazione.

Io dico solo che la "stabilità" (che non è solo il "posto fisso", ma pure una dimensione di "condivisione degli obiettivi tra lavoratore e impresa") non la offre solo il settore pubblico. Anzi: è proprio il pubblico a non volere persone stabili.

Il problema del pubblico è, per mia opinione, l'eccessiva flessibilizzazione di "chi sta fuori" e l'eccessiva stabilità di "chi sta dentro". E "chi sta dentro" non è detto che sia più competente. Lo dici pure tu, a proposito dei concorsi, che ad entrare sono i "fedeli", meno i "capaci". E ciò nonostante il mandato costituzionale che impone l'assunzione sul solo merito. Guardiamoci in faccia: se così è, se cioè la mafiosità in questo settore è così palese ed attuata proprio dalle Amministrazioni, che invece dovrebbero rifarsi alla Legge,....... vuol dire che qualcosa (ed è assai grave, credimi....) non funziona in questo Stato. La stessa "stabilità", ripeto, fa male e sovente fa disinvestire cognitivamente dal lavoro le persone. Ciò con i dovuti distinguo, s'intende. Però vi invito a non negarvi il malcontento e la frustrazione grandi che si respira tra i colleghi fissi nel settore pubblico. Allora diciamo le cose come stanno?

Se così è, allora PERCHE' CAVOLO voi giovani volete entrarvi in questo sistema perverso, antimeritocratico e che vi rifiuta di fatto?

Non condivido l'idea che il privato=precariato. L'ISTAT dimostra il contrario. Ci fu, tra l'altro, un'interessante ricerca dell'Università di Trento (verso il 2000......) in cui si dimostrò che era il terzo settore a dare lavori continui ed il pubblico a precarizzare.

Io credo che voi giovani sbagliate a porvi nel mondo del lavoro privato. "Prendere il privato in attesa del pubblico" è una strategia perdente, capitate quindi solo nelle imprese (coop. e interinali) che "prestano" lavoratori. Porsi in senso stabile nel settore privato significa fare una scelta. D'altra parte ogni impresa si pone diversamente a seconda se un lavoratore dice "oggi sto quà, domani se trovo di meglio scappo", o se dice "mi piace stare qui, voglio scommettere su di voi e quindi accetto un investimento su di me".

Quanto alla flessibilità: è addirittura necessaria per non andare in burnout. Io, per esempio, ogni tanto cambio lavoro e (credimi, ho famiglia e figli...) mi costa non poco: ma è un mio forte bisogno, appunto per ridarmi obiettivi professionali che, nella stabilità pubblica, perdo. Io sogno un "pubblico impiego a tempo determinato": ogni x anni mettiamo in circolo tutti, fa bene a tutti , ai cittadini ed ai professionisti stessi. In questo gioco c'è chi entra e c'è chi esce. Non come oggi, dove c'è un'esercito di "vecchi iperstabilizzati" (nella testa) che si trascinano fino alla pensione, lasciando voi giovani fuori, di fatto. Questa è un'ingiustizia sociale.

Voler essere giusti, in questa vicenda, non vuol dire "gli altri sono stabili, voglio esserlo anch'io". Pensare così è troppo semplice e non è da professionisti (così ragionano le lavandaie ed i giardinieri, non dottori laureate, quali siamo....). Essere giusti vuol dire pure SCARDINARE il sistema che ipergarantisce alcuni e precarizza altri. Significa anche (viva Dio!) capire che il mondo non è poi così nero e che il "sistema lavoro" non è solo il "sistema pubblico". Dopo la Legge-quadro e tutti i chili di libri macinati in materia di sussidiarietà , stiamo ancora ad aspettare il "concorso"? Ma allora che abbiamo capito dall'Università?

Lo so che ognuno poi ha la sua storia personale, per cui la "stabilità" è presupposto per fare famiglia e fare figli, farsi il mutuo, ecc. Però occorre pure "guardarsi intorno" ed andare dove c'è il lavoro. Stare lì ad "aspettare il concorso" e nel frattempo arrangiarsi come precario mi sembra poco strategico per un professionista. C'è invece un privato ed un mercato che ci aspetta, e noi non ci andiamo.......

Non vorrei venir frainteso sulla vicenda. Io credo che su un forum professionale, nonostante l'anonimato (a cui io per scelta ho rinunciato) sia giusto discutere in maniera costruttiva, propositiva. La chiacchiera, il "sentito dire" ed il lamento, credo, devono appartenerci sempre di meno: in ciò ci distinguiamo dagli utenti..............


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Re: Quante probabilità ci sono di trovare un lavoro sicuro?

Messaggio da Nazg »

valentinafle ha scritto: e non parliamo dei concorsi pubblici... i quali non premiano per niente la preparazione,ma tenono ad agevolare chi lavora già nel servizio...ho fatto diversi concorsi e son arrivata sempre o seconda o terza guarda caso...
in uno invece c'erano persone laureate nella specialistica e che avevano fatto dei master e siamp stati tutti bocciati e hanno fatto passare le prove solo a 2 che lavoravano già li.
Essere inserito in un contesto lavorativo agevola da un lato perchè conosci cosa si fa in quell'ente e quindi si ha in mano la situazione rispetto ad un esterno che non conosce il servizio. Questo da un lato agevola l'operatore interno, dall'altro lato gli stimola la fantasia che sia un suo diritto dopo anni di precariato avere per sé quel posto che ha tenuto con i denti.
Essere il precario interno o quello esterno quindi può fare la differenza anche nelle aspettative per quel posto di lavoro.
Per la mia personale esperienza ho visto molte assunzioni di colleghi già collocati nell'ente però credo anche che ci siano ancora concorsi pubblici "puliti" in cui viene premiato il merito.
Io ho vinto uno di questi...
Direi che però bisogna cercare, spostarsi, adattarsi, studiare, e magari presentarsi con un bel sorriso al colloquio...per avere il musone c'è sempre tempo...
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Re: Quante probabilità ci sono di trovare un lavoro sicuro?

Messaggio da marketto_1982 »

Io ho lavorato sia per il privato che per il pubblico..ho vinto anche io un concorso non "truccato", dove potevano vincere benissimo una persona che già lavorava nell'ente e un'altra che ci aveva lavorato.. le differenze ci sono, ma il riconoscimento della mia professionalità è stato simile in tutte le mie esperienze..il lavoro a tempo determinato, a progetto, o con agenzia interinale (sono passato in tutti e 3 i casi) mi ha dato comunque l'opportunità di capire alcune cose, di vedere tante realtà diverse per cui ora ho un modo di vedere ed affrontare le cose diverso rispetto all'inizio, e me ne rendo conto nel lavoro pratico.
lo sport preferito dell'assistente sociale alle volte credo sia il lamento.. non ci si accontenta mai e non si cerca di tirare fuori il meglio da ogni occasione..
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Re: Quante probabilità ci sono di trovare un lavoro sicuro?

Messaggio da lord of the rings »

Io sono laureata da 2 anni e 1/2 (110 e lode) e dono Disoccupatissima. Ho mandato tantissimi cv e ho partecipato a molti concorsi...ma è davvero dura farsi sapzio in questo settore. Anzi pensa te che molti devono "ripiegare" su altre professioni.
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Re: Quante probabilità ci sono di trovare un lavoro sicuro?

Messaggio da ugo.albano »

Lord of the rings diceva: ............."Anzi pensa te che molti devono "ripiegare" su altre professioni."

Questa frase è emblematica, perchè così detta ha un'accezione negativa. Se invece "ripiegare" significa "riorientarsi al mercato", è tutta un altra cosa.

FACCIO UN ESEMPIO TEORICO. Se non trovo lavoro come a.s. e vedo che vengono richiesti oo.ss.ss., mi faccio il corso e lavoro come oss. Ripiego? Dipende!!

Lavorare come oss, se altro non c'è significa: 1) lavorare (e guadagnare); 2) lavorare nella cura (e restare nel settore); 3) "entrare" in quelle organizzazioni e poi "scalarle"; 4) conoscere gli oo.ss.ss. per poi, quando li si coordinerà in quanto as, SAPERE DI CHE SI TRATTA.

E' un esempio teorico: c'è modo e modo di "ripiegare". Dipende dal significato che diamo alle parole.

Vorrei essere estremamente chiaro nel mio pensiero: se il lavoro che l'a.s. ha in mente è fare "il burocrate dietro la scrivania",.....quel tempo è finito. Dobbiamo recuperare altre dimensioni del lavoro di aiuto. E ciò è un dato positivo.

Dobbiamo comportarci da professionisti e non come certa utenza che viene ai nostri servizi. non possiamo pretendere che la realtà si adatti ai nostri sogni, bensì il contrario. Se un buon as è solito addestrare le persone ad un copying efficace, deve essere altrettanto abile con se stesso. Lamentarsi o "aspettare il principe azzurro" non serve granchè. E' invece il caso di guardarsi attorno e sviluppare strategie di "proazione".

O no? Spero tanto di essermi spiegato bene.

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Re: Quante probabilità ci sono di trovare un lavoro sicuro?

Messaggio da monica1967 »

in uno invece c'erano persone laureate nella specialistica e che avevano fatto dei master e siamp stati tutti bocciati e hanno fatto passare le prove solo a 2 che lavoravano già li.

Che cosa significa che se uno ha fatto la specialistica e il master automaticamente passa il concorso? Il lavoro di AS non è solo " teorico" ma anche molto pratico, non è certo facendo master su master ( che sono comunque ottimi strumenti per imparare cose nuove mi sono iscritta anche io x il prox anno) che ci si assicura la vincita a un concorso.
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